Quando l'economia razionale spiega comportamenti folli e senza logica
Parla Peter Leeson, tra stranezze antiche e logiche presenti
Roma. Peter Leeson, “Mr Scelta Razionale”, ha colpito ancora. Dopo il bestseller – raro, per un economista – su anarchia e ordini costituzionali sui galeoni dei pirati, il professore della George Mason University torna a scovare la logica nascosta del comportamento umano nelle situazioni più strane: mogli “usate” vendute all’asta, processi agli insetti, duelli come processi, e tante altre stranezze in WTF? An Economic Tour of the Weird (Stanford University Press, 265 pp., 27,95 dollari).
Dai libri di economia ci si aspettano grafici, tabelle, crescita, denaro e, diciamolo, un po’ di noia. WTF è invece una raccolta di comportamenti strani e apparentemente inspiegabili: c’entra con l’economia? “L’economia è un approccio alla spiegazione del comportamento umano. Mercati azionari e conti bancari sono una parte di ciò può spiegare, ma lo sono anche roghi di streghe e sacrifici umani. Usare il metodo economico è il mio modo di mostrare l’universalità della scelta razionale”, dice Leeson. Ma come possiamo trovare la razionalità umana nel fatto che, ad esempio, i sistemi giudiziari europei per secoli hanno usato le ordalie per decidere dell’innocenza degli accusati? “La pratica giuridica era basata sulla superstizione nota come iudicium Dei”, spiega il nostro interlocutore: se ad esempio un accusato si rifiutava di confessare un crimine, avrebbe dovuto immergere il braccio in un calderone d’acqua bollente. Dio avrebbe rivelato la verità lasciandolo illeso qualora innocente. Può sembrare una regola sciocca, ma non lo è se usiamo un po’ di logica economica, e comprendiamo che all’epoca gli strumenti di indagine forense erano scarsi e la credenza nella punizione divina molto forte. Al colpevole conviene confessare, per salvare almeno il braccio. Ma l’innocente ingiustamente accusato calcolerà che Dio proteggerà il suo braccio dall’ustione, e sceglierà di sottoporsi alla prova. I giudici potevano quindi dedurre l’innocenza dalla loro scelta: nessun uomo medievale avrebbe sfidato il giudizio di Dio se convinto di aver sbagliato. I membri del clero, che somministravano l’ordalia, si assicuravano che l’acqua non fosse davvero bollente, cosicché l’accusato rimanesse illeso e la credenza rafforzata. Se capiamo la logica di un comportamento, possiamo spiegare perché sia perdurato per secoli; e perché la maggior parte degli accusati uscirono illesi e furono scagionati”.
Oggi gli economisti hanno molta meno fiducia nella razionalità umana rispetto al passato: il recente premio Nobel a Richard Thaler conferma la moda dell’economia comportamentale, con il suo focus su distorsioni cognitive, razionalità e volontà limitate. Che rapporto c’è tra quest’approccio e la teoria della scelta razionale? Quest’ultima è ancora la migliore spiegazione del comportamento umano?, chiediamo. “Nell’economia comportamentale ci sono più approcci. Per alcuni significa soltanto che le persone non pensano solo a se stesse e non sono onniscienti. Ciò è del tutto compatibile con la scelta razionale. Altri ragionano da psicologi: secondo loro le persone sono non solo limitate, ma irrazionali. Questo è un errore. Nel libro non mi occupo di comportamenti occasionali ma di istituzioni sociali durate per secoli. Studiandole con attenzione, osservando gli incentivi all’opera, acquistano un senso. Senza far ciò, è ovvio che sembrino irrazionali”.
E però, per molte delle pratiche trattate nel libro – aste di mogli, duelli giudiziari, ecc. – il lettore moderno prova una sorta di repulsione. Il fatto che esse siano suscettibili di una spiegazione razionale implica forse che dovremmo attenuare il nostro giudizio negativo? La risposta di Peter Leeson è chiara: “C’è una tendenza a valutare i popoli del passato, o quelli che abitano in regioni a noi remote, come intellettualmente inferiori. Il mio libro offre un punto di vista diverso. Nel Medioevo le persone si affidavano a certe pratiche non perché erano barbari, ma perché si trovavano di fronte a vincoli che noi non abbiamo: loro non avevano strumenti scientifici per appurare fatti, ma potevano considerare come un vincolo stringente le credenze religiose. Ecco perché i sistemi giudiziari appropriati per loro non lo sono per noi e viceversa. Quindi sì, non dovremmo denigrare quelle pratiche. Meritano anzi un plauso per l’ingegno”.
Nel libro si ha a che fare soprattutto con stranezze del passato. Ma ci sono diversi fatti del presente che possiamo spiegare grazie alla scelta razionale, osserva l’economista: “Ce ne sono molti! In Liberia è comune far ingerire agli accusati del veleno, che si suppone abitato da uno spirito in grado di scoprire la verità. Se l’accusato vomita il liquido, è scagionato. Se invece ha delle convulsioni, lo spirito lo ha trovato colpevole. Anche qui, dobbiamo ricorrere alla nostra solita teoria. La Liberia è tra i paesi più poveri al mondo, con un governo altamente disfunzionale. Lì non esistono le tecnologie o le procedure impiegate nei tribunali dei paesi più ricchi. Sei fortunato se un tribunale ha carta e penna, figuriamoci test del Dna! Gli abitanti coltivano superstizioni non dissimili da quelle dell’Europa medievale. In un contesto del genere ha perfettamente senso affidarsi a quel tipo di prove. La teoria della scelta razionale predice che i liberiani ricorrano a metodi del genere, ed è proprio quello che fanno”.