Margrethe Vestager, Commissario Ue alla Concorrenza (foto LaPresse)

La mega multa dell'Ue a Google inaugura una guerra legale tra le sponde dell'Atlantico

Luca Gambardella

Bruxelles sanziona Mountain View con 2,42 miliardi di euro (cifra record) per abuso di posizione dominante. Si attende il ricorso del colosso californiano. E si teme la reazione di Washington 

Google ha ricevuto una multa record di 2,42 miliardi di euro dalla Commissione europea per avere violato le regole sulla concorrenza. La sanzione arriva al termine di un'indagine durata 7 anni che riguarda il servizio di e-commerce Google Shopping, che mette in comunicazione direttamente venditore e acquirente. Il gigante di Mountain View, secondo l'Antitrust europeo, avrebbe manipolato le ricerche su internet per favorire i suoi prodotti, "abusando della sua posizione dominante". Google avrebbe mostrato agli utenti i risultati delle ricerche dei prodotti "senza una verifica nel merito" e penalizzando quelli della concorrenza. La Commissione ha quindi imposto a Google di cambiare l'algoritmo che seleziona e ordina i risultati delle ricerche, altrimenti il motore di ricerca potrebbe ricevere altre multe, pari al 5 per cento del suo fatturato giornaliero.

 

Quella di oggi è la sanzione più salata mai imposta da Bruxelles. L'ultima multa per abuso di posizione dominante fu imposta a Intel e risale al 2009. Annunciando il provvedimento, il commissario europeo alla Concorrenza, Margrethe Vestager, ha ricordato in un comunicato i meriti di Google per avere introdotto "molti prodotti innovativi e servizi che hanno cambiato le nostre vite". Ma ha anche aggiunto che la compagnia "ha abusato della sua posizione dominante". Le regole del mercato concorrenziale, insomma, non possono piegarsi nemmeno di fronte a un gigante della tecnologia e del progresso, ha chiarito il commissario.

 

Subito dopo l'annuncio di Bruxelles, Google ha pubblicato una replica in cui difende la sua posizione e annuncia ricorso: "Quando fate acquisti online, quello che volete è trovare in maniera facile e veloce i prodotti che state cercando. Allo stesso tempo, chi li vende vuole promuovere questi stessi prodotti", spiega il comunicato del vicepresidente senior di Mountain View, Kent Walker. "Ecco perché Google mostra annunci pubblicitari Shopping, mettendo in contatto le persone con migliaia di inserzionisti, grandi e piccoli, portando benefici ad entrambe le parti. Siamo rispettosamente in disaccordo con le conclusioni annunciate oggi. Analizzeremo nel dettaglio la decisione della Commissione, considerando la possibilità di ricorrere in appello, e continueremo a sostenere la nostra causa".

 

La vicenda è lungi dall'essere conclusa e ci si attende un'aspra battaglia legale. Mountain View ha sempre rivendicato la sua innocenza e ha definito le accuse "errate da un punto di vista dei fatti, del diritto e dell'economia". Google è da tempo sotto la lente delle istituzioni europee e ha già a suo carico due altre indagini dell'Antitrust: una riguarda AdSense e un'altra gli smartphone Android. In entrambi i casi, l'Ue potrebbe sanzionare il gigante californiano con multe monstre, potenzialmente pari al 10 per cento dei suoi guadagni annuali: si parla di 9 miliardi di dollari per ciascun caso.

 

Un altro aspetto della mega multa di oggi, assolutamente non secondario, è come reagirà il governo degli Stati Uniti all'offensiva europea nei confronti delle compagnie americane. Vestager è ormai considerata il nemico numero uno dalle multinazionali dell'altra sponda dell'Atlantico, dopo che lo scorso anno ha imposto ad Apple di restituire all'Irlanda 13 miliardi di euro in tasse evase. Bruxelles assicura di non essere influenzata dalla crisi politica in atto tra Europa e Stati Uniti. Ma Trump potrebbe vederla diversamente.

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  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.