Il blitz di Saint-Denis, il nuovo Google+ e Jonah Lomu. Di cosa parlare stasera a cena
In esclusiva per noi Marco Alfieri seleziona e propone letture, spunti e idee per sapere quello che succede nel mondo.
Frase del giorno
“Brahim Abdeslam, uno dei kamikaze, gestiva a Bruxelles una birreria chiusa per traffico di droga. Un pio musulmano…”
Alberto Mattioli
Parigi dopo Parigi
I morti nel blitz a Saint-Denis potrebbero essere più di due. Stamattina per sette ore le forze speciali francesi hanno assediato un appartamento di Saint-Denis in cui erano barricati dei presunti jihadisti. Uno è stato ucciso mentre una donna si è fatta esplodere. L’obiettivo era Abdelhamid Abaaoud, il 28enne jihadista belga di origine marocchine di cui si sono perse le tracce da mesi. La polizia: “Progettavano un attacco alla Defence.”
Il presidente francese Hollande, parlando a una riunione dei sindaci a Parigi, ha confermato che lo stato d’emergenza sarà in vigore per tre mesi. Come cambia il clima quando la guerra arriva in casa. Le chiacchiere si fermano, i fatti comandano l’attenzione. Certo, quando tempo perduto…!
Il piano segreto della Francia per combattere il terrorismo? Blindare le frontiere dell’Unione. Parigi vuole anche un registri dei conti correnti e una stretta sulle armi. Discussione venerdì al vertice dei ministri Ue.
Così abbiamo fatto gli attentati in Sinai e a Parigi, dice lo Stato islamico. La rivista Dabiq rivendica gli attacchi contro due delle nazioni che hanno preso parte ai bombardamenti in Siria. Sul volo russo l'esplosivo è stato piazzato nella lattina di una bevanda.
Cosa vuol dire che soffriamo più per Parigi che per Beirut? Un po’ è normale, non che siamo razzisti, scrive Maxim Mayer-Cesiano sul Washington Post (articolo tradotto in italiano da Il Post).
Mashable ha creato un account twitter “En Mémoire”, su cui sta caricando la foto e una breve bio di tutte le 129 vittime della strage di Parigi. Molto bello e toccante.
Le dodici persone (e idee) che hanno rovinato il quartiere brussellese di Molenbeek, covo dello jihadismo made in Europe.
Il mondo dopo Parigi
La Russia intensifica gli attacchi sulla Siria. Senza un coordinamento ufficiale con i raid francesi, anche quelli russi si concentrano su Raqqa, roccaforte dei jihadisti.
Forse il Wsj è un filo ottimista ma dice che sta nascendo l’embrione di una nuova, santa alleanza anti Isis formata da Usa-Russia-Francia. Vedremo gli sviluppi. Non a caso zar Putin sembra diventato il Mr. Wolf della geopolitica. La stampa anglosassone antipatizza ma riconosce il ruolo di Mosca. Anche in Italia la voce del “partito russo” si rafforza.
Che poi, a leggere le rilevazioni del Pew Research, la stragrande maggioranza dei musulmani odia Isis. Solo che non riescono a farsi movimento di opinione pubblica. Sarà la volta buona di una presa di distanza senza distinguo e timidezze?
La mappa del terrore in Europa, tutto il terrore, non solo quello islamico, negli ultimi 15 anni. E poi cosa c’entra il portale di money transfer CashU, uno dei più diffusi in Medioriente, con la guerra che il jihad islamico ha dichiarato all’Occidente.
I limiti delle procure italiane nel fare la guerra al terrorismo. Storia di Ayachi, il terrorista rilasciato dai pm italiani diventato predicatore della moschea di Molenbeek e ideologo dei futuri attentatori del venerdì 13 di Parigi.
Come sta cambiando la vita dei rifugiati arrivati in questi mesi in Europa dopo i fatti di Parigi, nell’analisi del New Yorker. E come i fatti di Parigi stanno riaprendo la battaglia sulla privacy e i servizi di messaggistica criptata.
Cinque morti e 4 feriti in Nigeria nel secondo attentato in un giorno. Due donne kamikaze si sono fatte esplodere in un mercato della città di Kano, nel nord della Nigeria, uccidendo tre persone. Stamattina a Yola, nel nordest del paese, sono morte almeno 32 persone e altre ottanta sono rimaste ferite in un altro attentato (via Internazionale). La situazione resta critica anche se, per The Market Mogul, la Nigeria avrebbe finalmente cominciato ad imboccare la strada della prosperità economica.
Conosci il nemico
Il sito di news The Daily Beast è riuscito a parlare direttamente con un ex membro dell’Isis. L’uomo, che nella serie di articoli basati sulle sue rivelazioni è indicato col nome fittizio di Abu Khaled, ha ricostruito gran parte del funzionamento dell’apparato della sicurezza dello Stato islamico (via Rivista Studio).
