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Di cosa parlare a cena stasera

Zelensky evita i negoziati senza Kyiv e va in Turchia

Giuseppe De Filippi

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Volodymyr Zelensky evita l’Arabia Saudita, dove era invitato, come dire, a margine dell’incontro vero, quello tra Donald Trump e Vladimir Putin. Lo ha detto ieri e lo ripete oggi: non intende accettare accordi nati da trattative cui non ha partecipato con una posizione paritaria agli altri. Zelensky va, invece, in Turchia. E sono proprio i turchi, contestualmente, a proporsi come ospiti dei colloqui che potrebbero mettere fine alla guerra di aggressione subita dall’Ucraina.  Le mosse del trumpiano decente, Marco Rubio. 

 

Le tre "cose" principali

 

Fatto #1
Sergio Mattarella, tutt’altro che intimidito dalle minacce russe, dal Montenegro, dove è stato in visita, chiede alla Russia di tornare tra le nazioni che si ispirano le regole fondamentali dell’Onu, a partire dal rispetto della sovranità di ogni stato.


Fatto #2
L’amministrazione finanziaria è di anno in anno più efficace nel recupero dell’evasione, miglioramenti che derivano dalla sempre maggiore tracciabilità dei pagamenti, dai controlli incrociati (grazie a qualche passetto verso l’integrazione delle banche dati), dall’estensione delle fatture elettroniche, e anche da provvedimenti molto recenti, come il contrasto alle partite Iva aperte e chiuse in tempi brevissimi. Giorgia Meloni rivendica il risultato.

Ma restano aperte varie questioni politiche, con un dibattito acceso anche dentro alla maggioranza. Con Forza Italia che spinge per il taglio dell’aliquota Irpef applicata fino a 50 mila euro di reddito annuo e la Lega che guarda al gigantesco ammontare di tasse accertate ma non incassate. Il problema esiste, perché ormai il cosiddetto magazzino fiscale sfiora i 1300 miliardi, e sarebbe ipocrita oltre che stupido non affrontarlo. La proposta leghista è sensata, ed è costruita guardando all’equilibrio finanziario dei contribuenti, perché chi sceglie la rateizzazione, e quindi aderisce alle richieste del fisco, deve poi essere in condizione di poter pagare sia il rateizzato sia il corrente (proprio perché è un contribuente onesto) e per lo stato allungare un po’ i tempi della riscossione non è un danno apprezzabile. Sbaglierebbero FdI e FI a lasciare questo tema e questo impegno alla sola Lega. 

 

Fatto #3
Mario Draghi al Parlamento europeo fa appello all’Europa e chiede di non dire di no a tutte le proposte che vanno verso l’integrazione e l’azione comune. E l’Europa che ha perso il senso delle proporzioni e che non sa quanto è forte. 

 

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