La Brexit strategy italiana
Sediamoci al centro del tavolo europeo. La strada maestra è un nuovo direttorio
La Brexit comporta ha sull’Italia tre principali impatti di cui il governo si dovrà occupare: sul sistema bancario, sull’export e sulle persone che lavorano in Regno Unito.
La Brexit comporta ha sull’Italia tre principali impatti di cui il governo si dovrà occupare: sul sistema bancario, sull’export e sulle persone che lavorano in Regno Unito. Il primo, urgentissimo, è la famosa goccia che fa traboccare il vaso: con la volatilità e lo spread che si apre aumentano i rischi per le banche. Per adesso sono uscite ipotesi di tutti i tipi, sospensione del bail-in, garanzie pubbliche, intervento della Cassa depositi e prestiti, “Padoan Bond”, ma nessuna appare solida o realizzabile. C’è poi una questione di medio termine che riguarda il nostro export, in particolare in settori come l’alimentare e la meccanica, può darsi che non ci saranno le stesse condizioni e che ci costi qualche miliardo in meno nella bilancia dei pagamenti. C’è infine un terzo aspetto, più delicato, che riguarda le persone che sono a rischio licenziamento, perchè molte imprese del settore bancario e finanziario ragionevolmente smobiliteranno, magari approfittando della situazione per tagliare costi, e noi rischiamo un rientro di cervelli senza posti di lavoro. Può essere un’emergenza occupazionale per i professionisti della finanza che lavorano in Uk, un settore professionale non certo grande e che non suscita molte attenzioni, ma che rischia di aver bisogno di un chiarimento e di una negoziazione che potrà essere giungere con un accordo multilaterale, se fatto a livello europeo, o bilaterale. Per attrarre imprese, in particolare nel settore finanziario, si parla di fare operazioni straordinarie nella zona Expo. E’ qualcosa di difficile da realizzare perché entrerebbe in contrasto con le regole comunitarie, ma sarebbe forse possibile se pensata per un tempo limitato e con uno scopo specifico, ad esempio come incentivo per favorire l’innovazione tecnologica, altrimenti si cade nella normativa sugli aiuti di stato. L’unico vantaggio possibile della Brexit può avvenire a livello politico, l’Italia dovrebbe provare a rientrare nel direttorio europeo per acquisire un ruolo politicamente centrale.
Alberto Carnevale Maffé (Università Bocconi)
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