ExportUsa: possiamo intonare De profundis per trattati come Ttip

Adnkrons

"Dal risultato delle elezioni presidenziali americane, in termini di export, non mi aspetto grossi impatti sull’export tipico italiano. Certo è che possiamo intonare il 'De profundis' per trattati come il Ttip". Lo dice a Labitalia Lucio Miranda, presidente di ExportUsa, società di consulenza per l'export verso gli Stati Uniti. "La chiave 'export' dei risultati -spiega- non può essere analizzate come a sé stante, ma va inserita per forza in un quadro più ampio che è poi quello delle ragioni della vittoria di Donald Trump".

    "Dal risultato delle elezioni presidenziali americane, in termini di export, non mi aspetto grossi impatti sull’export tipico italiano. Certo è che possiamo intonare il 'De profundis' per trattati come il Ttip". Lo dice a Labitalia Lucio Miranda, presidente di ExportUsa, società di consulenza per l'export verso gli Stati Uniti. "La chiave 'export' dei risultati -spiega- non può essere analizzate come a sé stante, ma va inserita per forza in un quadro più ampio che è poi quello delle ragioni della vittoria di Donald Trump".

     

    "Il messaggio di riscatto di Donald Trump -sottolinea- nei confronti di quella che una volta avremmo definito la 'classe operaia' ha risuonato forte: Stati come Ohio, Pennsilvania, Michigan e Wisconsin, che erano gli Stati industriali americani, che hanno da sempre votato democratico, con una forte base sindacalizzata, sono gli Stati che hanno di fatto consegnato la vittoria a Trump".

     

    "Sono anche gli Stati -fa notare- che la globalizzazione ha falcidiato. Vi rendete conto della forza enorme di una dichiarazione del tipo 'se la Ford sposta la produzione in Messico metto un dazio aggiuntivo del 35% sulle auto che reimporterà in America?'. Se sei un operaio di Detroit, dove le fabbriche hanno chiuso ormai da anni e tu vaghi da un lavoretto in nero all’altro, Trump è il tuo campione, la tua chance di riscatto sociale, il modo di fare sentire la tua rabbia. Ecco perché ha vinto, secondo me".

     

    "Sarà vista con sempre più favore -assicura Lucio Miranda- la decisione di produrre in America. Se fossi un produttore di formaggio italiano, spedirei in America le forme intere e poi aprire un impianto locale per porzionarle e impacchettarle in loco. Idem se fossi un produttore di prosciutto. Se fossi un produttore di salame, aprirei direttamente uno stabilimento per produrlo in America. Se fossi un produttore di macchinari, aprirei almeno un laboratorio negli Stati Uniti per eseguire forse una parte finale dell’assemblaggio delle macchine oppure per svolgere attività di supporto come centro diretto di assistenza".

     

    "Insomma -rimarca- una forma di export più 'soft', se la vogliamo chiamare così, sarà sicuramente vista con più favore. Il tutto addolcito dal fatto che senz’altro la tassazione sulle società verrà ridotta". "Allo stesso modo, riteniamo che -continua- per ciò che riguarda le politiche dei visti, ci sarà un rinnovato slancio a favorire i visti E2 da investitore rispetto ad altre forme di visto".