Il "grande complotto" degli ulivi salentini
Non c’è pace tra gli ulivi. Se il contagio di Xylella fastidiosa che sta colpendo gli ulivi del Salento fosse un remake del film neorealista di Giuseppe De Santis, racconterebbe la storia di un batterio arrivato da lontano, trasportato da chissà quale insetto nascosto in qualche pianta tropicale, che infetta gli ulivi provocandone il disseccamento e mandando in rovina gli agricoltori pugliesi, costretti a estirpare le loro amate piante per evitare che ne contagino altre e che la peste colpisca altri agricoltori. Ma siamo in un’altra epoca, il neorealismo non tira più. D’altronde qualcuno si è appassionato all’arrivo del punteruolo rosso? C’è stata una mobilitazione della società civile o un appello degli intellettuali? Di questi tempi la sensibilizzazione sul tema degli ulivi ammalati può partire solo da una spinta neosurrealista, il movimento culturale che fa tendenza negli ultimi tempi. E così registi, attori e cantanti hanno scritto una sceneggiatura che ha mobilitato le avanguardie intellettuali e presto smuoverà le masse contro il complotto delle multinazionali.
La vicenda l’ha raccontata Giordano Masini su queste colonne. Sabina Guzzanti lancia la denuncia: è tutto un complotto. Una perfida multinazionale, la Monsanto, che è la Spectre degli ogm, attraverso una società brasiliana che si chiama Alellyx (l’anagramma di Xylella) ha creato in laboratorio questo batterio e poi attraverso degli untori ha contagiato gli ulivi salentini per farli estirpare e poi sostituire con suoi ulivi ogm (già pronti in Israele) resistenti al suo batterio.
La storia è surreale di per sé, se non fosse che a raccontarla è Nandu Popu, il cantante dei Sud Sound System, e a chi dubita delle sue competenze scientifiche Sabina risponde che Nandu ne capisce perché “nulla è complesso come la musica”. Ma il complottone che per ora è solo irreale non è ancora surreale e a questo serve proprio Nandu Popu, che spiega come in verità la Xylella sia innocua e la decisione delle istituzioni (in combutta con la multinazionale) sia solo una speculazione per estirpare gli ulivi “bio” pugliesi che “producono antibiotici” con quelli ogm che “abbassano le difese immunitarie”, evidentemente per fare un favore anche a quegli altri seminatori di morte di Big Pharma, il cartello delle multinazionali farmaceutiche. Insomma la Monsanto avrebbe creato nei laboratori un batterio innocuo che ha contagiato piante sane che tali rimangono. La storia confligge un po’ con la logica, ma si tratta di un film di fantascienza, c’è pathos, c’è il rischio di una catastrofe biologica e sanitaria, ci sono i cattivi
Alla gente piace, fioccano denunce, appelli, adesioni e inviti alla difesa delle piante. A nulla servono gli inviti alla razionalità. E anche l’articolo del Foglio si scontra con il muro surrealista, la descrizione ironica del complotto israelo-brasiliano viene presa sul serio, citata da alcuni siti come una fonte che conferma il complotto e rilanciata proprio da Nandu Popu e coloro che erano oggetto dell’ironia di quell’articolo. Non un caso di analfabetismo funzionale, come si sarebbe portati a immaginare, ma di dadaismo applicato alla scienza che rende il film sempre più avvincente. Voi ci prendete in giro? E noi vi prendiamo sul serio! Geniale.
Alla deriva Dada non poteva mancare il Movimento 5 Stelle. Sempre Sabina Guzzanti, dopo aver detto con la sua logica cristallina che il Foglio negando questo complotto nega anche la trattativa Stato-Mafia, rilancia un video dei grillini salentini che accusano il Foglio di “gridare al complotto”. E così la logica e la ragione diventano complotto nel mondo fantascientifico di Sabina e Nandu.
[**Video_box_2**]Ma per disinnescare la minaccia non basta smentire i servi delle multinazionali, bisogna passare all’azione. Ed è così che le forze sane della società si mobilitano per salvare le piante, guidati da Nandu Popu e chiamati alla pugna dall’appello del giornalista Pino Aprile e di Al Bano. Nascono così’ le “guardie del corpo degli ulivi”, due per ogni albero piantato in Puglia: “Basta trovare 120milioni di pugliesi”, dice Al Bano. Si partirà domenica con una manifestazione di piazza a Lecce “per difendere gli ulivi del Salento” e poi con ogni probabilità ogni coppia andrà ad abbracciare la sua pianta per salvarla dalle losche manovre della multinazionale ogm. Le difficoltà e gli ostacoli sembrano insormontabili, ma il surrealismo italiano non è un movimento culturale di nicchia come quello di André Breton e Louis Aragon, bensì un movimento sociale di massa. Oltre ai Sud Sound System di Nandu, Pino Aprile e Al Bano hanno aderito alla mobilitazione anche il rapper Caparezza, i Negramaro, il regista Edoardo Winspeare, lo stilista Ennio Capasa e Emma Marrone. C’è anche la band Après la classe: «Gli ulivi sono i nostri nonni, li difenderemo in tutti i modi». Dai figli dei fiori ai nipoti degli ulivi. Neosurrealismo.
tra debito e crescita