“Conosco i jihadisti dello Stato islamico, mi hanno tenuto in ostaggio per dieci mesi e so per certo che il nostro dolore, il nostro strazio, le nostre speranze, le nostre vite non gli interessano. Il loro è un mondo a parte…”. Sul Guardian la testimonianza di Nicolas Henin, autore di Jihad Academy, The Rise of Islamic State. Che poi spiega che la priorità dev’essere la rimozione di Assad da Damasco se davvero si vuol sconfiggere Isis.
A questo punto rivediamo ex post lo straordinario video reportage dell’anno scorso quando il giornalista di VICE News, Medyan Dairieh, per primo, ebbe accesso esclusivo ai territori controllati dallo Stato Islamico, passando tre settimane a documentare quanto sta(va) avvenendo in quella zona.
Personaggi
Il Guardian ha ricostruito chi è davvero Abdelhamid Abaaoud, il giovane 28enne ritenuto la mente degli attentati di Parigi (articolo tradotto in italiano da Internazionale). Per la cronaca, i suoi familiari non ne vogliono più sapere e speravano fosse già morto in Siria…
Moderato e musulmano. Ritratto di Ahmed Aboutaleb, il popolare sindaco marocchino di Rotterdam che accoglie i rifugiati e vuole spazzare via l'Isis…
Come Marine Le Pen, dopo i fatti di Parigi, sta guadagnando consensi (e parecchia influenza) in Francia.
Parigi val bene un dibattito
Una delle migliori analisi sul nostro essere nudi di fronte al terrorismo islamista l’ha scritta ieri Christian Rocca. Va letta, e basta.
La vera arma dei terroristi è il loro credo, non le loro bombe, scrive Giuliano Ferrara.
E se organizzassimo una legione straniera musulmana per combattere Isis? La proposta “creativa”, via Politico, di Melik Kaylan.
A proposito. Il Nyt ha chiesto a un po’ di esperti com’è possibile distruggere il Califfato. Le opinioni divergono ma tutti sono d’accordo su un punto: si deve cominciare dal sistemare la Siria fuori controllo.
Mappa del giorno
I poveri? Dimezzati in 25 anni (via #Truenumbers). Il numero di persone che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno è passato da 1,9 miliardi del 1990 a 836 milioni nel 2015. Contemporaneamente la classe media è aumentata: ora gli abitanti dei Paesi in via di sviluppo che vivono con più di 4 dollari al giorno sono la metà rispetto ad appena il 18% del 1991. Viva il mercato, viva il capitalismo!
Il mondo oltre Parigi
Valore immateriale. Anche i consumatori stanno cambiando. Scrive Bloomberg che si stanno orientando sempre più verso acquisti esperienziali che di puro prodotto. Le imprese prendano nota.
Brutto clima? In realtà Barack Obama è ottimista sul fatto che al vertice di Parigi, a fine mese, possa trovarsi un buon accordo per combattere il “climate change”.
Cinafrica. Gli investimenti di Pechino nei paesi africani quest’anno sono crollati del 40 per cento. Quartz spiega perché non si tratta totalmente di una brutta notizia.
Passaggio a Oriente. Obama vola nelle Filippine per il summit economico transpacifico e si rialzano i venti guerra (navale) nel Pacifico meridionale. Colpa delle solite isole contese tra la Cina e gli alleati asiatici di Washington.
Un po’ di ossigeno. Il colosso francese del gas industriale e medicale Air Liquide ha trovato l’accordo per comprarsi gli americani di Airgas per 10,3 miliardi di dollari. Incluso il debito, l’acquisizione sale a 13,4 miliardi.
La rivincita di Big G. Google ha rifatto Google+. Il social network dai risultati fin qui deludenti è stato ripensato intorno alle funzioni più popolari tra i suoi utenti: Communities e Collections. Basterà?
La testa tra le nuvole. Ah, la Nasa sta assumendo astronauti. Magari vi interessa…
Mettetevi comodi
Parliamo dell’elefante. Un bellissimo reportage del Wsj racconta come il porto di Mombasa, in Kenya, è diventato l’hub dei trafficanti di avorio.
Cari vecchi Nerd. Fast Company ci racconta il grande boom della tech industry dedicata agli anziani. Epicentro, un’altra volta, Silicon Valley.
Frontalieri. Morire “in esilio” in Svizzera: i migranti italiani del suicidio assistito.
Nella terra di Kim. La storia incredibile di Jeffrey Fowle, un signore dell’Ohio che ha provato a contrabbandare la bibbia in Nord Corea.
L’arte dello storytelling. In dieci anni Telltale Games è passata dall’essere uno sviluppatore come tanti altri alla software house che ha rivoluzionato il mondo delle avventure grafiche. In occasione del season finale di Game of Thrones, Prismo Mag ripercorre la sua storia e analizza la sua filosofia.
Se ne sono andati
Mi chiamavano leggenda. Addio a Jonah Lomu, il migliore del rugby moderno. L’atleta neozelandese è morto oggi a Aukland. Senza di lui il rugby non sarebbe stato lo sport televisivo che è diventato oggi, vent’anni dopo la sua nascita sportiva…
Il Foglio sportivo - in corpore sano