Dietro le banche non c'è la Bundesrepublik
I mercati sono ipercinetici, sempre alla ricerca di un motivo per agitarsi, guadagnando. La Brexit è uno di questi. E’ bello quando un governo può non intervenire, ma quando ci vuole ci vuole. Che stia agendo ora e non prima è una questione complicata da dipanare. A saperlo era meglio farlo prima,intervenire pesantemente ai primi sintomi, ma quanti fra quelli che ora si agitano all’epoca chiese di farlo? Non tanti… Riguardo al Monte dei Paschi in particolare, certo, era meglio una nazionalizzazione con ingresso nel capitale anziché i bond, montani o tremontani. Sotto la pressione dei rischi della Brexit, a questo punto si è cercato di contenerli.
Penso che ci sia il desiderio dei mitici mercati di prendere di mira un obiettivo, con il nome di un istituto, attraverso vendite, anche allo scoperto. Le banche italiane non sono certo pulite come un giglio ma la situazione era, e forse ancora è, più compromessa nelle banche tedesche, dove hanno voluto fare i banchieri internazionali senza muoversi dai Lander, comprando le ciofeche rifilate loro dai grandi investment banker americani. Così sono piene degli indecifrabili Level 3 Assets, carta che nessuno può davvero valutare, forse neanche più chi li confezionò. Però quelle banche avevano dietro, e ancora hanno, la Bundesrepublik; quel che spaventa, infatti non è tanto la situazione di una banca in particolare ma chi ci sta dietro. Se ci fosse una crisi bancaria o si fa una risoluzione, e quindi si condannano a morte gli attori privati, oppure interviene lo stato. Come è noto, quello italiano ha una potenza di fuoco diversa da quello tedesco. Brrd o non Brrd, nessuno stato sarà ben disposto a un’operazione nella quale i suoi risparmiatori fossero massacrati.
Salvatore Bragantini, ex commissario Consob