Amico Putin, il petrolio dell'Isis e il Napoli di Sarri. Di cosa parlare stasera a cena.

Marco Alfieri

In esclusiva per noi Marco Alfieri seleziona e propone letture, spunti e idee per sapere quello che succede nel mondo.

    Frase del giorno


     

    Hanno le armi. Che si fottano. Abbiamo champagne…”

    Dalla nuova copertina di Charlie Hebdo


     

     

    Parigi dopo Parigi

     

    Il ministero dell’interno francese ha riferito di 104 blitz, 16 fermi e sei armi sequestrate in relazione agli attentati del 13 novembre. È ancora ricercato uno dei cinque attentatori identificati finora, che potrebbe essere rientrato in Belgio, suo paese d’origine. Le autorità francesi hanno inoltre confermato che stanno cercando un secondo fuggitivo implicato direttamente con gli attentati (via Internazionale).

     

    Altre due persone sono state arrestate, in collegamento agli attentati di Parigi, in Germania: il bilancio delle operazioni in corso nel Nordreno Westfalia sale a sette fermi.

     

    C’è poi la vicenda della “mente” delle stragi, il belga Abdelhamid Abaaoud. Secondo alcune fonti citate dal Nyt sarebbe stato l’obiettivo già il mese scorso di strike anti Isis su Raqqa. Si sospetta che il giovane sia scappato in Siria dopo il fallito attentato dello scorso gennaio.  

     

    La verità? Nella guerra al terrore Hollande rischia di essere un uomo solo. Dall’Europa arriva un appoggio di prammatica. Non fosse che Putin, almeno lui, ha deciso di schierare le navi russe a fianco di Parigi: “lotta a Isis come contro Hitler…”

     

    Cosa vuole cambiare esattamente il presidente Hollande della costituzione francese, per adattarla alla sfida terrorista? L’analisi del Monde (articolo tradotto in italiano da Internazionale).

     

    Secondo il Wsj è possibile che i jihadisti abbiano trovato il modo di aggirare la sorveglianza elettronica occidentale.

     

    Anonymous ha invece cominciato a pubblicare dettagli personali dei sospetti terroristi dell’Isis.

     

     

    Il mondo dopo Parigi

     

    In che senso i fatti di Parigi stanno avvicinando, faticosamente, Russia e Occidente e la mappa dei paesi più colpiti dal terrorismo (con qualche sorpresa).

     

    Ah, ricordate l’aereo russo caduto in Sinai? E’ stata una bomba. Putin ora mette una maxi-taglia sui terroristi: “li cercheremo ovunque, li troveremo e li puniremo.”

     

    Per la cronaca, gli strike aerei americani hanno cominciato a colpire assets petroliferi dell’Isis. Meglio tardi che mai.

     

    Esportare la democrazia, si diceva una volta. Oggi bisognerebbe accontentarsi di un obiettivo più modesto e immediato: bloccare l’importazione del Califfato in Libia, scrive Daniele Raineri.

     

    E l’economia? Le borse stanno reagendo composte ma il costo del terrorismo per l’economia globale è peggiore oggi di quanto lo fu dopo l’11 settembre, scrive Bloomberg.

     

    Le foto della presa di Sinjar, in Iraq. Una delle più importanti recenti vittorie contro l’Isis, raccontata per immagini: l’attacco delle milizie curde, la città in rovina, la gioia e la fuga degli abitanti. Perché non è che vincono sempre, eh?

     

    Nel frattempo Isis Pharmaceuticals sta pensando di cambiare nome. Porelli!!!

     

                                                                                                         

    Personaggi

     

    Mica solo Obama. La verità è che nessuno dei democratici in corsa per la Casa Bianca ha uno straccio di strategia efficace per combattere l’Isis.

     

    Tutto quello che val la pena sapere sull’azzardato doppio-gioco del Re Saudita; da una parte alleato dell’Occidente, dall’altra istigatore e finanziatore degli estremisti (via Prismo Mag).

     

    La video carrellata del Nyt sui sette giovani sospetti terroristi della strage di Parigi e una bella infografica che mette in evidenza i loro legami.

