I 100 Sport Thinkers del 2019 - Le posizioni da 51 a 100
Luoghi comuni infranti, idee geniali messe in campo o su carta, imprese contro i pronostici. In classifica ci sono anche scrittori, innovatori e un quasi centenario
Per i suoi libri sul razzismo nel calcio e per l’identificazione visionaria dei suoi riflessi nella società.
Perché fare il presidente-allenatore in Italia è ambizione diffusa, ma l’allenatore-presidente non l’aveva mai fatto nessuno prima di lui (foto LaPresse)
Perché ha finalmente vinto l’anello Wnba, consacrando definitivamente la sua classe infinita, e per la storia toccante del rapporto di profonda empatia con la sorella Lizzy, affetta alla nascita da una grave disabilità (foto LaPresse)
Perché, pur provenendo da una delle nazioni meno baskettare del mondo, ha vinto l’anello Wnba con le Washington Mystics, con tanto di riconoscimento di Mvp delle Finals (foto tratta dal profilo Facebook di Emma Meessemann)
Per la quantità industriale di bellezza regalataci nella sua carriera conclusa nel 2019, e perché è da sempre uno dei più grandi sostenitori dell’importanza di formare calciatori intelligenti (foto LaPresse)
Per l’insistenza a usare il linguaggio universale del calcio per favorire l’inclusione sociale delle comunità migranti di Torino, mescolando uomini, donne, pallone, musica e cibi di tradizioni culturali diverse.
Perché l’idea dell’Eroica è un colpo di genio, un genio romantico.
Per aver dato una spallata alle teorie della specializzazione sportiva precoce, giocando a calcio fino a essere il capitano della Nazionale belga U16 per poi scegliere la bici, cannibalizzando Europei e Mondiali U18 (strada e crono) e passando professionista nel 2019, a diciannove anni.
Per le due conferenze stampa, per le lacrime e per la frase: “mi sono rotto le palle di piangere” (foto LaPresse)
Per il lavoro di sensibilizzazione sulle tematiche della depressione, che onora nel modo più alto la memoria del marito scomparso dieci anni fa.
Per il libro Fuori casa, documentatissimo reportage sul mega-progetto qatarino di reclutamento di talenti calcistici in tutto il continente africano, durato dal 2007 al 2017 e terminato senza particolari successi
Per aver curato l’importante pubblicazione scientifica Handbook of embodied cognition and sports psichology, che esplora gli aspetti cognitivi degli atleti e delle loro performance
Per la definitiva consacrazione planetaria del calcio femminile di cui è stato uno dei pionieri (nonché uno dei maggiori investitori privati), con tanto di finale mondiale disputata nella sua città e nello stadio del suo club.
Perché il suo gol al 95’ contro l’Australia ai Mondiali ha improvvisamente mandato sulla Luna il movimento azzurro del calcio femminile, regalandogli per la prima volta un destino di popolarità (foto LaPresse)
Perché ai Mondiali in Francia ha dimostrato che anche i portieri del calcio femminile possono parare come Ed Warner
Per il libro Futbolera, brillante e ben documentata storia dello sport femminile in America Latina
Per la bellissima mostra sull’agonismo sportivo nell’età classica organizzata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. (foto tratta dall'account Twitter @UffiziGalleries)
Per gli studi sullo sport etrusco e romano, in particolare sui circhi, veri progenitori dello spettacolo sportivo contemporaneo
Perché è il Roger Federer degli studi sullo sport nell’età classica o il Michael Jordan delle interpretazioni dell’agonismo nell’antica Olimpia, match fixing compreso
Per il suo libro Iscrizioni agonistiche greche, pietra miliare per comprendere l’agonismo classico ed il ruolo degli atleti nell’antichità greco-romana, che speriamo qualche editore possa, un giorno, ristampare
Perché ha inconsapevolmente ravvivato, seppur a livello verbale, la tradizione classica delle iscrizioni agonistiche autocelebrative
Perché è il primo campione del mondo della e-Formula1. L’Hamilton dei videogame è italiano e guida una Ferrari (virtuale), anche se non ha ancora la patente
Perché, per via della coordinazione mano-occhio più rapida nei giovanissimi, gli esports cominciano ad avere leggende del passato che all’anagrafe hanno soltanto 25 anni, ad esempio lui.
Perché da anni sta studiando il profilo atletico dei gamer professionisti, con risultati sorprendenti.
