
(foto EPA)
Di cosa parlare stasera a cena
Perché il futuro confine est dell'Ue si decide in questi giorni
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
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Potrebbe essere anche questione di vanagloria e forse basta dire a Donald Trump che è lui a guidare tutto e che tutto sarà dovuto a lui per provare a gestire in un modo decente il ritorno dell’Ucraina alla piena sovranità e a condizioni di sicurezza, cioè ad avviare una trattativa con i russi che non escluda la partecipazione degli ucraini. È una questione di realismo e tocca interessi immediati. Il futuro equilibrio militare nella zona, chiamiamola confine orientale dell’Ue per capirci, sarà determinato invece dalle scelte che in questi giorni i grandi paesi europei hanno cominciato a prendere.
Leggete cosa scrive qui Volodymyr Zelensky e le cose saranno un po’ più chiare. Si era anche parlato di un imminente partenza del trio Macron, Starmer, Zelensky per Washington, ma l’indicazione, arrivata da fonti ufficiali, è stata poi smentita.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Trattativa o no gli americani si stanno disimpegnando, già da ora non forniscono più informazioni di intelligence (necessarie per orientare le difese ucraine) e questo ha un peso nel breve periodo.
Fatto #2
Il futuro non vedrà necessariamente la partecipazione dell’intera Ue o di tutti i paesi dell’area europea in generale allo sforzo per la sicurezza, la vera novità (che qui un po’ avevamo immaginato) è la maggiore capacità di azione e di scelta da parte dei singoli stati, a cominciare dalla Germania, il cui possibile riarmo, preannunciato con grandi obiettivi di spesa, ha un peso storico ed è capace di catalizzare l’impegno di Francia, Polonia e Uk. Per capire il versante italiano della faccenda andiamo su due voci tra maggioranza e opposizione (Guido Crosetto e Paolo Gentiloni), non sono leader ma sono figure influenti e puntano a portare entrambi gli schieramenti verso la logica geopolitica da cui deriva la necessità del maggiore impegno comune in Europa.
Fatto #3
A tenere la linea salda c’è sempre Sergio Mattarella, anche sulla questione del commercio internazionale. Lo ha fatto in Giappone parlando del valore dell’accordo con l’Ue, tutelato dal rischio del “protezionismo di ritorno”.
Oggi in pillole
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Giorgia Meloni per il giusto processo con il sostegno degli avvocati delle Camere penali. E anche a costo di scontri con la magistratura.
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Il Trump ricostruttore a Gaza respinto, ancora una volta, dai paesi arabi.