     

    Zar Putin nel giro di un anno, da G-20 a G-20, si è trasformato da paria del mondo a powerbroker. Potenza della realpolitik.

     

    C’era una volta il calcio in Siria. Storia di calciatori in un paese in guerra.

     

     

    Parigi val bene un dibattito

     

    Perché proprio quel concerto? È perché i proprietari del Bataclan erano ebrei? O perché suonavano gli Eagles of Death Metal, che per la cronaca non sono un gruppo metal? Una risposta secondo Slate c’è, forse (articolo tradotto in italiano da Il Post).

     

    Quale lezione può trarre la Francia terrorizzata e sotto attacco di oggi dall’eredità della guerra algerina?

     

    Perché spesso le cellule dei jihadisti sono composte da fratelli? Se lo chiede il Guardian.

     

    Leggere bene: Renzi non dovrebbe avere paura della parola “guerra”. Chiamare “iniziativa” l’intervento militare, perché di questo si tratta, è un modo farisaico per edulcorare la realtà.

     

    In che modo i fatti di Parigi stanno cambiando il dibattito sui rifugiati in Europa. Ad esempio i paesi dell’est si sono compattati contro il piano Merkel. Eppure… eppure scrive Vox che rimandare indietro i migranti non è solo sbagliato, aiuterebbe anche la strategia dell’Isis.

     

    Perché il Belgio? Come un piccola nazione si è trasformata nella culla del jihadismo europeo.

     

    Cronobufale. Una strage di otto mesi fa in Kenya è tornata a essere “notizia” e breaking news, grazie a Facebook e Twitter (e noi, ovviamente). Basta un click per piegare lo spaziotempo?

     

     

    Mappa del giorno


     

    I paesi Ocse con il più alto numero di cittadini migranti ben scolarizzati

     


     

     

    Il mondo oltre Parigi

     

    Il grande esodo. L’esodo di cubani in marcia verso gli Usa sta diventando la nuova emergenza migratoria di Washington.

    Melodrachma. La Grecia riceverà in settimana un’altra rata del piano di salvataggio (12 miliardi) dopo aver definito con Unione europea e Fondo monetario internazionale alcune misure per il risanamento dei conti pubblici.

    Giudizio sospeso. L’Italia è “a rischio di non rispetto” del Patto di Stabilità. Lo ha detto la Commissione europea, esprimendo il suo giudizio sui progetti di bilancio degli Stati membri dell’Ue per il 2016

    Il bello della spazzatura. Quanta ne produciamo e quanta ne ricicliamo in Italia? Quali regioni fanno meglio la raccolta differenziata, e quali peggio? Ci sono un po’ di nuovi dati (via Il Post).

    L’auto del popolo. Ogni giorno che passa diventa sempre più dura per Volkswagen. Il calo delle vendite in Europa comincia a pesare sul colosso tedesco.

    Che ci faccio qui. Atlas Obscura ci porta dentro il club dei 100, ossia l’esclusivo circolo dei viaggiatori che hanno visitato almeno cento paesi nel mondo.

    Quattro mani. Il famosissimo Diario di Anna Frank ha ufficialmente un co-autore: il papà di Anna.

     

     

    Mettetevi comodi

     

    Vie traverse. In che modo il Kurdistan iracheno bypassa Baghdad e vende il petrolio all’estero. Un’interessante inchiesta della Reuters, con ricadute evidenti sugli equilibri in Medio Oriente (e la lotta contro il Califfato).

    Il mondo, domani. Fast company ci porta dentro gli avveniristici e costosissimi progetti della Giga Factory di Tesla.

    I giorni della disco music. Un racconto per immagini dell’ascesa e declino delle storiche discoteche di New York.

    L’odore dei soldi. L’Atlantic indaga sui sempre più frequenti suicidi di giovanissimi di belle speranze in Silicon Valley.

    Maestri di calcio. These Football Times celebra il Napoli di Maurizio Sarri, maestro della tattica…

     

     

    C’era una volta


     

    Ventisei anni fa oggi cominciava in Cecoslovacchia la rivoluzione di velluto. Do you remember Vaclav Havel (nella foto)?