La rottamazione può attendere, la nuova al Qaeda e Acapulco. Di cosa parlare stasera a cena

Marco Alfieri

In esclusiva per noi Marco Alfieri seleziona e propone letture, spunti e idee per sapere quello che succede nel mondo.

    Frase del giorno


     

    “Civati, Cofferati e pensionati: ed è già laboratorio Liguria…” 

    Alessandro Barbera


     

    La rottamazione può attendere

     

    Renzi soffre. Salvini esulta. Grillo resuscita. Berlusconi da segni di vita. Nonostante l’eccitazione di queste ore e l’ossessione di voler leggere tra le righe segnali o trend “nazionali”, il succo del voto amministrativo di domenica è facilmente riassumibile: un italiano su due non ha votato, vincono Cinquestelle e Lega e il Pd di Matteo Renzi paga le sue divisioni interne. Ancora più all’osso: i democratici perdono là dove hanno schierato candidati deboli (Paita e Moretti, Liguria e Veneto). Questa forse è la vera morale da trarre e attiene ad un tema urgente di costruzione di classe dirigente del renzismo: il premier vince le regionali ma non con i suoi uomini. Se non si occupa del partito, sarà il partito a occuparsi di lui come scrive Claudio Cerasa.

     

    Per il resto si segnalano piccoli spostamenti ma nessun vero cambiamento di scenario. Basta vedere la scarsa eco suscitata all’estero da un’elezione interlocutoria o la diversa lettura che ne viene data (pur registrando il passo falso renziano). 

     

    Un paio di tabelle di riassunto (la serie storica dell’affluenza alle Regionali dal 1990 a oggi e la geografia del voto nel 2010 confrontata con quella del 2015) e qualche trend da monitorare nei prossimi mesi: la Lega di Matteo Salvini, grazie agli ottimi risultati in Toscana, Liguria, Marche e Umbria, non è più solo un partito nordista; il centrodestra unito (in Liguria e Umbria) si dimostra almeno numericamente competitivo ma per la prima volta l’azionista di maggioranza è il Carroccio non più il Pdl/Forza Italia di Berlusconi; infine il Cinque stelle che dimostra una capacità di consolidamento/radicamento importante nonostante l’assenza mediatica del suo leader carismatico.  

     

     

    Europa invertebrata

     

    Tragedia greca. Le pressioni Usa sul negoziato tra Atene e i creditori internazionali la dicono lunga sulla pericolosità di una impasse che si protrae da troppo tempo. Bloomberg ad esempio passa in rassegna tutti i rischi di depotenziamento che corre la politica monetaria pilotata da Mario Draghi.

    Scherzi a parte. La Francia e la Germania chiedono di rinegoziare le quote di migranti previste nel piano europeo. La Commissione europea aveva proposto la settimana scorsa di ridistribuire 40mila siriani ed eritrei (e il piano prevede che il 40% di loro sia destinato a Parigi e Berlino). Peraltro non è solo l’Italia la porta per l’Europa: sono sempre di più i migranti che passano per la Grecia nel loro viaggio verso il nord del continente.

      

     

    Se ne parla oggi

     

    Sabbie arabe. Secondo molti cittadini iracheni l’impatto di Isis sul prezzi del cibo a Baghdad è peggiore delle autobombe che infestano la vita quotidiana della capitale. Una setta, una banda di sbandati, uno Stato di polizia, un brand: come i grandi media, dal New Yorker allo Spiegel, rappresentano lo Stato islamico mentre Maurizio Molinari spiega l’interessante svolta ideologica di al Qaeda. Il confronto militare ha fallito, si punta sulla guerriglia politica…

    Big Oil. Eni, BG Group, BP, Statoil e Total si sono coalizzate per affrontare il global warming, attraverso una lettera pubblica indirizzata agli organizzatori della conferenza sui cambiamenti climatici in programma a dicembre a Parigi. Nel testo suggeriscono di puntare sul gas e sollecitano l’adozione di un sistema di tariffazione sulle emissioni di anidride carbonica valido in tutto il mondo, possibilmente basato sulle “performance” (ma le grandi società Usa non ci stanno). Cosa aspettarsi dall’imminente, importante vertice Opec di Vienna, qualche chart riassuntiva sul mercato del petrolio e un bel video reportage dallo stato canadese dell’Alberta, il Texas del nord, per capire gli effetti del calo del prezzo del greggio sull’economia della regione.  

    Cose turche. Domenica si vota in Turchia, un paese controverso ma decisivo nel quadrante più turbolento del mondo. La posta in gioco è altissima: se l’Hdp non supera lo sbarramento del 10%, i curdi di Turchia rimangono senza rappresentanza in Parlamento. Se come previsto lo superano, per la prima volta in un quindicennio i piani del presidente Erdogan e del partito di governo vengono messi in dubbio.

