Erdogan dimezzato, Maroni smemorato e i Playmobil. Di cosa parlare stasera a cena

Marco Alfieri

In esclusiva per noi Marco Alfieri seleziona e propone letture, spunti e idee per sapere quello che succede nel mondo.

    Frase del giorno


     

    A proposito di migranti: “Nessuno può chiamarsi fuori dalla gestione dell’emergenza, comprese le regioni del nord e quelle amministrate dalla Lega…” 

    Roberto Maroni, 30 marzo 2011 


     

     

    I signori del mondo 

     

    Il G7 in Baviera, tra birra e salsicce, almeno sulla carta ha prodotto qualche decisione. Merito della cancelliera Merkel, padrona di casa, che ha tentato di rianimare un forum ultimamente verboso e inconcludente. Sul clima, ad esempio, i grandi della terra si sono accordati sul mantenere l’aumento della temperatura globale entro il limite di 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, su cui erano divisi fino a poco tempo fa. Nel comunicato finale si parla di un’azione “urgente e concreta è necessaria per affrontare il cambiamento climatico”. 

     

    La Grecia continua ad occupare (invano) i pensieri dei leader del mondo. L’Economist mette in fila le ragioni per cui Atene è ancora in mezzo ai guai mentre l’Europa, con il presidente Juncker, lancia l’ennesimo ultimatum al governo Tsipras: due giorni per una controproposta. Merkel e Hollande intanto telefonano al premier greco. Presto un incontro con i creditori. 

     

    A Elmau si è discusso anche di crisi Ucraina, con Vladimir Putin convitato di pietra. Il G7 è pronto a inasprire le sanzioni contro Mosca se non si arriverà ad un cessate il fuoco duraturo nell’est Ucraina. Su pressione degli Usa, i paesi europei continuano a voler isolare Putin. Il risultato? Mosca ha consolidato l’alleanza con la Cina, mentre il Vecchio Continente rischia di pagare un altissimo prezzo energetico e geopolitico.

     

    Infine il Ttip, il trattato di libero scambio transatlantico al centro di polemiche e ritardi. Angela Merkel si dice ottimista sul negoziato, da chiudere entro fine anno.

     

     

    Cose turche

     

    Scrive il Nyt che i risultati del voto di Ankara segnano una vittoria (oltre le aspettative) dei curdi e della Turchia laica e liberale e una battuta di arresto importante per l’ambizione di Erdogan di riscrivere in chiave presidenzialista la costituzione turca. La mappa del voto che ha ridimensionato il potere di Erdogan e cinque insegnamenti da trarre sulla tornata di domenica.

     

    E il presidentissimo? La sua nuova leadership perde smalto sul fronte mediorientale, nota la Stampa: Hamas e al Nusra potrebbero cercare "protezione" altrove.

     

    Interessante anche l’analisi di Daniele Santoro su Limes, utile per capire la personalità di Erdogan (quindi anche le future mosse). Dall’ex sodale Gülen ai media occidentali, dall’Europa a Gezi Park, passando per la caduta di Morsi: il presidente turco vede ovunque complotti ai suoi danni. E non ha tutti i torti.

     

     

    Se ne parla oggi

     

    Jihad quotidiana. L’ISW (Istituto per gli studi di guerra) ha pubblicato un interessante report previsionale sulle operazioni militari dell’Isis durante il Ramadan 2015. Sicuramente da leggere. A proposito: Gabriele Romagnoli spiega la gigantesca macchina da presa che regola (quasi) ogni mossa dello Stato islamico, forte di cento tecnici occidentali, 40 emittenti, 4 canali tv e diverse case di produzione. Guarda nella telecamera e sogna il paradiso dei martiri mentre comincerà stasera a Skhirat, in Marocco, un nuovo ciclo di colloqui voluti dall’Onu per trovare una soluzione politica al conflitto in Libia. Incrociamo le dita.

    Grande Mela e i suoi rivali. Nel giorno in cui Apple celebra la tradizionale kermesse con gli sviluppatori, la cinese Xiaomi lancia la grande sfida sugli smartphone di nuova generazione a Cupertino e i “cugini” di Samsung.  

    Lo Stato di Hamas. A dieci anni dal ritiro, il viaggio di Maurizio Molinari fra gli ex insediamenti della Striscia di Gaza ”liberata" dagli israeliani. Peraltro secondo Rand Corporation una pace duratura porterebbe 123 miliardi di boom a Israele e 50 ai palestinesi.

    Il denaro non dorme mai. Secondo il Wsj potrebbe non bastare il cambio al vertice di Deutsche Bank, dopo gli scandali, per cancellarne l’imbarazzo strategico. 

    La legge dei cookie. Banner, social, analytics e sessioni. Cinque cose da sapere dopo le polemiche e i chiarimenti del Garante.

     

     

    Italy in a day

     

    I dolori del giovane Renzi. Si può vivere di solo voto d’opinione? Il premier e il tema più importante del suo consenso: l'assenza di una base sociale.

    Mar morto. Notazione di buon senso, senza entrare nel merito della questione: se le Regioni del Nord rifiutano i migranti, come possiamo chiedere a Germania e Francia di prenderseli? In ogni caso, tecnici e analisti spiegano perché la proposta/minaccia lanciata dal governatore Maroni non potrà avere seguito farlo. E poi la mappa della attuale suddivisione dei migranti in termini percentuali, regione per regione.

