Putin in Italia, la guerra dello streaming e l'epidemia Mers. Di cosa parlare stasera a cena

Marco Alfieri

In esclusiva per noi Marco Alfieri seleziona e propone letture, spunti e idee per sapere quello che succede nel mondo.

    Frase del giorno


     

    “Dopo il successo di Syriza in Grecia arriva quello di Podemos in Spagna. Essere alternativi al neoliberismo comincia a pagare…” A volte ritornano!!

    Antonio Ingroia 


     

     

    Un orso in Italia

     

    Il presidente russo Vladimir Putin ha visitato insieme al presidente del consiglio Matteo Renzi l'Expo di Milano, in occasione della Giornata nazionale della Russia. L’Italia è un “grande partner della Russia in Europa” ha detto il presidente russo. “Via però le sanzioni, sono dannose.”

     

    Quanto pesano davvero le sanzioni occidentali alla Russia che Washington vorrebbe addirittura inasprire. Molto, sicuramente.

     

    Nel pomeriggio il presidente russo è atterrato a Roma per incontrare il presidente Sergio Mattarella e Papa Francesco. Matteo Matzuzzi mette in fila tutte le convergenze/divergenze tra Putin e Bergoglio, dalla crisi ucraina ai cristiani sotto attacco nel mondo. Intanto il Santo Padre ha deciso di creare un tribunale in Vaticano per i vescovi che coprono i preti pedofili.

     

    Sullo sfondo si agita il fantasma del colosso energetico russo Gazprom, lambito persino dallo scandalo Fifa. Reuters fa il punto sul contenzioso aperto con l’antitrust europeo e il risiko del gas con l’Ucraina.

     

     

    Se ne parla oggi

     

    Brexit and the City. Politico Europe prova a fare due conti e capire la reazione di banchieri e finanzieri londinesi davanti ad una eventuale uscita dall’Europa.

    TTIP. Ovvero Troppe Titubanze in Parlamento, per usare l’acronimo efficace di Marco Zatterin. Strasburgo ha bloccato il voto sull'accordo commerciale fra Ue e Usa. “Eccesso di emendamenti". Ma un'assemblea che non decide non è una buona notizia. Come l'approccio pregiudiziale su un patto di cui - nel bene e nel male - non possiamo fare a meno.

    Jihad quotidiana. Chissà perchè c’è sempre un curdo al posto giusto: in questo Medio Oriente in fiamme è lui uno dei nostri migliori alleati. A proposito. Maurizio Molinari racconta una storia significativa: la mano tesa del Califfo al premier turco Erdogan, fresco di vittoria dimezzata. Nel linguaggio di Isis, fatto di messaggi affidati al web, la Turchia è la prima nazione musulmana che non viene considerata a priori da abbattere, con cui è possibile una sorta di patto di non aggressione. Siamo forse al debutto di una inedita diplomazia jihadista (che spiega anche la curiosa doppiezza di Ankara, paese Nato, verso lo Stato islamico). 

    Cartolina da Washington. L’amministrazione Obama dopo il flop iracheno si appresta non solo a spedire 450 soldati per addestrare le truppe locali con l’obbiettivo di riconquistare la città di Ramadi, ma potrebbe anche costruire una nuova base nella provincia di Anbar. Vicende come quelle di Mosul, trasformata nel giro di un anno in una sorta di fortezza medioevale islamista, non si possono più vedere. Nel frattempo anche al Qaeda cambia strategia. Secondo il Nyt punterà sempre più a condividere poteri e responsabilità con gruppi jihadisti locali. In cambio avrà più copertura e protezioni sul territorio.

    Ritorno alla base. Il Wsj racconta che molte grandi aziende europee si stanno preparando a tagliare investimenti e organici in Cina, preoccupate dalla frenata dell’economia di Pechino. Un trend sicuramente da monitorare.

     

     

    Italy in a day

     

    Il fallimento di Mani Pulite. La via giudiziaria alla legalità non basta e non funziona. La chiave giusta per prevenire mazzette e cravattari riguarda il funzionamento del mercato più che il codice penale. Per tutto il resto ci sono gli scoop sulle caldarroste.

