Yanis Varoufakis (foto LaPresse)

Radical college

Marianna Rizzini
Non solo Varoufakis. Da Nehru a Mugabe, quanti ex allievi degli atenei inglesi hanno fatto sfracelli in patria. Dalla penna dell’editorialista dello Spectator James Bartholomew, la feroce critica all’Inghilterra delle facoltà di Economia dove spopolano “dottrine trendy” e socialisteggianti, fallimentari nella pratica.

Viene dalla stessa terra d’Albione, e dalla penna dell’editorialista dello Spectator James Bartholomew, la feroce critica all’Inghilterra delle facoltà di Economia dove spopolano “dottrine trendy” e socialisteggianti, fallimentari nella pratica: luoghi dove si sono formati molti leader stranieri, compresi Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze greco che ha studiato a Birmingham e nell’Essex, e il suo successore Euclid Tsakalotos, con trascorsi a Oxford. Quanto più Bartholomew conosce i suoi polli (le facoltà britanniche), tanto più la critica si fa feroce: avete il “disonore” di distribuire “fallimenti economici in giro per il mondo”, è l’accusa alle università, London School of Economics compresa, e ai professori che “restano comodamente” in ufficio dopo aver “imbevuto” di “ideologia” e “idee disastrose” gli alunni provenienti da Asia, Africa e Europa del sud. Risultato: tornati in patria, e diventati presidenti o ministri, gli ex studenti partono con piani quinquennali, nazionalizzazioni e burocratizzazioni, seminando “povertà”, “aumento del debito” e “stallo nella crescita”.

 

Pessimista anche sul futuro (“il contributo britannico alla miseria umana potrebbe non essersi concluso”), Bartholomew porta esempi passati di politiche economiche foriere di rovina e ispirate dai prof. delle migliori facoltà britanniche. Ecco per esempio Jawaharlal Nehru, primo premier dell’India indipendente, “che sfortunatamente per il suo paese”, scrive il giornalista, aveva frequentato il Trinity College di Cambridge, “influenzato da intellettuali del calibro di George Bernard Shaw, socialista, Bertrand Russell, convinto che ‘il comunismo fosse necessario per il mondo’, e John Maynard Keynes”: Nehru “mise in pratica l’ideologia”, facendo sì che un’intera generazione non riuscisse “a emergere dalla povertà”. Purtroppo, poi, aveva studiato Economia a Edimburgo, “come farà Gordon Brown”, anche Julius Nyerere, presidente della Tanzania fino al 1985. Uomo onesto ma troppo succube di “accademici gauchisti”. Lo Spectator mette sotto accusa pure gli studi britannici di Ali Bhutto e Robert Mugabe, “distruttore dell’economia dello Zimbabwe”, e si congratula ex post con Lee Kuan Yew, fondatore della Singapore moderna e studente a Cambridge, sì, ma capace di “pensare con la sua testa e osservare come funziona il mondo reale”. Nel frattempo la paura per la Grecia si fa strada al pensiero del relatore di dottorato di Tsakalotos a Oxford, un ricercatore un po’ anonimo ma “già apparatchik stalinista in Polonia”.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.