La Brexit strategy italiana
Importare in Italia lo spirito (e le agenzie) di Londra
L’opportunità che si apre è quella di attrarre gli investimenti che andavano verso il Regno Unito grazie alle politiche sul reshoring che il governo di David Cameron ha fatto negli ultimi sei anni. Il Regno Unito ha cominciato ad abbattere la corporate tax che entro il 2020 arriverà al 18 per cento, livello ipercompetitivo, e ha messo in campo forti azioni per l'innovazione. In Italia è prevista la riduzione dell’Ires al 24 per cento dal 2017, il che è positivo, ma se vogliamo dare un segnale forte dovremmo ridurla ulteriormente vicino ai livelli inglesi. Servono poi misure più forti per la ricerca e gli investimenti se vogliamo portare qui centri di ricerca delle imprese e stabilimenti produttivi e non soltanto sedi commerciali di multinazionali estere. Accanto a questo, gli investimenti vengono se c’è un sistema istituzionale che funziona e un’amministrazione efficiente perciò si deve proseguire con la riforma della Pubblica amministrazione e, soprattutto, va completato il percorso di riforma della Costituzione. Se infine dobbiamo rivedere l’architettura dei centri nevralgici di un’Europa post-Brexit è auspicabile portare in Italia la European banking association (Eba) che ha sede a Londra, uno dei tribunali della Corte europea dei brevetti e l’agenzia europea del farmaco, che è un nostro settore di punta.
Marcella Panucci (Confindustria)
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