Wolfgang Schäuble (foto LaPresse)

La strada austera di Atene è segnata. Indiscrezioni da un incontro in casa Schäuble

Marco Valerio Lo Prete
Ieri il presidente del Consiglio greco, Alexis Tsipras, ha incontrato i leader dell’opposizione tedesca, oltre a quelli socialdemocratici che partecipano invece al governo di Grande coalizione guidato da Angela Merkel.

Roma. Ieri il presidente del Consiglio greco, Alexis Tsipras, ha incontrato i leader dell’opposizione tedesca, oltre a quelli socialdemocratici che partecipano invece al governo di Grande coalizione guidato da Angela Merkel. Il ministro degli Esteri, il socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier, all’indomani del primo incontro bilaterale tra Tsipras e la cancelliera, si è mostrato un filo più ottimista sulla saga ellenica, come buona parte della stampa internazionale: “Sono felice che il clima degli scambi tra Germania e Grecia negli ultimi giorni sia cambiato e migliorato in modo significativo – ha detto il ministro – E’ senza dubbio una precondizione per avviare serie trattative nei prossimi giorni”. Declassando così, implicitamente, i pourparler delle scorse settimane. Atene nel frattempo faceva sapere che la lista dettagliata delle riforme necessarie per ottenere altre tranche di aiuti arriverà lunedì.

 

Troppo presto, però, per dire che tutto sia risolto. Non solo perché il governo ellenico deve ancora dimostrare la necessaria credibilità, ma anche perché in Germania rimane forte il “partito” che chiede maggiori sforzi riformatori, non solo ad Atene. Oggi, al ministero delle Finanze di Berlino, si terrà un seminario a porte chiuse in cui saranno ribadite le ragioni dell’approccio riformatore e rigorista. A fare gli onori di casa dovrebbe essere lo stesso ministro Wolfgang Schäuble, finora tutt’altro che tenero con l’esecutivo greco e che negli ultimi giorni non ha escluso la possibilità di un’uscita del paese dall’euro. Con il vincolo della Chatham House Rule, secondo la ricostruzione del Foglio, si confronteranno assieme a lui Vitor Gaspar e Vito Tanzi. Gaspar è l’attuale direttore del Dipartimento Politiche fiscali del Fondo monetario internazionale, già ministro delle Finanze portoghese e artefice del programma di tagli alla spesa in vigore a Lisbona. Tanzi ha ricoperto, dal 1981 al 2000, lo stesso ruolo di Gaspar al Fmi; economista nato in Puglia, emigrato giovanissimo in America, ha ripreso il passaporto italiano quando nel 2001 divenne sottosegretario per due anni nel governo Berlusconi.

 

Proprio un paper di Tanzi sarà al centro del seminario che è intitolato “International conference on Structural reforms and Fiscal consolidation. Trade offs or complements?”. L’economista italo-americano, con argomentazioni che in larga parte suoneranno come musica alle orecchie di Schäuble, prenderà di petto quanti ritengono che a ostacolare la ripresa ci sia soltanto “la stoltezza politica”. Una tesi cara, per esempio, ai premi Nobel americani Joseph Stiglitz e Paul Krugman, oltre che all’ex segretario al Tesoro americano Larry Summers; cara insomma soprattutto agli economisti liberal che da anni criticano senza sosta l’austerity made in Deutschland. Tanzi ritiene che sarebbe stato impossibile, per la maggior parte dei paesi dell’Eurozona, replicare semplicemente le policy viste all’opera in America o nel Regno Unito: i paesi anglosassoni avevano infatti condizioni strutturali, di flessibilità dei mercati, del lavoro e di produttività, molto migliori di quelle europee. “Per esempio, la produttività totale dei fattori dell’economia italiana – è scritto nel paper di Tanzi – era diventata negativa già negli anni precedenti la crisi del 2008. In Italia c’era stata poca o nessuna crescita già per molti anni”. L’economista richiamerà poi l’attenzione su un recente studio della Banca dei regolamenti internazionali secondo cui il Quantitative easing della Banca centrale europea potrebbe finire per avvantaggiare i settori meno produttivi dell’economia.

 

[**Video_box_2**]Dalle riforme strutturali per tornare a essere competitivi, insomma, in Europa non si scappa. Possibile almeno portarle avanti rilassando nel breve termine la stretta sulla spesa pubblica? Tanzi non crede a quelli che chiama “free lunches”, pasti gratis, siano essi di natura fiscale o monetaria. E a chi chiede di concentrarsi sul breve termine, visto che “nel lungo termine saremo tutti morti”, risponderà citando Ludwig von Mises: “Quasi tutti noi sopravviviamo al breve termine e poi passiamo decenni a pagare il conto per l’orgia di soldi facili spesi in pochi anni”. “Come i politici greci hanno scoperto di recente”, aggiungerà. Un assist teorico non da poco a Schäuble.