Renato Mazzoncini

Chi è Mazzoncini, il nuovo ad che dovrà privatizzare Ferrovie dello Stato

Alberto Brambilla
Un po’ per impazienza un po’ per pragmatismo, il governo Renzi si è finora dimostrato pronto a correggere il tiro nella gestione di agenzie pubbliche e società dello stato a poco più di un anno dalla nomina dei vertici.

Roma. Un po’ per impazienza un po’ per pragmatismo, il governo Renzi si è finora dimostrato pronto a correggere il tiro nella gestione di agenzie pubbliche e società dello stato a poco più di un anno dalla nomina dei vertici. Anche a costo – questa la novità – di rottamare nomine decise dallo stesso governo, nemmeno così indietro nel tempo. Prima il ridimensionamento de facto di Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle entrate. Giovedì la spinta in sede di cda del gruppo Fs per le dimissioni del presidente, Marcello Messori, e dell’ad, Michele Mario Elia, che avevano forti divergenze su come dovrà essere condotta la privatizzazione del gruppo dei trasporti nel 2016 con contestuale quotazione in Borsa. Il primo avrebbe preferito mettere sul mercato i servizi lasciando in mano pubblica la gestione della rete ferroviaria. Il secondo avrebbe preferito quotare l’intera holding senza scorpori. Ipotesi quest’ultima che replicherebbe in Fs le zuffe che dal 1990 destabilizzano la Telecom Italia privatizzata. Il governo propende per la tesi di Messori sebbene molti dettagli del piano siano ancora da definire.

 

A compiere l’operazione sarà il nuovo ad di Fs, Renato Mazzoncini, designato ieri (presidente Gioia Ghezzi). Mazzoncini è un gigliato per adozione e non per appartenenza al Pd. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, lo apprezza perché nel 2012 quand’era sindaco di Firenze fu lui da ad di Busitalia Sita Nord, controllata da Fs, a rilevare la maggioranza dell’azienda di trasporti fiorentina (Ataf) che così passò dalla proprietà comunale a quella statale, cioè nella holding Fs. Mazzoncini, bresciano di 46 anni, è descritto dagli addetti ai lavori come uno dei manager più dinamici del settore. Fu segnalato a Mauro Moretti, ex dominus di Fs e pioniere dell’alta velocità ferroviaria, per il piglio manageriale risoluto che caratterizza entrambi. In passato si è fatto portatore di un disegno liberista per il trasporto pubblico locale mostrando di condividere la necessità di tagliare i sussidi che copiosamente annaffiano in particolare il trasporto ferroviario regionale dove la piena concorrenza non è gradita da Fs. Tuttavia le ambizioni da riformatore non sembrano essere finora state tradotte in pratica da Mazzoncini che persegue nei fatti una strategia corporativa. Mazzoncini è ispiratore e regista di quella che gli addetti ai lavori chiamano “operazione Agens”. La Agenzia confederale dei trasporti e dei servizi (Agens) è l’associazione datoriale che dal 1992 rappresenta gli interessi delle aziende del settore aderenti a Confindustria. Mazzoncini è uno dei due vicepresidenti. Agens nel passato ha rappresentato il mondo Fs: i sindacati negoziavano con Agens il contratto nazionale e l’integrativo con Fs. Se Mazzoncini ascoltasse l’eco del suo istinto mercatista dovrebbe dire che i contratti aziendali devono essere predominanti, viceversa dovrebbero avere meno forza quelli nazionali che sono la ragion d’essere di Confindustria e della Cgil (sindacato nel quale si è formato Moretti, segretario generale del settore Trasporti dal 1986 al 1991).

 

[**Video_box_2**]Occorre vedere se agli intendimenti ideali seguiranno i fatti. L’operazione Agens non offre buoni auspici in questo senso. Contrapponendosi con Agens alle altre sigle datoriali del trasporto su gomma – Asstra (Associazione delle società ed enti del trasporto pubblico locale di proprietà di enti locali, regioni eprivati) e Anav (Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori) – Mazzoncini ha reclutato aziende di trasporto locali promettendo di replicare l’operazione fiorentina, ovvero accoglierle sotto l’ombrello Fs. Agens ha accolto aziende periclitanti e perciò desiderose di avere la protezione di un’organizzazione statale come Fs: aderiscono Atac (trasporto urbano di Roma), Cotral (Compagnia trasporti laziali), tutte le società liguri e l’Azienda Siciliana Trasporti (Ast), ovvero l’ente regionale più grande con i suoi mille dipendenti, cui era a capo Dario Lo Bosco, ex presidente di Rfi, finito di recente in guai giudiziari. Mazzoncini sembra volere erodere la rappresentatività delle associazioni concorrenti anche se ciò significa imbarcare aziende decotte in Agens. Vorrà poi promuovere le cessione a privati delle società aderenti ad Agens e soprattutto ne avrà la forza? Chissà. Eppure per aumentare il valore della privatizzazione di Fs sarebbe utile una rapida apertura al mercato del trasporto su gomma e su rotaia a livello regionale. Il mercato di solito penalizza le aziende protette da interessi locali che assicurano rendite monopolistiche a gestori che non sono campioni di efficienza.

  • Alberto Brambilla
  • Nato a Milano il 27 settembre 1985, ha iniziato a scrivere vent'anni dopo durante gli studi di Scienze politiche. Smettere è impensabile. Una parentesi di libri, arte e politica locale con i primi post online. Poi, la passione per l'economia e gli intrecci - non sempre scontati - con la società, al limite della "freak economy". Prima di diventare praticante al Foglio nell'autunno 2012, dopo una collaborazione durata due anni, ha lavorato con Class Cnbc, Il Riformista, l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) e il settimanale d'inchiesta L'Espresso. Ha vinto il premio giornalistico State Street Institutional Press Awards 2013 come giornalista dell'anno nella categoria "giovani talenti" con un'inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena.