Il bluff di Atene, il rinvio del deal iraniano e Ivan Basso. Di cosa parlare stasera a cena
In esclusiva per noi Marco Alfieri seleziona e propone letture, spunti e idee per sapere quello che succede nel mondo.
Frase del giorno
“È già partito il trenino digitale ‘Tsipras servo della Troika’. Una settimana fa per gli stessi era il paladino della democrazia…”
Tommaso Ederoclite
Melodrachma
L’accordo è unanime, almeno questo. Dopo una maratona notturna di diciassette ore, i leader dell’Eurosummit hanno deciso di avviare un negoziato con la Grecia per il lancio di un terzo programma di salvataggio. Sarà un’azione triennale, con un sostegno compreso fra 82-86 miliardi, fortemente condizionato: Atene ha tre giorni per approvare un pesante pacchetto di riforme: fisco, pensioni, accesso al mercato, riforme giudiziarie. Verrà creato gradualmente un fondo di garanzia degli investimenti da 50 miliardi in cui Atene collocherà fette di patrimonio che, coi suoi profitti, aiuterà gli investimenti diretti in terra ellenica. Le banche avranno 25 miliardi per essere ricapitalizzate e stamane la Bce potrà riprendere le manovre sulla liquidità (via Marco Zatterin).
Il documento dell’Eurosummit del 12-13 luglio con le condizioni per garantire alla Grecia un nuovo prestito. In neretto sono evidenziati i passaggi più importanti.
Nel giochino di vincitori e vinti l’impressione è che abbiano avuto successo le pressioni “geopolitiche” Usa per arrivare ad un accordo, gli equilibrismi finanziari di Draghi e la mediazione politica di Francois Hollande. L’accordo in extremis ha trasformato almeno per ora una crisi internazionale in una tempesta nazionale, scrive Stefano Cingolani. Da monitorare nei prossimi giorni anche il ruolo avuto da Angela Merkel e lo zampino vincente del ministro Schauble, che ha “chiamato” il bluff greco.
Il nodo più delicato infatti è il fronte interno greco. La corrente di sinistra di Syriza, il partito del premier greco, è contraria all’intesa raggiunta con i creditori a Bruxelles. L’ex ministro Varoufakis attacca platealmente Tsipras e il parlamento deve approvare il piano mercoledì, ma potrebbero mancare i numeri (ci sarà rimpasto di governo?). Fino ad allora le banche resteranno chiuse, perché la Banca centrale europea non ha aumentato la liquidità d’emergenza.
Cinque anni di confronti “finanziari” tra Atene e Bruxelles nella ottima infografica interattiva del Wsj; i prossimi passaggi nella spiegazione del Nyt; e come funzionerà il fondo della “discordia” che si occuperà di valorizzare gli asset greci (scongiurata l’ipotesi che il patrimonio greco venisse gestito da Lussemburgo).
Sicuri che i “cattivoni” stanno a Berlino? La vera crociata è quella dei Paesi Baltici: il blocco Lettonia-Estonia-Lituania ha ingoiato le ricette di austerità e ora protesta per la disparità di trattamento con Atene.
Infine la nemesi più beffarda. Tsipras dimostra che il populismo va bene per giocare con il referendum ma non per salvare un paese, scrive Claudio Cerasa. Lezioni per la brigata Kalimera italiana.
Se ne parla oggi
Saremo alleati? Il ministro degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha annunciato che le trattative tra le potenze mondiali del 5+1 e Teheran non finiranno oggi. Non ci sarà quindi alcun accordo sul programma nucleare entro la mezzanotte. Se accordo ci sarà nei prossimi giorni, per alcuni analisti porterà vantaggi ai consumatori e un ulteriore calo del prezzo del greggio.
La Cina è vicina. Speculazione e azzardo di massa. Crolli e rimbalzi per decreto. Cronaca del ’29 di Pechino, dove gli investitori sono contadini e principianti.
Corsa alla Casa Bianca. Intanto Jeb Bush e Hillary Clinton cominciano a duellare a distanza. Temi caldi l’economia e la crescita.
Jihad quotidiana. Per la cronaca, i Fratelli musulmani sperano nella destabilizzazione dell’Egitto ad opera del terrorismo per dare la spallata al nuovo corso di Sisi. Tanto peggio tanto meglio. Gli Usa invece spingono per utilizzare i droni in Nordafrica per combattere lo Stato islamico (Libia e dintorni). Mentre in Nigeria il presidente Muhammadu Buhari ha licenziato i capi di esercito, marina e aviazione, perché incapaci di impedire i continui attentati di Boko Haram.