Perché è la più potente federazione esports del mondo, nata nel 2000 e che ha contribuito a fare della Corea del Sud la nazione-guida di questa grande rivoluzione
Perché sta rivoluzionando le frontiere della preparazione atletica, in cui l’allenamento del corpo passerà direttamente dall’allenamento del cervello
Per l’intuizione di Math &Sport, start up incubata dal Politecnico di Milano, che applicando modelli matematici e algoritmi sta cambiando il modo di allenare, portando il tablet sulle panchine calcistiche
Per aver reso accessibile anche al mondo delle persone affette da disabilità il linguaggio più universale che esista, attraverso la creazione di scuole-calcio dedicate
Per lo straordinario primo posto ottenuto dall’Italia nel medagliere dei Mondiali di nuoto paralimpico di Londra, davanti a potenze come Gran Bretagna e Stati Uniti
Per aver vinto l’Europeo del 2017, in Portogallo contro il Portogallo, il Mondiale 2018 in Portogallo contro il Portogallo e, di nuovo, il Mondiale 2019, in Portogallo contro il Portogallo. Seriali e definitivi
Perché il suo progetto SportCity è un punto cardinale nello sviluppo di una cultura del movimento anche in Italia
Perché è stato un grande pensatore da campo nella stagione d’oro dell’atletica italiana (foto LaPresse)
Per aver scritto due illuminanti libri sull’arte della corsa (La fatica più bella e La filosofia del running) essendo appassionati runner e docenti universitari di Storia e Letteratura bizantina e Filosofia morale
Per aver lasciato questo mondo a 108 anni, con il soprannome di Golden Bolt, da detentore, con 42.22 sec., del record del mondo sui 100 metri, categoria Over 105
Per aver detto basta, a 95 anni, dopo aver corso i 100 km dell’ultramaratona di Firenze, ultima prova di una collezione di oltre 100 maratone e ultramaratone iniziata a 48 anni, dopo aver fatto l’autista durante la Seconda Guerra Mondiale e lavorato tutta la vita alle Poste
Per aver scritto una lettera direttamente a Papa Francesco, dopo gli inascoltati appelli alla battaglia per non far disputare il turno del campionato di serie A1 il 25 dicembre
Per aver arbitrato la finale di Supercoppa Europea (maschile) riuscendo a farsi dire da Jürgen Klopp: “Se avessimo giocato come lei ha arbitrato avremmo vinto 6-0”
Per aver contribuito allo storico terzo posto dell’Italia nel medagliere dei Mondiali di Oestersund e perché stanno rendendo popolare anche alle nostre latitudini lo sport più legato alla dialettica Virtù-Fortuna rinascimentale
Per il libro Commander in cheat: how golf explains Donald Trump, in cui è possibile scoprire in dettaglio la passione di Trump per il golf, e anche i suoi infiniti trucchetti per avere un handicap migliore
Per il libro The audacity of hoop. Basketball and the age of Obama, che ha idealmente ispirato quello di Reilly
Per aver dimostrato, nei due monumentali volumi: Diana e le muse. Tremila anni di sport nella letteratura, che la microstoria dello sport può essere strumento per la comprensione del processo di formazione dell’uomo e della società
Perché la fine di una grande carriera da portiere (nel calcio) è diventata il principio di un’altra sempre da portiere (nell’hockey su ghiaccio)
Perché disegna mappe delle città come tele, con la corsa (e una app) al posto dei pennelli
Per aver inchiodato un paese intero, il suo Ecuador, davanti a un televisore, senza che in quel televisore ci fosse un pallone da calcio
Per aver guidato l’Inghilterra alla vittoria nel Mondiale, superando anche Hamilton nella classifica dello sportivo inglese dell’anno stilata dalla BBC
Per aver accettato di pubblicare questa classifica dei 100 Sports Thinkers del 2019, gesto totally unnecessary, che si ripete ogni settimana quando queste quattro pagine raccontano lo sport facendo soffiare un po’ di vento laterale
Non tutti hanno vinto, ma tutti hanno cambiato qualcosa. Mauro Berruto e Moris Gasparri hanno selezionato per voi i migliori “pensatori sportivi” del 2019. Qui trovate le posizioni tra la 51 e la 100, per scoprire chi c'è tra i primi 50 posti basta cliccare qui.