
Di cosa parlare stasera a cena
La prepotenza di Trump spinge anche la Cina dalla parte giusta
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
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Sappiamo tutti molto della Cina e dei metodi di governo, di controllo della popolazione e repressione del dissenso, della sua aggressività lenta ma spietata verso Taiwan (esperimento di indipendenza non tanto dalla Cina ma dal suo sistema di potere). E sappiamo anche della sua strategia suadente, morbida, per conquistare spazi nel commercio mondiale, impadronirsi di anelli nella catena delle produzioni a maggiore valore aggiunto, e del neocolonialismo in Africa e in America Latina. Ma la prepotenza sciocca di Donald Trump sta dando anche ai cinesi uno spazio di manovra diplomatico, come dire, dalla parte giusta. Anche perché tra le loro capacità c’è sicuramente l’adattamento e c’è una forma di imitazione intelligente delle migliori pratiche, come hanno mostrato al mondo importando i metodi del mercato per indirizzare il settore produttivo, senza avere l’impalcatura politica e neanche le basi di diritto che reggono le economie aperte di mercato. Sembrava impossibile, ma ci sono riusciti, anche se la loro economia capitalistica è fortemente condizionata da una gestione centralizzata del credito e della finanza. E sono loro, da qualche giorno, a tenere la scena, prendendo in giro il dirigismo trumpiano (il presidente che vorrebbe stabilire dove e cosa produrre nelle complicatissime filiere moderne) e facendo appello alle regole del libero commercio internazionale. Provavano da tempo a ritagliarsi questo spazio, c’è voluto il delirio di Trump per alzare la palla perfetta da schiacciare.
E gli europei ci parlano, come fare altrimenti?
E poi ci sono anche fatti imbarazzanti per le relazioni con la Cina come questi.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Molto fa pensare che Trump sia pronto per una bella inversione della sua politica di dazi. I mercati cominciano a vedere quello spiraglio di razionalità di cui parlavamo ieri e fanno segnare rialzi.
Trump non ammetterà mai di aver sbagliato, ma ora, con il Giappone che ha avviato trattative, può far finta di aver vinto perché spaventando tutti con i dazi ha ottenuto che si venga a miti consigli. Tutto falso o inventato, ma sufficiente per far contenti i Maga cioè i meno smagati che girino per il mondo. Verso l’Ue Trump mantiene una posizione di scontro ma parlare di proposta insufficiente equivale a intavolare comunque una trattativa e a predisporsi alla cancellazione delle prime clamorose mosse.
Fatto #2
Negli Stati Uniti la sfida sui social e sui media per far recuperare fiducia nei vaccini e fermare l’assurda serie di morti e di persistenti gravi conseguenze per morbillo.
Fatto #3
La telefonata di Giorgia Meloni potrebbe indicare un buon avanzamento della trattativa per liberare l’italiano Alberto Trentini dalle prigioni del Venezuela
Oggi in pillole
- Intanto i trumpiani continuano a far fuori i vertici militari americani non fedeli alla nuova linea e in posizioni chiave per la difesa dei paesi alleati
- Effettivamente il contratto di ricerca in Italia sembra fatto più per impiegati un bel po’ irregimentati che per ricercatori da lasciar liberi di seguire i loro studi
- Il ministro delle finanze tedesco parla di unione del mercato dei capitali in Europa, interessante, e per cena si fa in tempo a trovare qualche notizia tradotta se non volete cimentarvi
- In Francia gli adepti del gruppo che si fa chiamare “le patatine fritte insoumise”, quindi si direbbe patatine nazionaliste tendenza Mélénchon, rivendicano attacchi ai McDonald’s (mentre in Spagna stanno per aprirne qualche decina). Antiamericanismo di nuova impostazione o strascichi di quello vecchio stile?
- Gli studiosi che tengono viva la cultura ucraina all’estero (tutto serve a contrastare la propaganda, a dare argomenti fondati contro le sparate dei Barbero di turno)
- Come funziona bene il servizio di informazioni social della famiglia reale britannica