Alexis Troika, addio Omar (Sharif) e il Papa da Burger King. Di cosa parlare stasera a cena
In esclusiva per noi Marco Alfieri seleziona e propone letture, spunti e idee per sapere quello che succede nel mondo.
Frase del giorno
“#Tsipras prima sostiene il no al referendum, poi spinge per il sì all'accordo. Nemmeno Andreotti sarebbe arrivato a tanto…”
Alessandro Barbera
Alexis Troika
Le proposte inviate da Atene la notte scorsa sono “esaurienti” e verranno valutate sulla base della loro fattibilità. Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, sparge ottimismo sulle sorti del braccio di ferro tra Grecia e creditori internazionali. Anche i mercati sembrano credere all’accordo imminente mentre stasera, al Parlamento di Atene, il premier Tsipras chiede il mandato per chiudere l’accordo con Bruxelles (ma ci sono spaccature in Syriza).
Per Bloomberg c’è molta farina francese dietro l’ultima proposta dei Atene (mentre la Germania punta ancora i piedi). Anzi, la proposta di Atene ai creditori su cui domani, verosimilmente, si troverà un accordo di bailout, somiglia da vicino a quella bocciata domenica scorsa dai cittadini greci nel referendum. Ironico David Carretta: il rivoluzionario premier greco rischia di diventare Alexis Troika.
Politico Europe si sofferma non a caso sui destini paralleli di Angela Merkel e Tsipras. Chiudere un accordo sarà un conto, farlo digerire ai rispettivi paesi sarà un altro paio di maniche.
Chi sono i paesi che non vogliono dare soldi alla Grecia? Sono quelli più poveri, che hanno applicato l'austerità con successo.
Infine due cose. Un’interessante analisi di Open Democracy sul profilo interno del partito di Tsipras: più che una formazione di sinistra sembra un movimento dominato da nazionalisti; e un po’ di fact checking: Tsipras sostiene che le risorse del primo salvataggio sono andate alle banche di Francia e Germania? Sbagliato. I numeri raccontano una storia diversa: tra 2010 e 2013 banche e governo greci hanno ricevuto un flusso positivo di risorse dall’estero…
Se ne parla oggi
Saremo alleati? Maurizio Molinari spiega perché il negoziato sul nucleare iraniano rischia di bloccarsi, ancora (c’entra il nodo delle sanzioni militari) mentre l’Ue ha esteso fino a lunedì 13 luglio il congelamento delle sanzioni contro l’Iran, concedendo altro tempo ai negoziati in corso a Vienna. Si tratta della terza proroga nelle ultime due settimane. Fast Company pubblica invece una storia breve (con mappa) degli arsenali nucleari nel mondo.
La Cina è vicina. La vera lezione cinese? Il dirigismo non ferma i capitali a caccia di opportunità, scrive giustamente Andrea Boda. Mentre l’Ft fa un ritratto del banchiere Xiao Gang, l’uomo che dovrà salvare Pechino (e i mercati del mondo) dallo scoppio della bolla cinese.
La chiesa dei poveri. Speculazione finanziaria “nunca más”, dice il Papa da Evo Morales. Il Cristo crocifisso su un martello e comodamente poggiato su una falce non s’era ancora visto, ma la fantasia del presidente dello Stato plurinazionale di Bolivia è capace di raggiungere vette inesplorate.
Diplomazia levantina. La Grecia chiede aiuto all’Europa ma firma accordi energetici con la Russia. Siglato contratto da 2 miliardi di euro per il cosiddetto South European Pipeline di Gazprom che sarà in grado di trasportare 47 miliardi di metri cubi di metano l’anno.
“Aboliamo i sindacati”. Cosa si dice a Londra, dopo il clamoroso sciopero della metropolitana.
Se ne sono andati
Chi era al Faisal, per quarant’anni il gran burattinaio della diplomazia saudita (aveva 75 anni). Ovviamente si porta in tomba molti dei segreti di Riyad.
Oggi è morto a 83 anni anche Omar Sharif, attore egiziano stranoto, volto di Zivago e Lawrence d’Arabia. Gran giocatore di bridge e uomo di mondo.
Mappa del giorno
I giovani che non fanno nulla in Italia sono decisamente troppi, no?
Argomenti di dibattito
Nuova guerra fredda. Geopolitica, gasdotti (e non solo). Brookings analizza cosa significa la crisi greca per la Russia e viceversa. Analisi interessante e non scontata.
Europa invertebrata. Repubblica ha pubblicato un ottima intervista con il ministro dell’economia francese Macron, che è lapidario: “senza riforme l’eurozona scompare in 10 anni.” E ancora. “Cosa vuol dire sinistra oggi? Modernizzare l’economia…” Già, prendere nota.
Climate change. Technology Review spiega perchè a dispetto delle apparenze, gli ambientalisti non stanno vincendo la loro battaglia contro la nuova frontiera del gas naturale.
Chi brinda col vino. Com’è cambiata negli ultimi anni la geografia alcolica globale: produttori, consumi, minacce e opportunità.
Cose da sapere
Nel Continente nero. Scrive Quartz che non si sta facendo ancora abbastanza per far crescere adeguatamente una middle class africana.
Vatican Burger. Nel momento del bisogno, anche Papa Francesco è entrato in un Burger King (era a Santa Cruz, Bolivia, e non c’era altro posto adatto per cambiarsi prima della Messa).
Colpa del Sudan. Come si è sviluppato lo scontro tra l’Onu e la società milanese Hacking Team che ha coinvolto anche il governo italiano. Sullo sfondo, la lotta su come classificare i software di sorveglianza. E poi la rivelazione inquietante sul furto di dati negli Usa: oltre 21 milioni di cittadini coinvolti. I dati spiati riguardano particolari privati e sensibili di chiunque abbia fatto richiesta di lavorare per l’amministrazione Usa. C’è lo spettro dei pirati cinesi.
Il mio nome è mai più. Vent’anni dopo il massacro di Srebrenica, cosa pensano dei cristiani i musulmani di Bosnia.
Ossessioni
Ladri digitali. Ecco come ho conosciuto l’uomo che mi ha rubato l’identità su Facebook.
Tentativi di eroismo. L’invincibile affollamento di pensieri e acquisti online nelle notti estive insonni.
Fast fashion. Come si sono vestiti gli uomini negli ultimi 100 anni, in un video che dura un minuto.
Segui i soldi. Il mistero della più grande transazione di bitcoin della storia (è ancora in corso, e potrebbe bloccare tutto il sistema).
Mettetevi comodi
Cuba libre. Un ottimo reportage di BuzzFeed dentro la redazione del glorioso Granma, il giornale del partito comunista cubano, sospeso tra il nuovo corso digitale, la distensione con gli Usa e l’immarcescibile censura dell’isola.
Maschere per un massacro. Nel settembre 2011 un gruppo di fotografi e giornalisti che avevano seguito la guerra in Bosnia si sono incontrati e hanno deciso di darsi appuntamento a Sarajevo il 6 aprile 2012, per commemorare il ventesimo anniversario dell’inizio del conflitto. Sono nati così un convegno chiamato “Sarajevo 2012” e l’idea di fare un libro fotografico sulla guerra bosniaca. Un video molto bello ne ripercorre i lavori.
Jihad quotidiana. Il Ciad è uno degli stati che più si è impegnato contro Boko Haram, che ha iniziato ad agire anche al di fuori dei confini della Nigeria. Vice News è stata nella regione e ha parlato con soldati e rifugiati.
Oscar Nba. Firme, delusioni, incomprensioni, ripensamenti ed emoji della più folle free agency degli ultimi anni.
C’era una volta
Trent’anni fa oggi veniva affondata dai servizi segreti francesi la mitica Rainbow Warrior, la nave di Greenpeace
Il Foglio sportivo - in corpore sano