In ricordo di Michele Gesualdi. Figlio di Barbiana, scuola di libertà
È stato uno dei primi allievi di don Milani e suo assistente. Dopo aver maturato la vocazione all’impegno sindacale, diventò segretario generale della Cisl di Firenze e negli anni '90 presidente della Provincia
Caro Michele,
restiamo debitori per quello che hai fatto vivere a me e a tanti delegati metalmeccanici della FIM nella scuola popolare di Barbiana, per il modo in cui hai tenuto vivo e reso sempre più fecondo il messaggio profetico di don Lorenzo Milani.
In questi anni il messaggio di don Lorenzo non ha cessato di dispiegare tutta la sua sana forza sovversiva, il suo impianto è ancora di straordinaria attualità, se si pensa che la scuola di Barbiana, più di cinquant'anni fa, già indicava nella stretta integrazione tra la scuola e il lavoro la strada maestra di un'educazione integrale della persona, che prepara alla vita, e in particolare all'ingresso nel lavoro. Una questione dirimente oggi anche per un sindacato che sia capace di rappresentare i giovani.
Sei stato proprio tu Michele la persona che più di ogni altra, in questi anni, ha fatto vivere le parole e l’esempio del priore di Barbiana, che attraverso l’attività della Fondazione hai custodito e reso viva tale memoria.
Gesualdi è stato uno dei primi allievi di don Milani e, dopo essere emigrato in Germania per studiare e lavorare, divenne suo assistente a Barbiana, dove maturò la vocazione all’impegno sindacale, fino a ricoprire il ruolo di segretario generale della Cisl di Firenze. Negli anni ’90 ha ricoperto anche la carica di presidente della Provincia.
La Fim, che ha l’ambizione di essere un sindacato “educatore”, ha attinto a piene mani al pensiero di don Milani. Nei percorsi formativi dei suoi quadri, che si tengono nel centro nazionale di formazione di Amelia, in provincia di Terni, la scuola di Barbiana è diventata un punto di riferimento per consolidare le motivazioni all’impegno sindacale, che nel pensiero di don Milani, come la scuola e la politica, rappresentano un modo di amare il prossimo. Centinaia di dirigenti della Fim, grazie al racconto e alla testimonianza di Michele Gesualdi, hanno potuto conoscere questa esperienza unica recandosi in questi anni a Barbiana. Momenti formativi straordinari nei quali abbiamo imparato la semplicità di un diagramma che racchiude non solo le 900 pagine del libro di Piketty sulle vecchie disuguaglianze, ma anche le nuove, quelle disuguaglianze non collegate al reddito ma ai poteri, ai saperi, all’istruzione, alla cultura. Michele sarà sempre nel cuore di noi Fimmini come testimone vivo degli insegnamenti della scuola popolare che è stata soprattutto scuola di libertà rispetto a tutti i poteri in una fase di conformismo e mediocrità.
Nella storia del movimento operaio italiano, don Lorenzo ha avuto un ruolo importante, ed è stato un uomo di rottura positiva. Le conquiste delle 150 ore e di un nuovo inquadramento professionale raggiunta dai metalmeccanici nel 1973, rilanciate su basi nuove dal Contratto nazionale, le dobbiamo proprio a figure come don Milani e a chi ha saputo valorizzare la sua grande eredità, come Michele Gesualdi. Persone che non hanno mai smesso di sognare un mondo in cui l’operaio conosca più parole del padrone, con la consapevolezza che il sapere è prima di tutto libertà.