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Di cosa parlare stasera a cena
Perché con Merz in Germania, anche l'Italia ha da guadagnare
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
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Un po’ di esercizio sul voto tedesco, dovendone parlare a cena. Un vantaggio, che forse deriva dal sistema elettorale o forse dalla mentalità locale, è la chiara definizione delle posizioni politiche. Ma forse a determinarla è anche la contingenza storica, perché mai da decenni sono state necessarie scelte di campo tanto esplicite e, in più, di fronte a scenari completamente rinnovati, per cui non è possibile provare a nascondere qualche ambiguità dietro a scelte di schieramento preconfezionate e, a modo loro, comodamente accoglienti. Per queste ragioni è specialmente interessante che l’elettorato complessivo dei democristiani (ovviamente compresa la variante bavarese) e dei socialdemocratici si attesti intorno al 45%. Cosa che porta numericamente alla ragionevolezza della grande coalizione già sperimentata in passato ma che mostra, dicendoci qualcosa in più, che quell’elettorato corrisponde ai cittadini che desiderano, con sfumature diverse, la continuità della democrazia come sistema di governo, dello stato di diritto, della tutela delle scelte individuali e delle libertà tipicamente costituzionali. E succede che anche quando cambiano i poli con cui si definiscono le posizioni politiche, questa riserva di cittadinanza democratica e costituzionale sa dare messaggi chiari. Ora il crinale, con un’accelerazione negli ultimi giorni, è quello che divide tra pro-Europa o pro-Putin (compreso il Putin riscoperto e rimesso in campo dalle blandizie trumpiane). Gli elettori tedeschi hanno colto la determinazione di Friedrich Merz, ma il travaso di voti è interno al mondo democratico, costituzionale e liberale, perché il passaggio avviene, secondo le rilevazioni, molto da spesso da elettori socialdemocratici e in piccola parte, per ovvie ragioni, da elettori liberali verso la democrazia cristiana. Potremmo chiamarli i responsabili, cioè gli elettori (e i partiti) che offrono uno schema di governo possibile, secondo tutte le necessità del momento e che si assumono la responsabilità di prendere posizione anche incrinando schemi storici, come quello dell’alleanza tra Ue e Usa. Gli altri partiti agiscono come free rider di questa stabilità politica garantita dai partiti responsabili e fanno le loro incursioni (tecnicamente da irresponsabili) facendo leva su ragioni metapolitiche di scontento, di rabbia, di frustrazione o su idealizzazioni antistoriche. Giocano con la politica, fanno cose che stanno tra Beppe Grillo e Elon Musk. Sono effimeri per destino e per desiderio.
Merz, anche per queste ragioni, oltre che per quelle di cui tutti parlano in queste ore, è personaggio da seguire con attenzione e anche facendo un po’ di tifo (ché, poi, se la Germania si dà una scossa anche economica c’è tutto da guadagnare per l’Italia). Per lui c’è una difficile partita ora che deve riuscire a realizzare cambiamenti non solo nella politica internazionale ma anche nella politica energetica, in quella sull’immigrazione e sulla sicurezza interna e nelle regole interne di bilancio. Un bel po’ di roba non avendo un pieno controllo della sua maggioranza.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Emmanuel Macron e Keir Starmer hanno un progetto e ne parlano serenamente anche a Donald Trump, l’Ue, con vari interpreti, c’è, il G7 non è completamente indebolito ancorché un po’ travolto dal trumpismo.
Fatto#2
Trump che fa confusione ed espone Zelensky a rischi.
Lo scambio totale di prigionieri potrebbe far partire davvero le trattative, quelle serie, cioè con gli ucraini al tavolo.
Fatto #3
Le nomine pazzoidi e pericolose del provocatore Trump (campione di quegli sfruttatori del sistema democratico e costituzionale di cui parlavamo prima). Oggi tocca all’Fbi, con un podcaster, politico perdente, del tutto ignaro di questioni legate alla sicurezza
Oggi in pillole
- investimenti (e un po’ di peso politico in una zona dove è bene creare rapporti anche strategici)
- Matteo Salvini (è un ripescaggio da ieri) che va per conto suo con la destra estrema e perdente
- ogni tanto qualche aggiornamento sulla composizione della flotta invisibile che fa girare su navi europee o di altri blocchi politici il petrolio russo (che dovrebbe essere sotto embargo)
- basta con questa Roccaraso, però lasciate in pace l’Etna
- Depardieu che voleva diventare russo per pagare meno tasse