Banche e crescita, la lezione di Jean-Pierre Mustier
L'intervista dell'ad di Unicredit al quotidiano tedesco Handelsblatt
[Pubblichiamo di seguito stralci dell'intervista rilasciata dall'ad di Unicredit, Jean-Pierre Mustier al quotidiano tedesco Handelsblatt]
In Italia la crisi bancaria ha aperto profonde ferite. Il governo prevede di spendere fino a 20 miliardi di euro per salvare le banche italiane in crisi. Quanto è stabile il sistema bancario italiano?
Deve essere visto in termini relativi: 20 miliardi di euro ammontano all'1% del PIL in Italia. Si tratta di un dato inferiore all'importo impiegato da altri paesi europei come Germania, Regno Unito, Spagna o Portogallo, dove gli impegni raggiungevano anche il 10%. E a parte questo, le azioni intraprese dal governo a Roma erano necessarie e al tempo stesso hanno rappresentato un intervento molto valido.
Perché questo salvataggio da parte del governo dovrebbe essere una buona cosa?
Perché le banche italiane si sono trovate ad affrontare un rischio sistemico innescato dal Monte dei Paschi e dalle due banche venete. Questo rischio è stato eliminato dall'intervento tempestivo e decisivo del governo. Ora le banche italiane possono continuare a crescere senza questa minaccia e non peseranno più sull'economia globale. E il settore bancario sta tornando ad essere interessante per gli investitori.
Ma la montagna dei crediti inesigibili è ancora gigantesca.
I crediti in sofferenza non rappresentano tuttavia un rischio sistemico. Questo problema può essere affrontato nel tempo. Oggi il settore bancario è molto più solido rispetto al passato, perché non è più presente un rischio sistemico.
L'economia italiana però non sta crescendo: la crescita è debole e c’è stagnazione per le riforme.
Obiezione! Questa mattina ho avuto una visita da un imprenditore italiano di grande successo. Ha detto che l'economia è fiorente. E questo è quello che sento da chiunque incontri: che sia di Milano, Torino, Napoli o la Sicilia. Gli ultimi due trimestri sono stati i migliori degli ultimi otto anni. E per quanto riguarda le riforme tutto ciò che Emanuel Macron sta attualmente pianificando in Francia è già stato realizzato in Italia: riforma delle pensioni, riforma del mercato del lavoro.
In primavera ci sono le elezioni, che potrebbero avere un esito ostile alle riforme.
L'incertezza non è mai una buona cosa, ma qualunque cosa accada, sarà un governo pro-europeo. E poi Parigi, Berlino e Roma potranno andare avanti insieme.