    Il mestiere del lavoro. Pietro Ichino analizza il mini boom di posti di lavoro registrati dall’Istat nel mese di aprile. Non sono ancora una prova dell’efficacia della riforma dei licenziamenti introdotti dal governo, ma un forte indizio sì.

    Landini social club. Giuliano Ferrara la tocca piano: la coalizione della fuffa e la storia da sballo dei rivoluzionari alle vongole.

     

     

    Mappa del giorno


     

    Happy World Ocean day! L’incredibile profondità degli oceani riassunta in una bellissima chart 

     


     

     

    Argomenti di dibattito

     

    Grecia e dintorni. Amartya Sen parte dal vecchio Keynes per andare alle radici della politica di austerità, e per dimostrarne la perniciosa natura antidemocratica. Siete d’accordo? 

    Corsa alla Casa Bianca. Riuscirà Hillary Clinton a fare dei Democratici il suo partito? La domanda che si pone Politico Magazine non è banale visto che i Dem Usa si sono spostati ben più a sinistra rispetto agli anni turbo capitalisti del marito Bill.

    Business is business. Come ve la cavereste a gestire un’azienda tessile in Cina? L’esperimento World Factory di Zoe Svendsen mostra come alle prese con del business reale, anche il più pacato hipster londinese diventa presto un feroce capitalista (via Giorgio Fontana).

    Il futuro dell’istruzione. Un dubbio si aggira per gli Usa: non è che le moderne università stanno diventando una sorta di corporation multinazionali?

     

      

    Cose da sapere

     

    C’è un leader a Londra. Colpo di scena: David Cameron minaccia di mandare fuori dal governo i ministri che parteggiano per la Brexit.

    Freddi numeri. Il Guardian ha cominciato a raccogliere in un database pubblico tutte le persone uccise dalla polizia negli Usa. Non mancano sorprese: ad esempio si scopre che sono in maggioranza bianchi.

    Sorprese digitali. Come i Big Data verranno usati per farti pagare di più. Secondo alcuni esperti la profilazione online permette di confezionare i prezzi in base ai dati disponibili.

    Il lago che non c’è più. Il lago Salton, il più grande della California, è nato nel 1905 in seguito all’esondazione del fiume Colorado causata dalle alluvioni. Circondato dalla pianura agricola dell’Imperial valley, fino agli anni Settanta è stato una delle principali attrazioni turistiche locali, rivaleggiando con Palm Springs e lo Yosemite national park. Dagli anni sessanta comincia il suo declino e la siccità di questi mesi ha dato il colpo finale: si calcola che dal 2005 siano emersi 47 chilometri quadrati di fondale e che entro il 2030 ne emergeranno altri 250 chilometri. 

     

     

    Ossessioni 

     

    In via di estinzione? Il Washington Post prova a spiegare le ragioni della incredibile morìa di elefanti nel paradiso perduto della Tanzania. 

    Come Alcatraz. La storia del weekend è sicuramente la spettacolare evasione da un carcere di New York (con tanto di buco nel muro e uscita da un tombino, come nei film).

    La Spectre del mondo. Quest'anno il Bilderberg ha reso nota la lista dei partecipanti. I complottisti sono serviti.

    La vita è un gioco. È morto l’industriale tedesco Horst Brandstaetter, il “papà” dei Playmobil, i pupazzetti sorridenti che dal 1973 hanno fatto giocare generazioni di bambini. Aveva 81 anni.

     

     

    Mettetevi comodi

     

    La pen(isola) dei pirati. In un bellissimo long read sul Guardian, il giornalista Usa Michael Scott Moore, rapito nel 2012, racconta per la prima volta i suoi mille giorni in ostaggio dei pirati somali. 

    Hotel propaganda. Adrian Chen scava nell’incredibile storia del gruppo di troll governativi pro Putin acquartierati in una palazzina anonima di San Pietroburgo, e delle loro azioni di propaganda negli Usa. Spoiler: c’entra anche un neo nazista.

    La Svizzera del Medio Oriente. Una volta il Qatar era un piccolo paese (neppure tanto ricco, rispetto ai vicini) con un prestigio e un impatto sproporzionato sulla regione mediorientale. Ma negli ultimi anni sta perdendo colpi, e l’affaire Fifa è un esempio (via Rivista Studio).

    Bontà andata a male. L’inchiesta di ProPublica sulla Croce Rossa e il terremoto ad Haiti nel 2010. Ha raccolto oltre mezzo miliardo di dollari ma ha costruito appena sei case. I dettagli di un incredibile fallimento.  

    La Grande Meretrice. Dallo strozzo del Belli a Mafia Capitale. Storia di una no news nel vibrante (e sacrosanto) racconto di Mario Sechi.

     

     

    C’era una volta


     

    L'otto giugno 1985 usciva negli Stati Uniti Less Than Zero, il primo romanzo di Bret Easton Ellis. Scrittori, giornalisti ed editor italiani di varie età parlano del loro rapporto con un libro che ha cambiato la letteratura e non solo