La rinuncia di Boris Johnson, i kamikaze di Istanbul e i Nobel pro Ogm. Di cosa parlare stasera a cena

Marco Alfieri

In esclusiva per noi Marco Alfieri seleziona e propone letture, spunti e idee per sapere quello che succede nel mondo.

    Frase del giorno

     


    “Cena. Franceschini, Fassino, un ministro, due capigruppo. Aria di renzicidio. Dal terrazzo difronte spunta Ernesto Carbone. Ciaone. Panico…”

     

    Salvatore Merlo


     

     

    Sabbie arabe

     

    I tre terroristi responsabili dell’attentato all’aeroporto Atatürk di Istanbul erano un russo, un uzbeco e un kirghiso. Le autorità turche credono comunque che si possa trattare di persone affiliate in qualche modo al gruppo Stato islamico.

     

    La Turchia, come ricorda il Nyt, per anni è stata una base logistica per i gruppi jihadisti e questo per un po’ ha protetto il paese dagli attacchi suicidi. Ma solo per un po'...

     

    Cosa ci dice l’ultimo attentato a Istanbul sullo stato dell’arte della lotta contro l’Isis? Sicuramente due cose.

     

    La prima. Il territorio controllato dallo Stato islamico, tra Iraq e Siria, nel giro di un anno e mezzo si è dimezzato ma all’estero i loro attacchi jihadisti fanno più male. La seconda. I recenti attacchi e l’afflusso imponente di rifugiati dimostrano che la guerra civile siriana ha finito per destabilizzare i paesi confinanti.

     

    Il Guardian intanto rivela che l’Iran, in modo coperto, starebbe reclutando soldati in Afghanistan per farli combattere in Siria a sostegno del regime di Assad. A proposito. La Russia potrebbe accettare una exit del presidente siriano suo protetto, ma non adesso…

     

     

    Manica Larga

     

    La gran (e sorprendente) rinuncia di Boris Johnson alla leadership dei tory. La guerra civile annunciata dentro al Partito conservatore britannico si congela prima ancora di cominciare con il rifiuto a sorpresa dell'ex sindaco di Londra. La chance di Theresa May e il Labour in cerca di una visione.

     

    Ah, May dovrà vedersela per la leadership soprattutto con Michael Gove, il ministro conservatore (vero) stratega della Brexit che ha contribuito a trasformare la politica inglese in un episodio di House of Cards. Mentre a sinistra l’ascesa del neo sindaco di Londra Khan significa, appunto, il declino di Corbyn.

     

    Poi c’è la Questione irlandese da risolvere. Se ne parla poco ma probabilmente, dopo la Brexit, è più scottante di quella scozzese.

     

     

    Stato dell’Unione

     

    Com’è destinata a cambiare l’influenza degli Usa sugli affari europei dopo la Brexit. Stringendo una relazione speciale con la Germania…

     

    Una bella chart sul commercio estero UK fa capire in che paesi Ue può arrivare il contagio post Brexit (via Intermarketblog) e la guerra tra Francoforte e Parigi per contendersi le “spoglie” finanziarie (se spoglie saranno, eh) della City londinese.

     

    Slovacchi alla guida dell’Unione europea. L’agenda: non si cambia il Trattato di Dublino. Da domani la Slovacchia assume la presidenza di turno. I punti del premier Fico: ridare importanza ai Paesi dell’Est, piano Schengen entro 2016, rivedere le politiche sui migranti.

     

     

    Personaggi

     

    Tribù politiche (e soprattutto capitribù) che decideranno, combattendosi, chi comanderà davvero nella “nuova” Gran Bretagna.

     

    Marine Le Pen e la sua strategia per arrivare ad una Frexit (difficile).

     

    Come e perché si è conclusa la storia tra Derrick Rose e i Chicago Bulls...

