Sull'industria 4.0 schermaglie (non solo logistiche) tra Confindustria e governo Renzi
Mai come in questo 21 settembre 2016, in Italia, si parlerà di "industria 4.0" ai massimi livelli istituzionali e non. L'espressione è originaria della Germania, come noto ormai, indica la cosiddetta "quarta rivoluzione industriale", da intendersi essenzialmente come una trasformazione e una evoluzione dell'industria manifatturiera che – per usare le parole di Confindustria – "attualmente costituisce uno dei pilastri della strategia tedesca di sviluppo tecnologico e innovativo".
Oggi, dicevamo, è il gran giorno dell'industria 4.0. Il governo, alla presenza del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, presenterà il suo piano per favorire la transizione di quante più aziende possibile verso questo nuovo modello produttivo. L'appuntamento, come scritto oggi sul Foglio, è a Milano, alle 14:30: si terranno discorsi, si presenteranno linee guida, si proporranno misure e si individueranno alcuni attori – anche tra le università italiane, per esempio – che dovranno svolgere un ruolo "pilota".
Su questo punto, come emerso in queste ore, gli industriali associati in Confindustria già iniziano a dividersi. Ieri per esempio le sedi di Confindustria di Padova, Treviso e Vicenza hanno scritto una lettera a Renzi e ai ministri Carlo Calenda e Pier Carlo Padoan chiedendo loro che il programma governativo includa il Veneto e il Nord-Est tra i territori individuati per un Competence Center (oltre all'annunciato Digital Innovation Hub). "Questo anche perché – scrivono i presidenti Massimo Finco, Maria Cristina Piovesana e Luciano Vescovi – l'Università di Padova è in possesso dei ratings di eccellenza e delle caratteristiche di un Politecnico": "Una decisione diversa, che escludesse il Veneto e il Nord-Est - sottolineano le organizzazioni degli industriali delle tre province - verrebbe percepita come una incomprensibile svista e risulterebbe fortemente penalizzante per il contributo di quest'area al rilancio strutturale dell'economia del nostro paese". Non è un caso che le associazioni di industriali di Padova, Treviso e Vicenza – questa volta riunite in un fronte pubblico compatto – siano quelle meno simpatetiche con l'attuale leadership di Confindustria, rappresentata da Vincenzo Boccia.
Ma lo scontento delle aziende va oltre le sole divisioni interne in Confindustria. Infatti proprio per la giornata di oggi Federmeccanica aveva annunciato la presentazione dei risultati dell’indagine condotta presso le imprese associate volta a rilevare il grado di conoscenza, il livello di adozione delle tecnologie abilitanti e lo stato delle aspettative rispetto alla cosiddetta “quarta rivoluzione industriale”. L'appuntamento era a Roma, alle 12:30, ed era prevista la presenza del ministro Calenda. Ministro che invece è stato richiamato a Milano per l'evento governativo sull'industria 4.0. Oggi era presente almeno il ministro per l'Istruzione, Stefania Giannini, che ha tentato una mediazione con le associazioni del Veneto, proponendo dei poli di ricerca congiunti e senza escludere gli atenei del nord est. Federmeccanica però è tutt'altro che felice, perché perderà due volte visibilità: perché il suo evento sull'industria 4.0 si sovrappone a quello del governo sullo stesso tema, e perché alla fine non saranno presenti esponenti di primo piano del governo Renzi. Ma forse, vista da Palazzo Chigi, proprio così doveva andare: bene l'endorsement di Confindustria al referendum costituzionale, ma d'ora in poi – nella campagna elettorale prima della consultazione – meglio non apparire a braccetto di Viale dell'Astronomia perché ciò potrebbe alienare simpatie.
tra debito e crescita