Toh, all'Expo spunta un'isola non pol. corr. su alimentazione e innovazione
Ad Expo si parla anche d'innovazione, ricerca scientifica e dell'importanza della chimica per “nutrire il pianeta”. Al padiglione Italia Agrofarma, l’associazione delle imprese di agrofarmaci che fa parte di Federchimica, ha organizzato una riflessione sul tema partendo dalla proiezione di uno spettacolo teatrale che mette in scena in modo ironico i pregiudizi sui “pesticidi”, le diffidenze sull’agricoltura intensiva e i luoghi comuni anti-scientifici sul ruolo della chimica e dell’innovazione tecnologica in agricoltura. Al dibattito dovevano partecipare il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e il sottosegretario all’Economia, Paola De Micheli, ma nessuno dei due è intervenuto, a differenza di quanto è avvenuto alla presentazione del manifesto “Terra Viva” di Vandana Shiva in cui Martina era presente. Il manifesto dell’attivista indiana e ambasciatrice di Expo è proprio una condanna di tutto ciò che è moderno, a finire con gli Ogm ma partendo dalle enclosures del XVII secolo, la proprietà privata, il libero mercato, la rivoluzione industriale, le innovazioni scientifiche e la Rivoluzione verde. In pratica tutto ciò che permette oggi di sfamare 7 miliardi di persone nel mondo, che ha fatto incrementare produzione e produttività abbassando i prezzi.
Questa ideologia ambientalista e anti-moderna è molto diffusa ed è diventata quasi pensiero comune, ma “bisogna capire che non esiste un’agricoltura buona e una cattiva – dice al Foglio Andrea Barella, presidente di Agrofarma – Bisogna sostenere tutto ciò che aiuta a produrre di più e meglio, altrimenti il rischio è che guardando al passato si torni a un’agricoltura per pochi, che è un rischio che ha sottolineato anche Papa Francesco. Gli agrofarmaci e i fertilizzanti servono proprio a migliorare la produzione. La ricerca e la scienza hanno permesso in medicina di aumentare la vita media dell’uomo e quelle stesse scoperte scientifiche servono a medicare e migliorare le piante”.
Insomma va bene il biologico, ma non basta a sfamare il mondo. Del resto l’uomo per millenni ha coltivato in maniera biologica e ha sempre patito la fame, si è alimentato in maniera scarsa e incompleta, è stato esposto alle carestie, ai capricci del tempo e alla diffusione dei parassiti. “Solo 100 anni fa in Italia si produceva il 10 per cento di quanto si produce adesso, la produzione era bassissima, la gente moriva di fame ed emigrava – dice Chiara Tonelli, genetista e presidente della commissione scientifica della fondazione Veronesi – I miglioramenti sono avvenuti grazie alla Rivoluzione verde, al miglioramento genetico delle sementi, alla tecnologia, agli agrofarmaci”. In un mondo in cui la popolazione viaggia spedita verso i 10 miliardi di abitanti nei prossimi decenni, l’unico modo per nutrire il pianeta è aumentare la produttività, visto che non è possibile aumentare di molto la superficie coltivabile: “Bisogna migliorare i sistemi produttivi, le piante, diminuire le perdite – dice Tonelli – e lo si può fare solo con l’innovazione genetica, con nuovi prodotti chimici più precisi e a impatto minore. Servono scienza e tecnologia, l’Italia solo 20 anni fa era un paese leader nell’innovazione, da diversi anni è stato tagliato tutto, non ci sono fondi, non è possibile la sperimentazione. È una visione miope”. Negli ultimi tempi qualcosa si sta muovendo, la senatrice a vita Elena Cattaneo è riuscita a unire attorno alla sua proposta di aprire alla libertà di ricerca sugli Ogm in campo aperto i capigruppo di Pd, Fi e Ncd ed ha strappato al governo la promessa di una decisione entro l’estate.
[**Video_box_2**]Il gesuita padre Giacomo Costa, direttore di Aggiornamenti Sociali, ha ricordato che la Chiesa respinge l’estremismo ambientalista e “le tesi biocentriche” che vedono l’uomo come un corpo estraneo rispetto alla Natura: “Sugli Ogm la Chiesa non ha una posizione definita, si tratta di temi su cui bisogna fare una riflessione non ideologica”. Per quanto possa sembrare paradossale l’approccio anti-ideologico della Chiesa sui temi della ricerca scientifica e dell’innovazione è citato come modello proprio da Chiara Tonelli: “L’Accademia pontificia delle scienze discute di Ogm invitando solo persone con solide basi scientifiche – dice la scienziata – e nei suoi documenti è giunta alla conclusione che bisogna giudicare il prodotto finale, il miglioramento che porta e non come è stato ottenuto". Un dibattito aperto, su basi scientifiche, che invece è totalmente assente dall’agone pubblico italiano, in cui spesso a parlare sono maghi, fattucchieri e agitatori. E la politica italiana riesce a essere razionale almeno quanto le religioni? “La politica troppo spesso tende a seguire il sentimento – dice Barella di Agrofarma – e se si segue l'emotività è più facile ripetere falsi miti che discutere su basi scientifiche”.