Draghi e l'ossessiva overdose da vigilanza bancaria
Al direttore, Mario Draghi ha detto che occorre fare chiarezza sul futuro dell’Unione monetaria. Ha pienamente ragione. Ma , prima del chiarimento, occorre analizzare le disfunzioni che l’attuale integrazione presenta, in alcuni casi assai gravi, e indicare le giuste correzioni. Draghi potrebbe cominciare dalla propria “ casa”. Nel novero dei rilievi, primeggia, infatti, l’azione della Vigilanza unica coesistente con la Bce. Da ultimo, è sufficiente esaminare le convulsioni, le lungaggini e le indeterminatezze nell’affrontare il primo progetto di aggregazione bancaria – riguardante il Banco popolare e la Popolare di Milano - da quando è stata istituita la funzione accentrata di Vigilanza.
In questo modus operandi è ravvisabile quello di un medico che, per curare un banale raffreddore, non si accontenta dei classici antistaminici, ma aggiunge potentissimi antibiotici, ordina ripetute iniezioni e poi anche delle flebo, oltre a una caterva di accertamenti: in tal modo, ritiene di poter essere sicuro contro la medicina difensiva. E, invece,il paziente rischia di morire per questa diffusa overdose. Fuor di metafora, l’ossessione della Vigilanza per le dotazioni aggiuntive di capitale per le banche è diventata un problema serio. Unito a diversi altri, imporrebbe di promuovere una revisione profonda prima di imbarcarsi per altri traguardi.
Con i più cordiali saluti