Chi è il Mr. Wolf che vuol cambiare lo statalismo sudamericano

Maurizio Stefanini
L’anti-Varoufakis: il marxista Luis Alberto Arce Catacora guida con successo l’economia della Bolivia, e Maduro lo chiama per salvare il Venezuela.

Mentre il ministero delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, viene di fatto commissariato, in un’altra parte del mondo, c’è un ministro dell’Economia che cita Karl Marx ma è talmente efficace che dopo essere stato lodato dal Wall Street Journal è ora stato chiamato da Nicolás Maduro al capezzale della sempre più disastrata economia venezuelana: un compito da “commissario” in casa d’altri che Luis Alberto Arce Catacora cercherà di fare pur restando ministro dell’Economia e Finanze pubbliche di Bolivia. L’artefice dell’Evonomics: quel tipo di politica economica che pur sotto un presidente populista come Evo Morales è riuscito ad assicurare al suo paese nel 2014 il più 5,2 per cento di crescita: la seconda dell’America Latina dopo il 6 di Panama, il cui pil è però dopato dai lavori di ampliamento del Canale. Ed è un dato che fa tanta più impressione se raffrontato al disastro economico di un altro governo di sinistra come appunto quello del venezuelano Maduro, alle difficoltà dell’argentina Cristina Kirchner, o alla stagnazione in cui si è impantanata la brasiliana Dilma Rousseff.

 

Cinquantadue anni, Luis Albero Arce ha dietro la sua scrivania un ritratto di Che Guevara. Di lui il Wall Street Journal ha ricordato come sotto la sua gestione “i tassi di inflazione sono stati contenuti a livelli che manterrebbero Milton Friedman a riposare in pace nella sua tomba”. Giocatore di basket all’Università, Arce prima di andare con Morales aveva militato in un partito socialista dove aveva avuto una “formazione tradizionale ortodossa di marxista-leninista”. Però intanto lavorava alla Banca centrale sotto governi di ispirazione neo-liberale, arrivando a subgerente delle riserve, e gli ex-colleghi non ricordano di averlo mai sentito obiettare. Era nel tempo libero che elaborava ricette per la transizione al socialismo, con un gruppo di economisti chiamati “los duendes”, gli gnomi. Oggi spiega che proprio da Marx ha imparato che per arrivare al socialismo bisogna che prima il capitalismo dispieghi tutte le sue potenzialità produttive, e che comunque il mondo è evoluto: “Gli attori non sono più il proletariato e la rivoluzione come si vedeva nei vecchi testi di Marx e Lenin”. Bisogna ricordare che nella prima metà degli anni ’80 la Bolivia aveva già avuto, sotto la presidenza di Hernán Siles Zuazo, un governo di sinistra che era affondato sotto un’inflazione spaventosa, lasciando per reazione il campo a un successivo ventennio di governi di vari orientamenti, ma tutti ispirati al cosiddetto Consenso di Washington.

 

Da questo punto di vista, le sommosse popolari che hanno portato Morales al potere sono state una reazione al rigore non troppo dissimile da quella che ha fatto diventare Alexis Tsipras primo ministro a Atene. Pur tenendo conto del fatto che la Bolivia è comunque benedetta da materie prime che la Grecia non ha, Arce ha avuto però il merito di concepire la sua linea economica non come mera antitesi al “ventennio neo-liberale”, ma anche in contrapposizione al ricordo di Silez Zuazo.  “Non ripeteremo gli errori del passato, quando c’erano imprese statali gestite male, politicamente influenzate, senza criteri imprenditoriali di proiezione né di pianificazione”, ha spiegato circa il suo “nuovo modello economico” di “economia plurale”. “Le imprese statali devono essere redditizie e devono offrire servizi migliori di quelli privati, e l’unico modo per ottenerlo è di stare in competizione con gli stessi privati”. E’ stato ora Morales ad annunciare che “alcuni paesi vicini” che attraversano “problemi economici” hanno chiesto l’assistenza di Arce. Si sa che si riferiva al Venezuela, perché il ministro è poi volato a Caracas. Ma il plurale utilizzato fa intendere che forse anche altri governi di sinistra della regione (in panne) potrebbero ricorrere ai suoi consigli.

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