Se anche l'Eurispes si mette a dare numeri sull'Italia
E' appena uscito il “Rapporto Italia” dell’Eurispes, l’istituto guidato dal sociologo Gian Maria Fara, che ogni anno fa un’analisi quantitativa dell'economia e della società italiana. I risultati del “Rapporto 2016” sono stati ripresi dalle agenzie di stampa, rilanciati dagli organi d’informazione e domani saranno sulle pagine di tutti i quotidiani per i numeri clamorosi sull’evasione e l’economia sommersa. "Siamo tutti evasori? Probabilmente sì" dice l’Eurispes, perché il Pil di circa 1.500 miliardi di euro è per 540 miliardi economia sommersa (il 36% del pil!), di cui circa 200 miliardi sono attività criminali (addirittura oltre il 13% del pil!). Sulla base dei 540 miliardi di sommerso viene calcolata anche l’evasione, che ammonta a 270 miliardi (il 18% del pil!). Cifre incredibili che occupano i titoli di tanti articoli, talmente incredibili da non sembrare vere. E infatti non lo sono.
Non occorre essere il presidente dell’Istat o il ministro dell’Economia, ma basterebbe aver letto qualche dato ufficiale, per sapere che il pil dell’Italia è di 1.600 miliardi e non di 1.500 come dice l’Eurispes (ma può darsi che avranno arrotondato per fare conto pari). Stesso discorso per quanto riguarda l’economia sommersa in senso lato (che include le attività economiche legali non osservate e quelle illegali), che secondo l’ultima rilevazione dell’Istat vale complessivamente 206 miliardi di euro. È vero che i dati sul sommerso, trattando di attività economiche nascoste, sono per forza di cose incerti e quindi ci sono margini di differenza in diversi studi. Ed è vero anche che l’Istat, prima di una recente revisione del metodo di stima, dava un valore più elevato del sommerso, superiore ai 250 miliardi, ma si tratta comunque di un dato inferiore al 50% della stima di Eurispes. L’Istat valuta il sommerso entro una forchetta tra il 13% e il 16% del pil, altro che il 36% dell’”Istituto di ricerca degli italiani”. Per non parlare della stima del pil criminale, che secondo l’Istat (e quindi secondo il governo che ha usato gli stessi dati per aggiornare il calcolo del pil secondo il nuovo standard europeo) vale 16 miliardi, un punto di pil, oltre 12 volte meno dei 200 miliardi stimati dall’Eurispes.
Da ultimo il dato sull’evasione, che è forse quello più sconcertante, sia per l’entità che per il metodo con cui stata calcolata. L’Eurispes dice che l’evasione fiscale vale 270 miliardi, il 300% in più dei 90 miliardi stimati dall’Istat e dal governo e il 225% in più dei 120 miliardi stimati dal recente studio di Confindustria di cui molto si è parlato. Si tratta di una cifra enorme, pari al 17% o al 18% del pil (a seconda che si usi il pil ufficiale o il mini-pil di Eurispes), lontanissima da qualsiasi altra stima fatta da istituzioni nazionali o internazionali.
Ma la cosa più stupefacente è il metodo con cui Eurispes arriva a calcolare l’evasione: prende tutto il sommerso stimato in 540 miliardi e lo tassa al 50%. Senza alcun dato microeconomico che permetta di capire chi evade quali imposte e quindi quali aliquote dovrebbero essere applicate su cosa, l’Eurispes decide di mettere una flat tax del 50% sul sommerso e chi s’è visto s’è visto. Ma non basta, perché in questo calcolo spannometrico dell’evasione l’Eurispes inserisce anche i 200 miliardi di economia criminale, anch’essa passata sotto la ghigliottina del 50%, quando anche chi non ha oltre trent’anni di esperienza nel campo delle rilevazioni sociologico-statistiche come l’Eurispes sa che le attività criminali non possono essere tassate per il semplice fatto che sono illegali. La Finanza non può andare a chiedere alla Camorra lo scontrino sul pizzo, la fattura per il traffico di esseri umani o i dazi sul lotto di cocaina importato dal Sud America.
[**Video_box_2**]Come per i numeri a caso sparati da Codacons e Coldiretti e come per i dati sballati di Oxfam sulla disuguaglianza, anche per le cifre dell’Eurispes ci sarà ampio spazio sui giornali e a cascata arriveranno le dichiarazioni indignate e le interrogazioni parlamentari dei politici per il dilagare dell’evasione e delle attività criminali. Tutto sulla base di dati inventati.
In questi casi non fa bella figura chi letteralmente dà i numeri, ma la figura peggiore è sicuramente quella di un sistema dell’informazione che gli va dietro.