Grecia verso il voto, Crocetta nella bufera e l'hotel dei robot. Di cosa parlare stasera a cena

Marco Alfieri

In esclusiva per noi Marco Alfieri seleziona e propone letture, spunti e idee per sapere quello che succede nel mondo.

    Frase del giorno


     

    Ma è possibile che di tutti i governatori di centrosinistra nel Mezzogiorno non ne hanno eletto uno buono…?”

    Antonio Polito


     

     

    Le fatiche di Tsipras

     

    I ministri economici dell’eurozona hanno dato il via libera al prestito di emergenza da 7 miliardi di euro che permetterà ad Atene di pagare entro lunedì la tranche dovuta alla Banca centrale europea (3,5 miliardi). Nel frattempo le banche greche potranno disporre di 900 milioni di contanti in più, secondo quanto deciso dalla Bce, e lunedì potranno finalmente riaprire (via Internazionale).

     

    La notizia di oggi però non è tanto il libera o l’aumento della liquidità d’emergenza per le banche (scontati dopo il varo del pacchetto di riforme votato ieri notte dal parlamento ellenico) bensì l’apertura condizionata al Quantitative easing (Qe) della Bce fatta da Mario Draghi. Che poi dice: serve alleggerire il debito…

     

    A proposito. Dopo tanti spifferi (e strumentalizzazioni), cosa dice esattamente il rapporto confidenziale del Fmi sulla Grecia ripreso dalla Reuters. Eccolo qui.

     

    Certo, il quadro politico greco è ridotto in macerie. Oggi il ministro dell’interno Voutsis ha pronosticato un probabile voto anticipato in autunno. Syriza infatti si è spaccata sull’accordo con i creditori internazionali.

     

    Ma alla fine, chi paga il conto della manovra greca varata dal parlamento? Lo spiega in modo coinciso Alessandro Barbera.

     

    Politico Europe solleva un altro punto interessante: anche solo la richiesta del ministro tedesco Schauble di sospendere temporaneamente Atene dall’eurozona, è stata la rottura di un tabù. La dimostrazione che ha ragione il premier inglese Cameron: l’Unione europea non è per forza di cose destinata a diventare più stretta, anzi. Ergo: nulla sarà più come prima…

     

     

    Amico Ayatollah

     

    L’Iran deal in duecento parole messo in (bella) grafica dal Nyt.

     

    Politico Magazine stila otto motivi per cui l’accordo potrebbe peggiorare molte cose in Medio Oriente (e non solo); per l’Economist invece meglio lo storico disgelo di qualsiasi altra alternativa sul campo.

     

    Peraltro tutta l’avversione (e l’ossessione) saudita contro l’Iran, ossia l’alleato storico degli Usa che più ha da perdere dal deal (insieme a Israele), emerge anche da una serie di documenti recentemente svelati da WikiLeaks.

     

    “Senza la Russia non ce l’avremmo fatta”, ammette Obama. I calcoli di Putin sull’accordo con Teheran, le polpette e la parola d’ordine: compartimentazione. Di tutt’altro tenore il commento del capo della sicurezza nazionale del Cremlino. I venti da guerra fredda ancora non si placano.

     

     

    Se ne parla oggi

     

    Jihad quotidiana. Un missile terra aria dell’Isis ha colpito una nave militare egiziana davanti al Sinai. A proposito: anche le tribù beduine sono finite nel mirino del Califfato. Lo racconta un bel report dall’Egitto della Reuters.

    Corsa alla Casa Bianca. Dati alla mano e sorprendentemente, scrive Nate Silver, i democratici si stanno comportando come i repubblicani e viceversa. Ecco perché.

    La Cina è vicina. Secondo Paul Singer il crash del mercato cinese potrebbe avere implicazioni peggiori della bolla dei mutui “subprime” americani.

