La notizia positiva (che nessuno scrive) sul mercato del lavoro

Tommaso Alberini

I dati Inps dicono che nel 2016 sono stati creati 340 mila nuovi contratti di lavoro. La scomparsa della decontribuzione fa calare quelli a tempo indeterminato. Ma l'occupazione, comunque, si muove

I dati dell’Inps, si sa, possono essere letti in due modi: attraverso la lente dell’obiettività (si legga anche ottimismo), oppure attraverso quella del bicchiere mezzo vuoto. La notizia, pubblicata dall’Osservatorio dell’istituto nazionale di previdenza, è che nel 2016 sono stati creati 340 mila nuovi contratti di lavoro (precisamente 340.149), al netto delle cessazioni. I nuovi contratti a tempo indeterminato sono stati quasi 83 mila (82.917).

Anche i numeri delle cessazioni sono abbastanza incoraggianti: su base annua, i licenziamenti sono diminuiti del 3.1 per cento. Il calo è più consistente per gli apprendisti (-11 per cento) e per i contratti a tempo indeterminato (-7 per cento). A gennaio 2017 il numero di ore di cassa integrazione autorizzate risulta essere il 46.3 per cento in meno rispetto allo stesso mese del 2016.

 

Per quanto riguarda i voucher per prestazioni di lavoro occasionale, a gennaio 2017 il numero delle vendite si è stabilizzato a livelli sostanzialmente analoghi a quelli di gennaio dell’anno scorso, con un modesto incremento del 3.9 per cento. Da ottobre 2016 si è registrato un forte arresto nella vendita dei voucher, fino ad allora in crescita, probabilmente dovuto all’entrata in vigore di un decreto del 2015 che ha reso obbligatoria la comunicazione preventiva degli orari di svolgimento del lavoro occasionale.

 

I titoli di quasi tutti gli altri giornali sono ingannevoli: non c’è stato nessun “crollo nelle assunzioni”, al contrario il numero di nuovi contratti stipulati è cresciuto. Certo, meno di quanto era cresciuto l’anno precedente (627.569 al netto delle cessazioni, e 934 mila contratti a tempo indeterminato registrati) ma questo si può spiegare in larga parte con la progressiva scomparsa della decontribuzione agevolata prevista dal Jobs Act.

Al netto degli sgravi fiscali vantaggiosi che la nuova legge del lavoro consentiva per il primo anno, 340 mila nuovi contratti di lavoro non possono che essere una notizia positiva. Questo, però, dipende ovviamente dalla lente che si decide di usare per leggere i dati.

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