    Le tre vie di Renzi. Un Nazareno ombra, una Playstation allargata, un governo di scopo secondo Alessandro Giuli.

    Nani tra giganti. “Impresa povera, famiglia ricca”: le Pmi non cambiano ancora passo. Troppe aziende chiudono non per la crisi ma perché non organizzano la successione».

     

     

    Mappa del giorno


     

    Mentre Angela Merkel sembra essere l’unica persona in grado di trascinare i creditori ad un accordo (politico) con la Grecia, la stessa cancelliera avrebbe privato il suo ministro delle Finanze Schaeuble "del mandato di negoziazione". La beffa di condividere il destino del collega greco Varoufakis. Qui i famigerati numeri del debito di Atene al centro delle polemiche

     


     

     

    Argomenti di dibattito

     

    L’importanza delle parole. Secondo The New Republic lasciare che Isis si autoproclami “stato” comporta alcune importanti conseguenze negative (per noi).

    Raffreddare il mondo. Il piano del G7 sul clima è così ambizioso che non lo vedremo mai dice Piero Vietti.

    La guerra dello streaming…Perché Spotify dovrebbe avere molta ma molta paura della concorrenza agguerrita del nuovo servizio di Apple Music.

    …e la guerra del petrolio. Il boom dello shale gas non è terminato come proclamano certi profeti di sventura. Semplicemente sta diventando più efficiente. Anche grazie ai Big Data. 

    Futuro free lance. L’Atlantic si fa una domanda e si da una risposta cruciale. Nella tanto decantata sharing economy, nessuno sarà più dipendente: più flessibilità e meno protezioni. Può essere una grande conquista ma anche una grande disgrazia.

     

      

    Cose da sapere

     

    Guerre stellari. Si direbbe che l’antipasto della corsa alla Casa Bianca di Jeb Bush si sia visto ieri a Berlino. Obiettivo delle sue critiche: guardacaso lo zar Putin. Una ruggine geopolitica che viene da lontano, certificata anche dallo spread democratici/repubblicani sulla crisi russo-ucraina. 

    Dimenticati da Dio. La drammatica crisi umanitaria siriana spiegata bene dall’Economist.

    Caccia all’untore. Aumenta il rischio di diffusione della MERS (Middle East Respiratory Syndrome) in Cina e anche il governo centrale comincia a preoccuparsene. Perché è così contagiosa, si domanda l’Atlantic?

    Che Fifa. La Federazione internazionale del calcio, al centro dello scandalo corruzione, ha sospeso le candidature per i Mondiali del 2026: lo ha detto il suo segretario generale, Jérôme Valcke.

     

     

    Ossessioni 

     

    Vespasiani d’Oriente. La città indiana di Ahmedabad ha deciso di pagare la popolazione perché faccia uso dei bagni pubblici invece che farla per strada.

    Non saranno Terminator. A che punto sono i robot umanoidi? A vedere le immagini del Darpa, il più importante contest per macchine intelligenti, ancora molto indietro.

    Spie come noi. David Talbot su Technology Review analizza la nuova frontiera del cyber spionaggio e il vero incubo “informativo” delle grandi imprese.

    Leggo dunque sono. Davvero gli italiani non leggono più? Insomma.

     

     

    Mettetevi comodi

     

    L’ultimo dei baathisti. Il bellissimo ritratto che il New Yorker dedica a Tareq Aziz, la faccia buona del regime di Saddam Hussein, spentosi l’altro giorno a 79 anni ma capace di sopravvivere per decenni alle innumerevoli purghe dell’inner circle del rais. 

    Il Grande Gioco. Newsweek racconta la crescente nostalgia turca per i fasti gloriosi dell’Impero Ottomano.

    Funerale ai Parioli. Corrispondenza dal funerale di Mario d'Urso: italiano cosmopolita, accompagnatore di signore Kennedy e indossatore di leggendari gessati.

    Fratelli. Che peso ha la fratellanza nello sport moderno? Storie di fratelli, unioni e conflitti. 

     

     

    C’era una volta


     

    Cento anni fa oggi nasceva il premio Nobel Saul Bellow, uno dei più grandi scrittori del novecento. Raccontò lo smarrimento dell’uomo