    Croce(tta) sopra. Rosario Crocetta si è autosospeso da presidente della Sicilia dopo le polemiche nate in seguito alla pubblicazione dell’intercettazione della telefonata con il suo medico, Matteo Tutino, diffusa dal settimanale L’Espresso. Tutino, parlando con Crocetta dell’ex assessora alla sanità Lucia Borsellino, aveva detto: “Va fermata, va fatta fuori come suo padre”. Crocetta non ha risposto alla frase di Tutino, rimanendo in silenzio. Ma la Procura avverte: negli atti l’intercettazione non c’è.

     

     

    Mappa del giorno


     

    La preoccupazione per l’estremismo islamico è più forte nei paesi occidentali che in quelli a maggior tasso di popolazione musulmana

     


     

     

    Argomenti di dibattito

     

    Spie come noi. Come si evolve e perfeziona lo spionaggio industriale al tempo degli hacker e della rete, secondo il Financial Times.

    “Liberismo selvaggio.” Da scagliare contro gli avversari nella dialettica della politica, da utilizzare per riaccendere la fede nei credenti, da sfoderare negli euro summit e in ogni talk-show che si rispetti quando arriva la domanda più spinosa. Dalla Grecia a Charlie Hebdo, antologia di una nuova dottrina politica (un po’ cialtrona).

    Il secolo dell’odio. Da Srebrenica alla Siria, cosa insegnano i tremendi genocidi passati sulle atrocità che viviamo oggi (spesso senza accorgercene)? Una bella riflessione dell’Economist.

    Erba libera. Ma legalizzare la cannabis conviene o no? Durante il suo governo se l'era domandato pure Mario Monti. Un report da rileggere, ora che in 218 hanno presentato una proposta di legge alla Camera.

    Mezzogiorno di fuoco. Perché nonostante il caldo atroce non riusciamo a smettere di preoccuparci, se non proprio a goderne, dell’aria condizionata?

     

     

     

    Cose da sapere

     

    Com’era nel principio. La storia delle cinque principali religioni del mondo, raccontata in un video di due minuti e mezzo.

    Lavori socialmente utili. D’ora in avanti anche le cheerleaders delle squadre sportive californiane potranno beneficiare del salario minimo. Alè.

    Uguali e diversi. Sempre più persone usano i social network per informarsi. Ma lo studio del Pew Research indica anche le differenze di approccio nel cercare news su Facebook piuttosto che Twitter. Interessante.

    Piacere, Plutone. Un bel riassunto del pianeta nano per immagini, messe in fila con eleganza dal Washington Post.

     

     

     

    Ossessioni

     

    Periodo ipotetico del terzo tipo. Bella domanda quella di Vice: cosa succederebbe se tutti i cervelli in fuga tornassero in Italia?

    Manco morto. Lo sapete che le camere mortuarie sono uno dei posti più pericolosi in cui lavorare? Sembra che l’uso corrente di alcune sostanze disinfettanti esponga al rischio di malattie neurodegenerative.

    Mille espedienti. Come battere il jet lag? Provate con lo yoga suggerisce la manager di un’organizzazione ambientalista.

    Figlia di nessuno. Che vi piaccia o meno, la Italo Disco ha generato tutta la musica dance degli ultimi trent'anni. Eppure non possiede una forma precisa, e per lungo tempo dopo la sua nascita negli anni Ottanta non ha avuto nemmeno un nome.

     

     

     

    Mettetevi comodi

     

    e-learning. L’Atlantic racconta magistralmente in che modo i libri e i supporti digitali stanno cambiando le biblioteche delle nostre scuole.

    Sahara boom. Il bellissimo reportage immersivo del Wsj sul business dei migranti che ha trasformato la città di Agadez (Niger) in un mercato rigoglioso di soldi & sfruttamento.

    Altri hotel. Quartz ci porta dentro il primo hotel giapponese gestito (in parte) da robot. Un filino surreale ma efficiente.

    La fine di Bolt? L’uomo freccia è rimasto il più possibile lontano dai riflettori, ma tra poche settimane comincia il Mondiale della resa dei conti con i suoi rivali di sempre.

     

     

    C’era una volta


     

    Nell’oggi del 622 iniziava l’anno zero del calendario islamico, cioè il conto degli anni per come li conosciamo