Non solo flessibilità
Renzi sbarca a Bruxelles dopo aver detto all'Europa il suo primo vero “nein”
Roma. “Noi porremo il veto su qualsiasi tentativo di istituire un tetto alla presenza di titoli di stato nelle banche”, ha detto mercoledì Matteo Renzi intervenendo al Senato prima del Consiglio europeo di oggi e domani. “Saremo senza cedimenti, di una coerenza e forza esemplari”. E’ il primo “veto” brandito dal presidente del Consiglio di fronte a una decisione potenziale dell’Unione europea. Non era successo sulla fine delle sanzioni alla Russia e nemmeno sui finanziamenti alla Turchia per l’immigrazione.
E’ la risposta più stentorea che Palazzo Chigi potesse dare a una proposta avanzata da Berlino, su pressione del governatore della Bundesbank, Jens Weidmann: l’Unione bancaria sarà completata con la garanzia comune sui depositi soltanto a patto che si inizino a ponderare i rischi connessi alla presenza di titoli di stato nelle banche nazionali. Un fardello aggiuntivo per istituti di credito già sotto pressione, e un’ammissione – scritta nera su bianco nelle regole europee – che anche un paese come l’Italia potrebbe fallire.
[**Video_box_2**]“Un intervento politico ai massimi livelli” sul tema, secondo fonti del Foglio, è quello che si attendeva Banca d’Italia. Lunedì scorso anche il presidente della Banca centrale europea Draghi era parso frenare Weidmann: “Occorre maggiore ponderazione sulla ponderazione dei titoli”. La battaglia per la flessibilità sui conti pubblici continua, ha detto Renzi, ma non ci sarà bisogno di “battere i pugni sul tavolo”. Poi un affondo sull’ex premier Monti, critico dell’atteggiamento di Renzi: “Non possiamo accettare un disegno che ci dipinge come quelli per cui l’Europa è la medicina che ci dice cosa fare e noi prendiamo appunti”. Ed è rottamato così, a parole, lo storico ideale di “vincolo esterno”. Buon vertice. (mvlp)