Jihadisti del Mali, il bazooka di Draghi e il sesso in Cina. Di cosa parlare stasera a cena

Marco Alfieri

In esclusiva per noi Marco Alfieri seleziona e propone letture, spunti e idee per sapere quello che succede nel mondo.

    Frase del giorno

     


    In questi giorni capiamo meglio come vivono gli israeliani…”

     

    Antonio Polito


     

     

    Jihad quotidiana

     

    Forze speciali maliane, statunitensi e francesi hanno fatto irruzione nell’hotel dove stamattina, in un’azione terroristica rivendicata dal gruppo “Al-Murabitoun”, degli uomini armati avevano in ostaggio oltre 130 persone. Le vittime sono almeno 27, tra di loro un parlamentare belga. Tutti gli ostaggi sono stati liberati (via Internazionale).

     

    Il “Most Wanted” africano corteggiato dal Califfo e la galassia jihadista che tiene in ostaggio il Mali. Chi è Mokhtar Belmokhtar, il più pericoloso, feroce e sfuggente terrorista del Maghreb. Il suo gruppo “Al-Murabitoun” ha rivendicato l’assalto all’hotel degli stranieri a Bamako.

     

    “Hanno colpito il Mali, cuore dell’Africa francofona, precursore del Califfato”, spiega Domenico Quirico. Nel senso che questo attentato ha molto a che fare con i fatti di Parigi…

     

    Il contrabbando, le rotte dei traffici e le complicità politico-istituzionali. Una bella analisi di contesto sul jihadismo maliano.

     

    Ah, un’altra conseguenza dell’attacco in Mali, che comincia a preoccupare gli analisti, è la sicurezza degli impianti petroliferi in Africa.

     

     

    Parigi dopo Parigi

     

    I resti di una terza persona non ancora identificata sono stati ritrovati sul luogo del blitz di Saint-Denis. Nell’assalto condotto dalle forze di sicurezza francesi sono morti anche Hasna Aitboulahcen che si sarebbe fatta esplodere e Abdelhamid Abaaoud, indicato come la mente della strage di Parigi.

     

    L’affare s’ingrossa. Il network del jihadisti parigini (e i suoi tentacoli) nella bella infografica del Nyt.

     

    Per la cronaca, Abaaoud, già ricercato, gironzolava per l’Europa come nulla fosse. Il perché lo spiega il Guardian, mettendo in fila tutti i segnali d’allarme ignorati dall’intelligence francese (articolo tradotto in italiano da Internazionale).

     

    Da dove vengono le armi usate dai terroristi nell’inchiesta di Ludovic Lamant di Mediapart.

     

     

    Il mondo dopo Parigi

     

    La “reazione implacabile” dell’Ue è durata una settimana. Dopo il vertice di Bruxelles, le posizioni dei paesi membri rimangono lontane sui sistematici e obbligatori alle frontiere esterne di Schengen e sulle falle nella condivisione delle informazioni tra i servizi degli stati membri.

     

    In ogni caso la Commissione europea ha deciso di proporre una revisione delle regole di Schengen, entro la fine del 2015. Previsioni? Il giro di vite alle frontiere colpirà di più i migranti in regola che i terroristi. Bloomberg spiega perché.

     

    Il Wsj spiega invece in che modo Isis sta cambiando strategia, ispirandosi ai cugini di Al-Qaeda.

     

    Mosca intensifica i raid, bombe sul petrolio dell’Isis. Putin aumenta la pressione militare sul Califfato con gli “alleati” francesi. Anche Obama è d’accordo e martedì incontrerà Hollande per spingere la caduta di Assad.

     

    Boots on the ground. Quali e quante truppe servono per avere una “reazione impietosa”? Già, bella domanda. Analisti al lavoro.

     

    Il Nyt racconta anche un altro fronte: l’apprensione che monta nelle regioni del Caucaso, dove i legami con il Califfato sono noti da tempo…

    Ovvio che le autorità Usa stiano facendo pressione sui colossi tech di Silicon Valley perché “aprano” i propri servizi di messaggistica criptata.

     

    Riviste, radio e rap. La propaganda offline dell’Isis.

