
(foto EPA)
Di cosa parlare stasera a cena
Macron e Starmer mandano brigate congiunte in Ucraina. L'Italia si limita a osservare
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
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Non serve l’unanimità perché la nostra missione prenda vita, dice Emmanuel Macron dopo aver constatato che non c’è consenso pieno e collettivo sull’invio di forze di mantenimento della pace e della sicurezza in Ucraina nell’incontro parigino tra i paesi chiamati a scegliere se e come contribuire alla difesa comune dell’Europa (in senso geografico). E fa capire che, come qui si è provato a dire più volte, siamo di fronte a un cambiamento totale della percezione e dell’operatività delle politiche comuni tra paesi europei. È ancora Macron a far sapere che sono pronte le brigate congiunte, francesi e britanniche, per la formazione dell’esercito di Kyiv. Proviamo con un facile parallelo storico. Chi ricorda il processo di partenza della moneta unica europea ha certamente a mente la fase di stallo nella metà degli anni Novanta, quando sembrava che la resistenza e i dubbi italiani (e anche di qualcun altro) potessero portare a un rinvio o a una revisione dell’intero processo di convergenza. Fu solo dopo un colloquio con il governo spagnolo dell’epoca, intenzionato a procedere nei tempi e nei modi provisti e senza chiedere sconti o rinvii, che il governo italiano, guidato da Romano Prodi, capì che bisognava impegnarsi in modo straordinario per essere nel primo gruppo della convergenza finanziaria e dell’avvio della moneta unica. Non tanto perché l’Italia fosse necessaria al progetto ma per un’altra ragione, ben più prosaica e cioè perché non ci avrebbero aspettato e saremmo rimasti esposti a micidiali attacchi sui mercati nella condizione di isolati e rifiutati perché finanziariamente tossici.
Adesso il processo di formazione di una strategia difensiva comune, che non è un esercito comune, in Europa è partito e la chiamata a farne parte è in corso. E non ci aspetteranno di fronte ad atteggiamenti dilatori. È ancora la Spagna a dare l’accelerazione inaspettata, con il sostegno pieno di Pedro Sanchez al progetto. Ed è la Germania di Friedrich Merz a dare la prova fedeltà, con il super stanziamento per il rafforzamento militare, seguita dal governo svedese, che ha appena deciso di portare la spesa per la difesa al 3,5% del Pil (e non perché glielo ha chiesto Donald Trump ma per far parte a pieno titolo della forte compagine di paesi nordici pronti a contrastare il neoimperialismo russo e a bilanciare il disinteresse americano per le faccende europee).
Prodi fece scelte coraggiose e difficili a suo tempo, adesso si tratta di essere all’altezza di quel precedente. Adesso, invece, si percepisce l’Italia nel ruolo di attiva osservatrice, ma nient’altro. Con il rapido tramonto della possibilità di giocare un ruolo di riequilibrio tra Europa e Usa. A proposito, dal Foglio.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Dice Volodymyr Zelensky, informato, che Vladimir Putin sta preparando un’offensiva in tre regioni contro l’Ucraina. Per il presidente ucraino altri contatti con i paesi più direttamente impegnati nel sostegno alla resistenza.
Fatto #2
Con i dazi auto si spara nel mucchio e c’è anche molto fuoco amico contro i produttori degli Usa (a causa degli effetti sulla componentistica e sulle vetture assemblate all’estero), è solo una grande confusione in un mercato già stressato dalla transizione energetica. A proposito, anche il Financial Times ogni tanto sonnecchia.
Fatto #3
Giro di microfono tra groenlandesi per niente interessati a offerte/minacce trumpiane.
Oggi in pillole
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Trump incosciente e pericoloso per tutti quando straparla di vaccini e autismo.
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L’attacco con coltello nel centro di Amsterdam.
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Una crisi bilaterale sta facendo peggiorare i rapporti tra Francia e Algeria e si intreccia con il destino dello scrittore Bualem Sansal (coraggiosamente tornato nel suo paese, malgrado le minacce) travolto da una terribile persecuzione giudiziaria.
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I roghi a Ostia, sul mare vicino a Roma, e gli interessi delle concessioni balneari.