Terremoto: geometri, per ricostruzione seguire 'modello Norcia'
Roma, 29 ago. (Labitalia) - "Noi pensiamo che sia necessario affrontare subito il tema ricostruzione ascoltando la popolazione, i cittadini. Innanzitutto, le abitazioni vanno ricostruite sul posto, non ci deve essere delocalizzazione, gli abitanti non devono essere sradicati. E poi è importante trovare subito soluzioni per gli abitanti per il prossimo inverno, e il fatto che non ci sia la stessa densità abitativa che invece c'era all'Aquila potrebbe aiutare in questo senso". Così Maurizio Savoncelli, presidente del Consiglio nazionale dei geometri e dei geometri laureati, con Labitalia, sul post-terremoto.
Roma (Labitalia) - "Noi pensiamo che sia necessario affrontare subito il tema ricostruzione ascoltando la popolazione, i cittadini. Innanzitutto, le abitazioni vanno ricostruite sul posto, non ci deve essere delocalizzazione, gli abitanti non devono essere sradicati. E poi è importante trovare subito soluzioni per gli abitanti per il prossimo inverno, e il fatto che non ci sia la stessa densità abitativa che invece c'era all'Aquila potrebbe aiutare in questo senso". Così Maurizio Savoncelli, presidente del Consiglio nazionale dei geometri e dei geometri laureati, con Labitalia, sul post-terremoto.
Un piano di ricostruzione, spiega Savoncelli, "che dovrà seguire il 'modello Norcia' dove sono state rispettate le normative ambientali e paesaggistiche, e preservata l'identità sociale, e le case non sono crollate: quindi 'modello Norcia' con gli aggiornamenti che le tecnologie e i materiali oggi offrono".
E Savoncelli ricorda l'impegno della categoria nelle zone terremotate. "Subito dopo il sisma -spiega- abbiamo dato il nostro contributo con i colleghi dei territori di Rieti e di Ascoli Piceno specializzati in emergenze. E anche con la nostra cassa di previdenza abbiamo dato subito un primo sostegno. Inoltre, sempre la cassa ha sospeso i pagamenti riferiti ai 103 colleghi iscritti dei territori colpiti dal sisma".
Secondo Savoncelli, superata la fase di emergenza di questi giorni le prossime azioni dovranno avere una direzione ben precisa. "E' necessario distinguere la ricostruzione -spiega- da un piano di prevenzione sismico per il tutto il Paese che ormai non è più rinviabile".
"Non possiamo piangere ogni quattro anni vittime a causa di terremoti. La maggior parte del nostro patrimonio edilizio risale a un periodo antecedente alle prime norme antisismiche che sono del 1974. E infatti le costruzioni realizzate dopo questa data in alcuni casi non sono crollate anche se presentano dei problemi", avverte.
"E sul piano nazionale di prevenzione -conclude- devono essere coinvolti i cittadini. Ci deve essere meno burocrazia e più sussidiarietà da parte dello Stato. I controlli, rigorosi, devono essere posteriori alle opere. E sulle risorse deve esserci auto controllo e auto-gestione da parte dei cittadini".