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di cosa parlare stasera a cena

L'iniziativa di Macron cambia l'Europa

Giuseppe De Filippi

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Con l’iniziativa di Emmanuel Macron è tutto ancora più chiaro. Sta nascendo uno schieramento centrato sull’Europa ma diverso dall’Ue vera e propria, perché include anche Uk, Turchia, tutti i paesi nordici. A cena potreste prendere tutti un po’ in contropiede osservando che siamo di fronte a una prima assoluta nella storia perché francesi e tedeschi sono schierati attivamente in uno scenario di contrapposizione strategica e stanno dalla stessa parte. Non è mai successo. Se poi ci associate gli inglesi siamo al record assoluto a prova di qualunque confutazione. Questa è un’azione da contropiede travolgente perché sconvolge le ragioni stesse dell’Ue.

Il progetto europeo, guardato nella sua essenza, serviva a evitare non chissà quali guerre ma esattamente a fermare la serie lunghissima di guerre sul crinale franco-tedesco. E il miracolo storico è avvenuto, tanto da arrivare oltre al pieno successo con la convergenza tra il progetto di Macron (con tanto di ombrello nucleare francese) e il grande investimento nella difesa annunciato dal cancelliere entrante Friedrich Merz. Di fronte a questa novità, cioè alla nuova squadra che prende la scena e lascia in secondo piano le faccende europee strettamente brussellesi, sono vuote e un po’ comiche le perorazioni per avere ora più coordinamento europeo, quelle robe un po’ buffe come la manifestazione organizzata da Repubblica e confusamente partecipata da europeisti improvvisati e all’opposizione rispetto alle scelte delle istituzioni democratiche europee in carica, con la stramba sfilata di bandiere europee associata agli slogan contro Ursula von der Leyen e Kaja Kallas (che insieme alla premier danese Mette Frederiksen formano la triade di donne alla guida dell’Europa risolute contro la prepotenza russa e per la difesa dell’indipendenza e della libertà dei paesi democratici).

Non serve più coordinamento e non perché l’Ue abbia fallito, ma perché ha funzionato benissimo, tanto bene da aver svolto il suo compito storico. Che poi cosa dovremmo coordinare in più? L’Ue ha già la politica monetaria comune al 100%, ha vincolato politiche economiche e di bilancio a regole di fortissima convergenza, condivide la giurisdizione per la tutela dei diritti personali, politici, di espressione, ha regole molto allineate su concorrenza e trattamento fiscale del lavoro e delle aziende (più allineate di quelle interne agli Usa tra diversi Stati). La difesa restava in parte fuori perché la presenza della Nato rendeva superfluo immaginare un impegno specificamente europeo, ma in pochi giorni questo schema è stato superato e si è imposta l’iniziativa macroniana e tutto il resto delle novità delle ultime ore.

Postilla politica francese e un po’ italiana. Macron non è ricandidabile ma chi dei candidati alla presidenza di parte liberali, democratica, europeista, saprà cogliere lo spirito della sua scelta strategica potrà averne molti vantaggi. Perché l’elettorato francese avrà nuovi argomenti su cui essere chiamato a votare, temi che toccano corde capaci di grande risonanza nella memoria nazionale e nelle scelte politiche degli elettori, come l’indipendenza dagli Usa, la forza militare, la responsabilità della difesa della democrazia. Il lascito di Charles de Gaulle nella politica europea e internazionale diventa nuovamente spendibile anche in chiave elettorale e permette ai centristi di pescare tra gli elettori di destra con argomenti limpidi, liberi dagli ammiccamenti putiniani e sovranisti della destra lepenista. Tutto ciò ha un valore anche in Italia. Si tratta solo di capirlo, di avere la mente agile nel posizionamento politico, di non farsi imbrigliare da amicizie improvvisate e inaffidabili e, in sostanza, di pensare all’interesse nazionale

 

Le tre "cose" principali

 

Fatto#1

Bruxelles, a proposito, oggi c’è il Consiglio straordinario dell’Ue. Ah, è divertente che Elly Schlein provi a ricomporre un po’ il suo “no” al riarmo e lo faccia puntando su gradualità e relativizzazione della spesa, comportamento degno delle trattative per il Milleproroghe o per qualche passaggio laterale della legge di bilancio nazionale

Fatto #2
Filtrano notizie su pesanti interventi americani per favorire i politici ucraini all’opposizione di Zelensky, l’obiettivo sembra il cambio di guida nel paese e Donald Trump ce l’ha proprio con gli ucraini, personalmente. 

Fatto #3
Litigare anche su import/export

 

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