I consumatori europei preoccupati da immigrazione e terrorismo, dice Nielsen
Roma. Le crescenti preoccupazioni in Europa sul rischio terrorismo e il potenziale impatto economico sulla regione della crisi dei rifugiati minacciano le speranze di ripresa dei consumi, dice Louise Keely senior vice president di Nielsen, la casa di consulenza che ha appena pubblicato i risultati di un'indagine globale sulla fiducia dei consumatori (Global consumer confidence index).
"C'è un aumento abbastanza significativo delle fibrillazioni in molti paesi europei e anche alcuni paesi mediorientali circa terrorismo, guerra, immigrazione", ha detto Keely al Wall Street Journal. "Pensiamo che in Europa, [le preoccupazioni] siano legate alla crisi dei rifugiati e in generale dalla crescente sensibilità e attenzione attorno ad alcune dinamiche del medio oriente e su come queste potrebbero contagiare l'Europa".
In Germania, per esempio, riporta il Wsj, dove un grande numero di rifugiati sta arrivando dal medio oriente, il 23 per cento degli intervistati ha detto il terrorismo è una delle maggiori preoccupazioni. Il dato è in aumento dell'otto per cento rispetto al precedente trimestre. C'è stato un aumento simile anche per le preoccupazioni legate al terrorismo in tutta Europa e l'ansia circa le ondate migratorie è cresciuta anch'essa.
Il sentimento dei consumatori americani è invece sostanzialmente positivo circa la ripresa dell'economia, che in America è cominciata nel 2009. La fiducia dei consumatori americani è cresciuta nel terzo trimestre di quest'anno ai massimi livelli da quando Nielsen ha cominciato a somministrare il suo sondaggio dieci anni fa.
Viceversa nei paesi cosiddetti emergenti che stanno attraversando un periodo di perdurante crisi in America Latina, Venezuela, Brasile, Argentina, la fiducia dei consumatori è in rapido declino soprattutto per la percezione di un clima negativo per l'economia.
Nel dettaglio l'indice di fiducia degli italiani cresce di 4 punti rispetto al trimestre precedente e di 10 punti se raffrontato al dato di un anno fa, attestandosi a quota 57 punti. Quanti ritengono il paese ancora in crisi sono in diminuzione (89 contro 96 nel terzo trimestre 2014). Un italiano su quattro (26 per cento) è propenso a spendere per viaggi e vacanze dopo aver coperto le spese essenziali. Di seguito lo spaccato della tendenza globale sulle preferenze dei consumatori.
[**Video_box_2**]“Il livello di fiducia degli italiani è tornato a quello registrato nel primo trimestre dell’anno, al valore più alto dal 2011 – ha dichiarato l’amministratore delegato di Nielsen Italia Giovanni Fantasia – Variazioni positive si sono osservate sia nella visione della propria situazione lavorativa che nello stato finanziario personale. Nel complesso le vendite dei beni di largo consumo hanno riscontrato un incremento dell’1.5% nei primi 8 mesi del 2015, incremento trainato dalla spesa delle famiglie a reddito elevato localizzate soprattutto al Nord. Segnali di debolezza nei consumi provengono, invece, dalle famiglie più povere nel Sud del paese. Si può affermare – ha aggiunto Fantasia – che l’Italia, come i due terzi dei paesi europei, ha imboccato la strada della ripresa, anche in presenza di segnali altalenanti. Nel terzo trimestre la nostra economia ha confermato le indicazioni di crescita emerse a inizio anno nonostante la decelerazione delle esportazioni, condizionate dal rallentamento delle economie dei mercati emergenti. L’inversione di tendenza del trend occupazionale può essere indicata come la chiave di volta del miglioramento della fiducia del consumatore italiano. In sintesi, le famiglie stanno di nuovo diventando, seppure moderatamente, centri di produzione di reddito e non solo di spesa”.
Nei paesi europei che hanno ricevuto aiuti economici dall'Unione europea in cambio di riforme radicali, come Spagna e Portogallo, la fiducia è in aumento forte di una percezione migliorata dell'economia nazionale.
La fiducia dei consumatori aumenta nella maggiore parte dei paesi europei tra il secondo e il terzo trimestre di quest'anno. Le percentuali di crescita maggiori in Portogallo (più 9) e Polonia (più 10). In Italia più 4 punti.
tra debito e crescita