La guerra a Parigi, Kant e l'Europa invertebrata. Di cosa parlare stasera a cena - Edizione straordinaria

Marco Alfieri

In esclusiva per noi Marco Alfieri seleziona e propone letture, spunti e idee sugli attentati di Parigi.

    Frase del giorno/1

     


    Charlie era un simbolo, questa è guerra…”

     

    Bernard-Henri Lévy


     

     

    Frase del giorno/2

     


    “Loro hanno il Corano, ma noi abbiamo Kant. Viva la critica della ragion pura. Viva il dubbio. Viva la libertà…”

     

    Salvatore Merlo


     

     

    Quindici cose notevoli da segnalare, in attesa di sapere l’identikit dei jihadisti islamici che hanno portato l’inferno nel cuore dell’Europa, delle indagini e delle prossime mosse militari e di intelligence nella lunga guerra contro lo Stato islamico…

     


     

     

    Scusate, dov’è la notizia?

     

    Attentati a Parigi, i segnali rimasti inascoltati. “Charlie Hebdo”, Copenaghen, il Canada, l’Australia: fino all’accoltellamento di Milano. Pierluigi Battista ha scritto sul Corriere un articolo sull’Occidente smemorato e pavido cui è difficile aggiungere altro. Va letto e basta!

     

    Come vanno lette le ottime analisi di Maurizio Molinari (“L’attacco dei terroristi a Parigi testimonia che l’Europa è un fronte della guerra che si combatte in Siria ed Iraq contro i gruppi jihadisti”) e dell’Economist sul significato, per l’Europa, della immane tragedia parigina.

     

    In effetti fa sorridere parlare di sorpresa per la mattanza di Parigi. La guerra globale del terrorismo fondamentalista è in corso da anni e durerà a lungo, purtroppo. Do you remember Madrid (2004) e Londra (2005)? Guardate questa bella infografica del Washington Post: fa impressione vedere messi in fila tutti gli attentati compiuti su suolo europeo negli ultimi vent’anni. Quanti “11 settembre dell’Europa” dobbiamo evocare prima di rendercene conto e non restare inermi?

     

     

    Conosci il nemico

     

    "Idolatri che si sono riuniti per una festa perversa…". Scorrendo la rivendicazione degli attentati firmata Isis c’è un passaggio, riguardo al concerto del Bataclan, che dice tutto e lascia senza fiato…

     

    Da un anno lo Stato islamico dichiara la propria ossessione militare contro la Francia, con una lunga serie di attacchi e con un numero eccezionalmente alto e ripetitivo di minacce di propaganda. La nuova "Soumission" e l'islamismo. Perché Parigi è odiata come “capitale della blasfemia” (ma nel mirino ci sono anche Roma, Londra e gli Usa).

     

    Ah, un testimone citato da AP dice che una delle auto dei jihadisti aveva targa belga. Se fosse confermato non sarebbe una sorpresa. Proprio l’altro giorno Politico Europe ha pubblicato un’analisi interessante sul problema terrorismo in Belgio, paese cerniera dell’Europa.

     

    La bellissima inchiesta del Financial Times sulle finanze dell’Isis e il petrolio del Califfo. La verità è che non esiste ancora una strategia condivisa dalla comunità internazionale per distruggere Isis. Anzi. I tanti, troppi “stati falliti” nel Medio Oriente (Afghanistan, Iraq, Siria, Libia, Yemen) sono i territori franchi in cui il mostro fondamentalista prospera e si riproduce.

     

    Dagli archivi ho infine selezionato tre “must read” sul mostro Isis, da leggere se si vuol capire la sfida che abbiamo davanti: Genesi del Califfato (e perché c’entrano alcuni ex ufficiali di Saddam Hussein); Cosa vuole davvero il Califfato; e come il Califfato si sta espandendo in Medio Oriente.  

     

     

    Sabbie arabe

     

    Il presidente iraniano Hassan Rohani ha deciso di rinviare la sua visita ufficiale in Europa, che doveva cominciare oggi da Roma e toccare Parigi lunedì e martedì. Rohani ha definito gli attacchi di ieri sera a Parigi “un crimine contro l’umanità”, e li ha condannati “con vigore.”

     

    Per Bashar al Assad gli attentati di Parigi sono il risultato della politica francese in Siria. Il presidente siriano l’ha dichiarato in un incontro con i diplomatici francesi a Damasco.

     

     

    Foto del giorno

     


    #Bataclan, dal concerto al massacro…

     


     

     

    Domani è un altro giorno

     

    Nel frattempo in Turchia comincia il G-20. La Siria e l’emergenza profughi erano già al centro dell’agenda dei potenti del mondo. Ma è chiaro che la strage di Parigi avrà un impatto decisivo sui lavori, spiega il Wsj. Anzitutto la Francia chiederà un focus sulle strategie da mettere in campo per distruggere Isis.

     

    A proposito. Tra 15 giorni a Parigi comincerà la conferenza mondiale sul clima. Anche qui. Ovvio che gli attentati scombussoleranno i piani organizzativi e di sicurezza.

     

     

    C’era un volta

     

    Gli Eagles of Death Metal, il gruppo che si stava esibendo al Bataclan, a luglio avevano suonato in Israele, rifiutando e deridendo l’appello dell’ex cantante dei Pink Floyd Roger Waters a boicottare lo Stato ebraico. La sala concerti sfregiata dal terrorismo vogliamo ricordarla così, con Nico, Lou Reed e John Cale che cantano I’ll Be Your Mirror, correva l’anno 1972.

     

     

    Nota bene

     

    Promemoria piuttosto importante (contro populismi facili e strumentalizzazioni): quello che è successo a Parigi è un esempio – piccolissimo, in confronto – di quello da cui “scappano” i rifugiati (via Francesco Costa). Ricordiamolo sempre...