Di cosa parlare a cena stasera

Una nuova prova di debolezza del potere russo

Giuseppe De Filippi

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Ancora un’azione diretta e mirata dei servizi ucraini per colpire un capo militare responsabile, in questo caso, dell’esercito di invasione in Donbass. Ancora una prova della debolezza del potere centrale in Russia e della precarietà di chi è anche in alte posizioni gerarchiche

  

La Russia è sempre più debole, soprattutto economicamente, come ricorda in modo insistente il governo britannico, e non va data tregua nelle sanzioni

  

Le tre "cose" principali

Fatto #1

A cena potreste scherzare un po’ sul solito modo (sciocco) di fare di Donald Trump, perché già si vedono avvisaglie di un cambio di orientamento nella politica violenta sui dazi. Per quelli sulle merci messicane già è arrivata una proroga di un mese, dando come motivazione ufficiale la buona disponibilità espressa dal governo messicano con la mobilitazione di ingenti truppe al confine per evitare il passaggio di migranti. Mentre con il Canada è cominciata una trattativa sottotraccia, che potrebbe dare ottime sorprese. Insomma, Trump fa la faccia del duro, fa un po’ di scena, e poi viene convinto a ragionare e, di solito, lascia perdere. Vedremo, intanto le Borse che avevano aperto malissimo appena hanno fiutato aria di ripensamento hanno recuperato molto terreno. E l’Ue, alla quale era stato già dato più tempo prima dello scatenamento della guerra commerciale americana, ha cominciato con la retorica delle risposte dure e della riorganizzazione interna, ma ora si dovrà capire se Trump non mollerà anche sul fronte europeo

  

Mentre comincia l’attività di lobbying dei senatori Usa che provano e chiedere di esentare prodotti specifici dalle sanzioni (in questo caso sono i sali di potassio che servono per i fertilizzanti)

 

I canadesi di destra, conservatori, arrabbiatissimi con i loro referenti meridionali degli Usa

 

Come tutte le Borse anche Milano ha avuto uno strappo verso l’alto, recuperando buona parte della perdita mattutina, dopo la notizia della proroga al Messico

  

Fatto #2

Il leader democristiano tedesco Friedrich Merz potrebbe diventare un caso di studio per la storia degli errori politici. Fino a pochi giorni fa aveva un buon vantaggio nei sondaggi e una buona occasione per fare da punto di riferimento delle forze moderate in grado di avere il sostegno anche di chi in passato aveva preferito l’alleanza con i socialdemocratici. In più aveva la stima di buona parte dell’elettorato e aveva scelto di prendere posizione su temi caratterizzanti come l’immigrazione, la sicurezza, il rapporto duro con la Russia. Tutto è crollato quando, inspiegabilmente, ha tentato di prendere la scorciatoia verso la formazione di una maggioranza appoggiandosi anche sul sostegno dell’estrema destra dell’Afd. Ha perso il voto parlamentare decisivo e ora sta lottando per recuperare l’immagine di leader indipendente da aiuti esterni. Qui dice che non lavorerà mai insieme all’Afd, né per governare né per avere voti. Ma è la centesima volta che lo dice in pochi giorni e rischia di non essere convincente. Mentre i socialdemocratici sperano in un effetto indiretto in loro favore

 

Fatto #3

Perché la sospensione del programma americano di aiuti internazionali mette immediatamente in pericolo in modo diretto la salute e la sopravvivenza di migliaia di persone e in modo indiretto il resto della popolazione mondiale. Bloccando questi presidi di aiuto si perdono anche la capacità di influenza politica e la rete di relazioni importanti tanto quelle diplomatiche. Il progetto americano sembra essere quello dell’isolamento, ma i vuoti nel mondo verranno riempiti da altri

  

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