Valide ragioni per liberalizzare (di più) il mercato energetico
Roma. Nel gas e nell’elettricità il mercato libero conviene. Dunque, ben venga la liberalizzazione totale del settore, con la soppressione del servizio di “maggior tutela” per famiglie e piccole imprese prevista dal 2018 nel ddl concorrenza: porterà solo benefici ai consumatori. E’ quanto emerge dall'edizione 2015 del rapporto di Nomisma Energia sul mercato dell'energia retail, condotto sulla base di 100 offerte commerciali di elettricità e gas (80-85 per cento del mercato). In particolare, lo studio quantifica in 96,72 euro il risparmio medio nel 2015 offerto dal mercato libero al cliente domestico rispetto al servizio di tutela (che prevede tariffe di riferimento fissate ogni tre mesi dall’Autorità per l’Energia invece che una scelta ragionata dell’offerta migliore). Parliamo dunque di un risparmio di 20 euro in più rispetto ai 76,5 euro del 2014.
Certo occorre essere “smart” e sapere utilizzare gli strumenti migliori per capire l’offerta migliore. Come il servizio on line dell’Autorità per l’Energia, “Trova Offerte”, che fornisce una lista personalizzata (in base alle proprie abitudini di consumo e a dove si vive) delle offerte più convenienti. Un servizio che – secondo Nomisma – evidenzia che sono più numerose le proposte a prezzo più basso del tutelato. A marzo 2015 sono 16 su 21 le più convenienti per il gas e 13 su 21 quelle per l’elettricità. Il consumatore sul mercato libero – sottolinea la società presieduta da Davide Tabarelli – può quindi scegliere tra una pluralità di contratti quello più adatto alle proprie esigenze: per i più attenti al prezzo, vi sono offerte che permettono di risparmiare fino a 71 euro all'anno sulle bollette elettriche e 107 euro su quelle del gas, rispetto al mercato tutelato.
Motivi per cui prosegue il passaggio al mercato libero: lo studio evidenza che nel 2014 si sono registrati 1,3 milioni in più di clienti per l’elettricità e 1,7 milioni per il gas. Sul mercato libero dell’elettricità, a fine 2014, sono presenti 9 milioni di famiglie e 3,5 milioni di imprese (un terzo circa del totale di 37,2 milioni di clienti). Sul mercato libero del gas, sempre a fine 2014, vi sono 5,8 milioni di famiglie e 1,4 milioni di imprese, anche qui un terzo del totale di 21,6 milioni. Nel 2015 sono più di 300 gli operatori attivi sul mercato libero, la maggior parte dei quali propone offerte sia sull’elettricità che sul gas
Dunque per Tabarelli non ci sono dubbi: la soppressione del servizio di maggior tutela per famiglie e piccole imprese e la conseguente liberalizzazione completa del mercato alleggerirà le tasche dei consumatori.
Eppure il tema è al centro da mesi di un animato dibattito e aspre polemiche. Il nodo in realtà non è tanto se abbandonarlo o meno, ma quando. Tutti (o quasi) sono convinti che la via da seguire sia quella della liberalizzazione completa. Tuttavia in molti pensano che oggi non siamo pronti. Non solo le associazioni dei consumatori ma anche l’Autorità dell’Energia ritiene che al momento il mercato di luce e gas sia ancora troppo insidioso. C’è poca concorrenza e trasparenza nelle offerte e spesso – sostengono Autorità e consumatori – ci si trova di fronte a pubblicità ingannevoli e risparmi fittizi. Motivi per cui i prezzi in Italia sono tra i più alti d’Europa. La tesi è che l’abbandono obbligato della maggior tutela non farà che aggravare la situazione. E che le famiglie hanno ancora bisogno della mano dell’Autorità, soprattutto quelle meno capaci di valutare tutte le clausole di un contratto.
[**Video_box_2**]Anche di recente l'Aeegsi ha ribadito la sua contrarietà alla rimozione delle tutele di prezzo per i clienti elettrici domestici. Quanto alle piccole imprese ha invece proposto di sperimentare da subito un aumento del numero di operatori del servizio di maggior tutela. La sua rimozione “improvvisa in tre anni potrebbe fare un gran male ai piccoli clienti, che l'Autorità deve tutelare. L'offerta è pronta da anni ma la domanda non lo è, il cliente domestico deve confrontarsi con un mercato che sia da lui fruibile”, ha detto il presidente dell'Aeegsi, Guido Bortoni.
Tuttavia il governo tira dritto e non ha intenzione di rimandare ulteriormente. Secondo il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi, tre anni sono da considerare un “tempo ragionevole per fare tutto quello che è necessario a dare al mercato una configurazione pienamente concorrenziale”. L'obiettivo – ha proseguito il ministro – “non è una liberalizzazione che danneggi il consumatore bensì arrivare a un sistema che sia pronto con tutti gli strumenti”, nella convinzione che “nessuno meglio del consumatore sappia badare a se stesso”.