     

     

    Il mondo oltre il Jihad

     

    L’altra Grecia. Barack Obama si appresta a firmare la legge per salvare Puerto Rico dalla bancarotta. Il 29 giugno, a due giorni dal possibile default dell’isola, il senato statunitense ha approvato una legge che permette la ristrutturazione del debito di Puerto Rico. Ora la misura passa alla Casa Bianca. Il governo dell’isola ha dichiarato insolvenza già tre volte sul suo enorme debito pubblico, pari a 72 miliardi di dollari (via Internazionale).

    La Cina è vicina. L’uomo d’affari cinese Jiang Lizhang ha acquisito il 5% della franchigia Nba Minnesota Timberwolves. E’ la prima volta di un gruppo cinese nel basket professionistico Usa. Non sarà l’ultima.

    Non andremo più in banca? Concentrati come siamo sulla salute dei nostri istituti e il dissidio Renzi-Merkel sui salvataggi bancari, rischiamo di dimenticarci che il vero botto rischia di farlo Deutsche Bank. E sarebbero sì, dolori globali…

    Foto ricordo. In che modo Instagram si sta trasformando in un’agguerritissima piattaforma di business online.

    Apriti cielo! Questa azienda invece vuole trasportare la Sacra Bibbia nel mondo della Realtà Virtuale…

    Guerra di valute. Perché la Cina ha deciso di “svalutare” lo yuan e l’impatto sui partner commerciali di Pechino, secondo la Reuters.

     

     

    Mappa del giorno

     


    La classifica degli allenatori più pagati a #Euro2016…

     


     

     

    Argomenti di dibattito

     

    Jihad quotidiana. La necessità di spettacolarizzare mediaticamente il Jihad e il narcisismo dell’Isis, secondo l’Atlantic. E poi una questione non banale: adesso, chi farà il lavoro sporco per conto di Erdogan (riflessioni sul nuovo premier turco)?

    Cool Britannia? Con la Brexit, scrive John Micklethwait su Bloomberg, finisce in realtà un’era politica ed economica inglese cominciate con Margareth Thatcher.

    (Br)exit strategy. Dal Fisco agli aiuti di stato. Perché la Brexit è una grande occasione per trasformare l’Italia in un paese accogliente per tutti, non solo per le imprese. Girotondo di opinioni.

    Al centro del mirino. Gli argomenti dei possessori di armi. Nel dibattito americano contano molto, eppure se ne parla meno: e non sono tutti irragionevoli come potrebbe sembrare.

    Fine di un tabù? Domanda secca (e provocatoria): per le donne vale ancora la pena sposarsi? Se lo chiede il New Statesman (articolo tradotto in italiano da Internazionale).

     

     

    Ossessioni

     

    Occhi aperti. Sembra che il cambiamento climatico aumenti la percentuale degli attacchi degli squali…

    Falsi miti. Più di cento premi Nobel hanno deciso di scrivere a Greenpeace per chiedere di farla finita con l’ostracismo anti OGM. Evviva!

    Ere geologiche. Nove anni fa veniva commercializzato il primo IPhone. Ve lo ricordate?

     

     

    Mettetevi comodi

     

    Corsa alla Casa Bianca. Acciaio, rock e bancarotte. Perché Cleveland è l’immagine dell’America di Trump…

    Il grande esodo. Lo Spiegel racconta il nuovo business dei trafficanti di uomini: riportare in Turchia i rifugiati, frustrati dall’odissea in giro per l’Europa.

    Il fondo del barile. Parchi eolici e rinnovabili potrebbero rilanciare il mare del nord, colpito dal calo del greggio e dalla Brexit.

    Avere 13 anni. Una giornalista del Washington Post ha osservato le giornate di una ragazzina americana sul suo smartphone e si è fatta raccontare di cosa sono fatte (articolo tradotto in italiano da Il Post).

    Addio propaganda? Un ritratto di Metahaven, il più visionario collettivo di design radicale in circolazione.

     

     

    Accadde oggi

     


    Diciannove anni fa oggi usciva il primo volume della saga di Harry Potter…