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Non hai soldi per divorziare? Arriva il crowdfunding per pagare le spese
Roma, 22 ago. (Labitalia) - Arriva il crowdfunding per le spese del divorzio. E' Plumfund, una piattaforma digitale di crowdsourcing che permette di interrogare tutto il magma di internet così da ottenere un piccolo contributo per realizzare un'idea, un progetto o un'iniziativa, e persino di sostenere le enormi spese per affrontare un divorzio.
Roma (Labitalia) - Arriva il crowdfunding per le spese del divorzio. E' Plumfund, una piattaforma digitale di crowdsourcing che permette di interrogare tutto il magma di internet così da ottenere un piccolo contributo per realizzare un'idea, un progetto o un'iniziativa, e persino di sostenere le enormi spese per affrontare un divorzio.
Plumfund è in sostanza un sito di crowdfunding, cha arriva dagli Usa ed è stato creato da Sara e Josh Margulis, i quali avendo capito che ormai con il crowdfunding ci finanzi di tutto, hanno pensato, di aggiungere il divorzio alle sezioni della piattaforma.
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"Il divorzio è uno dei più grandi cambiamenti della vita -spiega il sito di Plumfund- e può comportare delle spese legali costose come la creazione di nuove famiglie, con costi imprevisti anche quando il divorzio è contestato".
"La lista dei desideri -continua- può comprendere costi per i mobili, articoli per la casa, custodia dei figli, spese di soggiorno, spese legali e altre ancora. Gli strumenti di raccolta consentono agli utenti di raccogliere fondi gratis tramite pagamenti offline e online a un costo molto basso, con transazioni gestite direttamente con PayPal e WePay".
"Vogliamo aiutare le persone ad aiutare gli altri -sottolinea Plumfund- soprattutto nei momenti di grande bisogno; perché donare fa sentire bene e vogliamo renderlo il più semplice possibile per tutti. L'aspirante divorzista non deve fare altro che partire da un selfie, raccontare la propria storia e chiedere alla community di sostenerlo nella raccolta fondi, per le spese che dovrà affrontare e sperare nel buon cuore degli utenti".
E anche se ancora è presto per fare un bilancio, il successo dell'iniziativa (che ha raccolto più di un centinaio di campagne nel giro di due mesi) fa capire che l'appoggio non tarda certo ad arrivare. Così nel prossimo futuro, ci sarà da aspettarsi che anche le altre piattaforme di crowdfunding seguiranno l'esempio.