    La sicurezza è nulla senza controllo. Perché l’America è orgogliosa della Nsa, spiegato ex post da Ronald Reagan nel giorno in cui il programma dell’agenzia per la sicurezza nazionale non ha ottenuto l’autorizzazione da parte del Senato per evitare la scadenza della sezione 215 del Patriot Act, base giuridica per la raccolta dei dati. Intelligence e intercettazioni proteggono la libertà: così il presidente parlava agli agenti in un discorso del 1986…

    Battaglia navale. Qualche fatto per capire se una guerra tra Stati Uniti e Cina nel mar Cinese meridionale è davvero alle porte.

    L’ultima sfida di Netflix. Ecco la strategia infarcita di big data della compagnia per diventare una potenza del genere della non-fiction.

     

     

    Mappa del giorno


     

    Se volete l’ennesima prova dell’ascesa portentosa dell’Asia, basta guardare il boom del mercato delle auto negli ultimi vent’anni

     


     

     

    Argomenti di dibattito

     

    Nuova Internazionale. La verità sui rapporti tra Cina e Russia (e quei segnali mandati all’Occidente) in una interessante analisi del Carnegie.

    Made in Draghi. Come Peter Spiegel, anche Carlo Bastasin non si aspetta nessun progresso significativo sulla strada dell’integrazione europea nel vertice di fine giugno. Francia e Germania sono allineate nel volere un'Europa governata dagli stati, ossia da loro, anziché un’unione federale. A meno che la Bce…

    Il tempo della iper meritocrazia. Perché non esiste più la classe media? La tecnologia rivoluziona i modi di produrre. Ma i profitti vanno solo ai leader di mercato. La sfida è trovare meccanismi istituzionali per frenare l’aumento delle disuguaglianze senza scoraggiare l’innovazione.

    Faccio tutto io. La sindrome egocentrica di chi porta sulle spalle il mondo intero anche mentre sta su Facebook.

     

      

    Cose da sapere

     

    Che Fifa. Il Nyt racconta come le minuscole Cayman Islands siano diventate una potenza dentro la federazione del calcio internazionale. Cosa sarebbe invece il regno di Sepp Blatter se davvero l’Uefa (la federazione europea) dovesse “staccarsi” per protesta.

    La grande moria. Nel giro di 12 anni in Iraq sono stati ammazzati circa 2mila tra medici e dottori. Un numero spaventoso. Vice spiega perché.  

    Torre di babele. Una bellissima infografica firmata South China Morning Post su tutte le lingue del mondo e i loro intrecci. Occhio all’italiano…

    Raid di talenti. Uber ha assunto a colpi di super stipendi più di 40 ricercatori di guida autonoma dal Robotic center del Carnegie Mellon, praticamente svuotandolo, per sviluppare un progetto di guida senza pilota. Apri cielo le polemiche!

     

     

    Ossessioni 

     

    Ironia alla pechinese. Joe Wong, chimico cinese che ha conosciuto la stand up comedy lavorando negli Usa, è tornato in patria per importare un genere assolutamente inedito per la cultura cinese (e il Partito comunista). Riuscirà nell’esperimento (via Rivista Studio)? 

    Porno intellettuale. Dall’icona Stoya ai film femministi di Erika Lust, ascesa di un genere che ha cambiato l’industria dell’intrattenimento per adulti. 

    Snapchat e i suoi fratelli. Il giornalismo oltre il mercato tradizionale, ma per davvero.

    Grandi e piccoli imbrogli. Algoritmi e investigatori contro le recensioni fasulle: dietro le quinte di TripAdvisor.

     

     

    Mettetevi comodi

     

    In via d’estinzione. Scrive TechCrunch (a ragione) che i Millennials stanno distruggendo l’industria bancaria tradizionale. La colpa? Dei vecchi istituti che non capiscono il nuovo mondo…

    Paradiso perduto. Mashable racconta il declino di Acapulco, il paradiso messicano deturpato dalla violenza e dai commerci della droga.

    Omicidio o suicidio? La Bbc torna con un ottimo long read sul caso scottante del giudice argentino Alberto Nisman, trovato morto lo scorso gennaio mentre stava indagando sulla presidente Cristina Kirchner, accusata di avere cospirato per insabbiare un’indagine sul ruolo dell’Iran in un attentato a Buenos Aires nel 1994, per avere in cambio favori sul petrolio.

    Spiderman & Co. La storia segreta di Ultimate Marvel, l’esperimento che ha cambiato (e aggiornato) per sempre l’epopea dei “super eroi”.

     

     

    C’era una volta


     

    Trentacinque anni fa oggi nasceva la prima rete tv al mondo di sole notizie 24 ore su 24. Trasmette dalla città di Atlanta, i fondatori sono Ted Turner e Reese Schonfeld e si chiama Cable Network News. O più semplicemente: CNN