     

     

    Parigi val bene un dibattito

     

    Laicità senza uguaglianza. Domanda brutale di Foreign Affairs: la Francia può permettersi una società multiculturale?

     

    Quando si decide di bloccare il programma di accoglienza dei rifugiati siriani e iracheni, come sta avvenendo al Congresso Usa, bisognerebbe sempre ricordarsi che quei migranti siamo noi, sono ad esempio il papà di Steve Jobs…

     

    In che modo città più forti e meglio organizzate possono aiutare gli stati più fragili, spesso brodo di coltura del terrorismo. Un ragionamento interessante di Richard Florida.

     

    Giornali di guerra. Come si stanno schierando alcuni fra i principali quotidiani mondiali sull’ipotesi di un conflitto internazionale contro lo Stato Islamico.

     

    Domani a Roma e a Milano scendono i piazza gli islamici moderati per dissociarsi dagli eccidi di Parigi. Ma rimangono strani distinguo. E la curiosa pretesa che la religione musulmana non c'entri nulla. Chiedere per credere alla Conferenza degli imam di Francia, che le suonano alle piazze #notinmyname.

     

     

    Mappa del giorno

     


    Stime dell’Ons inglese sui lavori a rischio scomparsa a causa dell’automazione (via Francesco Seghezzi).

     


     

     

    Il mondo oltre il Jihad

     

    Segui in soldi. Dice Mario Draghi che la Bce è pronta a tutto pur di far salire l’inflazione.

    Il senso del barile. Alberto Brambilla racconta come l’industria petrolifera (in Italia) sia sotto schiaffo degli pseudo-ecologisti (e il danno che ne deriva).

    Mela morsicata. Sussidi pubblici illeciti. Così Apple incassava gli aiuti. Pronta la maxi condanna dell’Europa.

    L’auto del popolo. Gli Usa hanno aperto un’inchiesta su Bosch, il colosso tedesco della componentistica elettronica auto, per presunti legami nella vicenda #dieselgate.

    Un lavoro a metà. Meno organizzazione più rottamazione. Altro che banchetti, il premier-segretario Matteo Renzi dovrebbe preoccuparsi di convincere i militanti, di convincere gli apparati, dovrebbe insomma completare la revisione genetica del suo partito…

    Brutto clima? Nel giro di quindici anni le rinnovabili saranno la prima fonte di elettricità al mondo, scrive Quartz. C’è da credergli?

     

     

    Ossessioni

     

    La Cina è vicina. L’Economist racconta la rivoluzione sessuale che sta investendo la Cina. Più del 70% della popolazione ammette di avere rapporti sessuali prima del matrimonio.

    La forza sia con te. Non era difficile prevederlo ma la nuova saga di Star Wars ha già bruciato ogni record di prevendite al botteghino. E manca ancora un mese alla sua uscita.

    Riconoscimento biometrico. Tranquilli, tra poco non dovremo più ricordare alcuna password…

     

     

    Mettetevi comodi

     

    Arma fine di mondo. Per decenni, tutti i bombaroli del mondo, jihadisti compresi, hanno cercato di mettere le mani sul mitico mercurio rosso, una sostanza letale capace di produrre la bomba delle bombe. Il Nyt Magazine ne racconta magistralmente la storia e perché queste ricerche sono sempre andate a vuoto…

    Ciak, si gira. Fast Company ci porta dentro i laboratori di Realtà Virtuale di una grande major cinematografica, alla scoperta di come sarà la Hollywood del futuro.

    Stella dell’est. È una delle popstar più ricche del pianeta, amico personale di Donald Trump ma anche fan di Renato Zero. Viene dall’Azerbaijan, è una star in Russia, e ora punta a conquistare il mondo intero. Prismo Mag ha incontrato Emin Agalarov.

    Il visionario. Un ottimo long read firmato These Football Times su Arrigo Sacchi, il più grande signor nessuno della storia del calcio.

     

     

    C’era una volta

     


    Settant’anni fa oggi cominciava il processo di Norimberga contro i gerarchi nazisti coinvolti nella Seconda Guerra Mondiale e nella Shoah.