La Brexit strategy italiana
Prepariamoci a investire in infrastrutture
Per la prima volta ho visto un rappresentante della Comunità europea, il commissario Jean-Claude Juncker, parlare con una sorta di orgoglio nazionale. Si immaginava poi un effetto domino dopo l’uscita del Regno Unito, e invece c’è stata la richiesta scozzese di uscire dal Regno per restare in Europa. Sono eventi positivi per l’Europa dal punto di vista politico. Dal punto di vista economico, la Brexit genererà tuttavia una riduzione della crescita e quindi i governi nazionali dovranno contrastare questi effetti. Detto in altri termini: è necessario approfittare del senso di comunità appena emerso per potere contrattare serenamente con i paesi membri una maggiore autonomia nella gestione della spesa pubblica con l’idea che serva a contrastare un certo calo della crescita del pil. Per l’Italia un concreto slancio potrebbe arrivare da progetti infrastrutturali per sviluppare un’infrastruttura viaria sostanzialmente ferma. Da questa prospettiva, è necessario convogliare nella nuova istituzione di Ferrovie dello stato con Anas investimenti pubblici che non siano la mera sommatoria delle due realtà ma che abbiano un effetto moltiplicatore.
Luca Torrigiani (British Telecom Italia)
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