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Di cosa parlare a cena stasera

La Germania torna ad affermare il suo ruolo in Europa

Giuseppe De Filippi

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Friedrich Merz avvia il suo governo con la consapevolezza della necessità di recuperare fiducia nello stato e nella democrazia (“mai stata così impopolare”), ma non cerca soluzioni facili, non cerca la simpatia del populismo. Oggi ha fatto il passo formale con la Commissione europea per chiedere di applicare la clausola di sospensione del Patto di stabilità in modo da consentire il forte aumento nelle spese militari. Ha anche chiarito che verrà modificato il modo in cui la Germania percorre il cammino verso la transizione energetica e il contrasto al cambiamento climatico. Merz, insomma, punta sulla serietà di un programma duro per recuperare forza economica e capacità di influenza politica e militare. E lo fa credendo nell’Europa e nel ruolo della Germania in Europa, altra scelta che lo rende non semplicemente distante dal populismo ma opposto a esso. È il personaggio più interessante di questo momento storico ed è quello che può cambiare l’equilibrio nei rapporti con la Russia.

Il presidente Frank Walter Steinmeier fa capire anche meglio. Oggi era in visita al comando Nato, per il 70esimo dell’adesione della Germania, e nel suo discorso ha detto che “una Germania male armata è un pericolo per tutta l’Europa”. Esattamente il contrario della banalità allusiva con cui i gruppi e i politici contrari all’autodeterminazione militare europea bocciano il riarmo tedesco.

 

Le tre "cose" di oggi

Fatto #1

Anche perché Donald Trump, esaurito lo spirito vaticano, riattacca con le sue provocazioni violente. Ancora una volta contro il Canada (dove oggi si vota) e ancora dicendo che “quel bel pezzo di terra sarebbe un fantastico ottantunesimo stato”. E' anche vero che più Trump strilla e più i liberali, suoi bersagli, salgono nei sondaggi.

Fatto #2

Il gigantesco blackout iberico. E perché le reti sono vulnerabili.

Fatto #3

I colloqui spezzettati e senza una regia razionale tra Ucraina e Russia fanno comunque qualche passetto in avanti (tra tanti passi laterali). Ora si parla di tregua da parte ucraina in termini abbastanza seri e da parte russa limitandone la durata solo dall’8 all’11 maggio. Per Trump la proposta russa non va neanche presa in considerazione e per la prima volta il presidente americano prova a imporsi, chiedendo una tregua dalla durata indefinita, ma continuando a parteggiare per l’inaccettabile cessione della Crimea.

 

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