Così Hayek aveva già previsto la popolarità record e i problemini di Wikipedia

Marco Valerio Lo Prete
L'enciclopedia online, collaborativa e gratuita, ha compiuto 15 anni venerdì scorso. Dietro la sua concezione, disse una volta il fondatore Wales, ci sono le intuizioni del Nobel (liberal-liberista) Hayek sulla "dispersione della conoscenza". E anche il crollo degli utenti attivi, secondo qualcuno, sarebbe spiegabile con le teorie dell'economista austriaco

    Oggi, come ogni lunedì, è andata in onda Oikonomia, la mia rubrica su Radio Radicale. Qui potete trovare l'audio della puntata, di seguito invece il testo con i link.

     

    Wikipedia venerdì scorso ha compiuto 15 anni. Lei stessa si definisce come “un'enciclopedia online, collaborativa e gratuita. Disponibile in oltre 280 lingue, affronta sia gli argomenti tipici delle enciclopedie tradizionali sia quelli presenti in almanacchi, dizionari geografici e pubblicazioni specialistiche”. Solo nella sua versione italiana, contiene quasi 1 milione 300 mila voci. Wikipedia è senza dubbio la più grande enciclopedia della storia e dopo il suo avvento tutto è cambiato per la concorrenza; così, non è un caso che la storica Enciclopedia Britannica, nata nella seconda metà del XVIII secolo, abbia fermato al 2010 le sue pubblicazioni in versione cartacea.  

     

    Cosa c’entri Wikipedia con l’economia, e in particolare con i classici del pensiero economico che in questa rubrica tento di valorizzare, lo ha detto Jim Wales in persona, l’imprenditore statunitense che insieme a Larry Sange fondò nel 2001 l’enciclopedia online. Wales, nato nel 1966, ha ricordato infatti di essere rimasto colpito, nei primi anni dell’università, dalla lettura di un saggio dell’economista austriaco Friedrich Hayek, intitolato “L’uso della conoscenza nella società” e pubblicato nel 1945. Wales ha detto che questo testo, riletto negli anni 90 mentre ragionava sulla filosofia del movimento “open source”, è stato “centrale” per pensare a “come gestire il progetto di Wikipedia”.

     

    Hayek, economista e filosofo nato a Vienna nel 1899 e scomparso nel 1992, fu insignito nel 1974 del premio Nobel per l’Economia in ragione del suo “lavoro pionieristico sulla teoria monetaria, sulle fluttuazioni economiche e per le fondamentali analisi sull'interdipendenza dei fenomeni economici, sociali e istituzionali”.

     

    Per quel che concerne le intuizioni di Wales, Hayek fu un sostenitore non solo della fallibilità della conoscenza umana, ma soprattutto teorizzò cause ed effetti della “dispersione” di tale conoscenza. “In economia, ma non solo in economia – scrive lo studioso italiano Dario Antiseri nel suo Trattato di metodologia delle scienze sociali citando lo stesso Hayek – c’è un problema fondamentale e ineludibile: è questo il problema ‘di quale sia il modo migliore di utilizzare le conoscenze inizialmente disperse tra le varie persone’. Il problema è di estremo interesse, giacché in genere si è propensi a identificare la conoscenza con la conoscenza scientifica, con le leggi cioè della fisica, della biologia, della chimica, eccetera, e simile identificazione – ha spiegato Antiseri – porta subito sulle soglie della pianificazione: basterà concentrare in un computer le leggi scientifiche conosciute, e così dal centro sarà possibile risolvere poi tutti i problemi. Le cose, però, non stanno affatto così. Hayek è infatti convinto della verità di quella che potrebbe sembrare a prima vista un’eresia, e cioè che ‘la conoscenza scientifica non è la somma di tutto il sapere’”. Scrive infatti Hayek: “Esiste senza dubbio un corpo di conoscenze molto importanti, ma non organizzate, che non possono essere considerate scientifiche, nel senso di conoscenza di leggi generali. Mi riferisco – dice Hayek – alle conoscenze delle circostanze particolari di tempo e di luogo. Proprio rispetto a questo tipo di conoscenze praticamente ogni individuo si trova in vantaggio rispetto a tutti gli altri, dal momento che egli possiede informazioni uniche che possono essere utilizzate con profitto, ma solo se le decisioni che dipendono da queste vengono lasciate a lui o sono prese con la sua attiva collaborazione”.

     

    Hayek fa alcuni esempi per spiegare cosa intenda per conoscenze particolari di tempo e di luogo diffuse tra milioni di individui, quando ricorda “quanto ci resta da imparare in ogni occupazione dopo che abbiamo completato l’addestramento teorico, quanta parte della nostra vita lavorativa è dedicata a imparare lavori specifici, e quale preziosa risorsa sia, in tutte le professioni, la conoscenza delle persone, delle condizioni locali e delle circostanze particolari”. “Conoscere e mettere in uso una macchina non pienamente utilizzata o le capacità di qualcuno che potrebbero essere impiegate meglio, o essere a conoscenza dell’esistenza di scorte in eccesso a cui si può attingere durante un’interruzione dei rifornimenti, è socialmente altrettanto utile quanto conoscere tecniche alternative migliori. Lo spedizioniere marittimo che si guadagna da vivere utilizzando viaggi vuoti o mezzipieni di carrette a vapore, o l’agente immobiliare la cui conoscenza si limita quasi esclusivamente a quella di occasioni temporanee, o l’arbitrageur che trae i suoi guadagni dalle differenze locali dei prezzi delle merci, tutti svolgono funzioni utili basate sulla particolare conoscenza di circostanze legate all’attimo fuggente e ignote agli altri”.

     

    E’ proprio alla luce di questa enorme quantità di conoscenze specifiche di tempo e di luogo, secondo Hayek, che ogni sforzo pianificatore della politica è destinato a rimanere frustrato, mentre per la stessa ragione la libertà individuale dovrebbe essere quanto più possibile il principio fondante delle nostre società. Mentre alla luce delle stesse considerazioni, 15 anni fa, Wales ritenne che era arrivato il momento di un’altra enciclopedia, la più grande del pianeta, non a caso aperta e collaborativa. Il numero degli editor molto attivi, sempre volontari ma che intervengono in prima persona sulle voci dell’enciclopedia almeno 5 volte al mese, aumentò da qualche decina nel 2001 a quasi 60 mila nel 2007. Da allora a dire il vero il numero degli editor molto attivi è continuamente calato, assestandosi attorno ai 30 mila. Secondo alcuni ricercatori ciò sarebbe avvenuto perché la maggior parte del lavoro di scrittura era ormai completato; secondo altri economisti, proprio l’eccesso di popolarità di Wikipedia l’avrebbe spinta a mutare le sue procedure, rendendola un po’ meno aperta e inclusiva di quanto Hayek avrebbe prescritto.