Spie come noi. Segreti, concorrenza e fobie: tutti i punti deboli di Hacking Team, dalle performance in calo ai fuoriusciti passando per la concorrenza e le nuove leggi.
L’impero di Cindia. Foxconn, la mega fabbrica cinese che produce tra le altre cose gli iPhone, costruirà nuovi stabilimenti in India dopo che i costi di produzione in Cina sono lievitati.
Personaggi
Politico racconta l’ascesa di Bernie Sanders, l’anziano senatore amico di Ralph Nader che si definisce “socialista”. Soprattutto, rivale di Hillary Clinton alle primarie democratiche Usa.
Vice News è riuscito a vedere la parte finale del tunnel da cui secondo le autorità messicane, sarebbe passato Joaquin "El Chapo" Guzman, uno dei capi indiscussi del narcotraffico, durante la sua seconda evasione. Il buco, nel pavimento polveroso di un edificio in costruzione, a un chilometro e mezzo dalla prigione di massima sicurezza di Antiplano, è così stretto che un uomo adulto ci passa a stento. L’anno scorso, quando “El Chapo” era stato incarcerato, il New Yorker le aveva dedicato questo ritratto magistrale.
Mappa del giorno
L’invecchiamento della popolazione giapponese è così preoccupante che nel giro di pochi anni alcuni quartieri di molte città potrebbero diventare fantasma
Argomenti di dibattito
Grecia alle vongole. Meno Pericle a sproposito, più educazione civica. I danni del classicismo attualizzante visti da un grecista.
Il futuro del lavoro. Fortune spiega in che modo e perché i manager delle grandi aziende stanno “ammazzando” la produttività dei propri dipendenti. Non c’è che dire: l’impatto sarà importante.
Il grande dilemma. Il movimento di Grillo è il secondo partito in Italia, stabile al 27 per cento, ma solo meno di un terzo dei suoi elettori vuole che vada al potere. Spicca per interclassismo e trasversalità, è il primo partito fra i ceti medi pubblici e quelli privati, ma anche tra gli autonomi, i giovani e i disoccupati.
I cugini di Nokia. I fondatori di Spotify, Skype e Candy Crush (tutte svedesi) spiegano il sorprendente settore tecnologico della piccola Svezia.
Cose da sapere
Pedalare in salita. Il ciclista Ivan Basso, ex trionfatore al Giro d’Italia, ha un tumore al testicolo sinistro e si ritira dal Tour de France: "Stasera sono a Milano e domani mi opero subito…”
Nel Continente nero. Buone notizie. In Africa Occidentale la tecnologia mobile sta aiutando a ridurre la mortalità infantile durante le fasi delicate del parto.
La vice lingua. La seconda lingua parlata nei vari paesi del mondo in una incredibile (e bellissima) mappa.
I grattacapi di Zuckerberg. Sappiate che il più grande problema di Facebook sono i vostri (e nostri) video. Vox spiega perché.
Ossessioni
Se proprio proprio si deve. Dice una nuova ricerca citata dall’Independent che, al limite, bisognerebbe legalizzare la cannabis e proibire il tabacco (fa più male).
Gluten free? Fate attenzione all’etichetta. I nemici dei celiaci sono nei prodotti senza glutine…
Rovine virtuali. Le rovine della civiltà industriale ci circondano e da anni definiscono l’estetica contemporanea, ma noi non ce ne accorgiamo. E i videogiochi non fanno eccezione.
Mettetevi comodi
Il default della Grande Mela. Diciassette ottobre 1975, viaggio a ritroso in un grande paese dove, se i conti non tornano, si chiude bottega.
Piacere, Zalando. Tecnologia e talenti hanno portato il sito di e-commerce al principale Ipo continentale da 15 anni a questa parte. I negozi possono soccombere, o scendere a patti. Un bel reportage nella Silicon Valley europea.
Psichiatrizzare la giustizia. L’Atlantic svela come alcuni tribunali utilizzano un test psicologico per determinare se un imputato è pedofilo. È un metodo controverso, che forse ha rovinato la vita a degli innocenti (via Rivista Studio).
L’accademia più grande del mondo. Si chiama Aspire Academy e l’hanno voluta gli sceicchi del Qatar: un vivaio calcistico che attinge da tutto il mondo e con una piccola squadra satellite, l’Eupen. La racconta Rivista Undici.
C’era una volta
Ottantacinque anni fa oggi, iniziarono i primi campionati mondiali di calcio della storia. Si giocarono in Uruguay dal 13 al 30 giugno e la vittoria finale fu appannaggio della squadra di casa
Il Foglio sportivo - in corpore sano