Ryanair vola ancora nonostante le incertezze

Maria Carla Sicilia

La compagnia low cost dovrà vedersela con i sindacati, la Brexit e l'aumento del petrolio. Negli ultimi tre mesi aumentano profitti e passeggeri 

I risultati presentati oggi da Rayanair a investitori e analisti, che registrano una crescita di clienti e profitti a fronte di tariffe più basse, permettono alla compagnia di guardare alla chiusura dell'anno finanziario con fiducia. Non era scontato che in quest'ultimo trimestre i conti della low cost irlandese uscissero indenni dagli imprevisti affrontati, dalla cancellazione di centinaia di voli tra settembre e ottobre alle bagarre con i piloti in diversi paesi, che sono costati nel breve periodo circa 75 milioni tra rimborsi ai clienti e aumenti salariali. Ma il test non è stato solo economico, considerando che per la prima volta da quando la compagnia esiste ha anche stretto contatti con diversi sindacati, tra cui quelli italiani, riconoscendo ufficialmente un'organizzazione in Regno Unito, dove lavora oltre il 25 per cento dei piloti.

  

La gestione di queste crisi incoraggia la fiducia degli investitori, ma in un esercizio di prudenza l'amministratore delegato Michael O‘Leary ha avvertito: “Le trattative con i sindacati potrebbero aggiungere qualche complessità alla nostra attività e causare interruzioni a breve termine”, ovvero scioperi. Il dialogo è in corso in diversi paesi e per il momento O‘Leary ha parlato di un aumento del 20 per cento degli stipendi che peserà sul bilancio per 45 milioni circa.

  

A turbare i piani della compagnia irlandese ci sono anche altre variabili, dal costo del carburante in risalita all'incertezza legata alla Brexit. "Riteniamo che il governo britannico continui a sottovalutare la probabilità di interruzioni dei voli da e verso il Regno Unito", dice la compagnia in una nota, spiegando di aver bisogno di conoscere entro la metà del 2018 quali accordi saranno raggiunti tra l'Unione europea e il governo di Theresa May per poter programmare i voli dell'estate 2019 e le relative tariffe.

  

Riguardo l'Italia, gli occhi dell'irlandese sono puntati sul futuro di Alitalia: "Il consolidamento e i fallimenti di compagnie aeree europee offrono maggiori opportunità di crescita nel Regno Unito, in Italia e in Germania in particolare". Intanto da Bologna, Bergamo e Ciampino saranno attivati prima della fine dell'anno tre voli per la Giordania, verso Amman e Aqaba.  

  

Nonostante extracosti e incertezze, i profitti attesi per la chiusura dell'anno finanziario, che terminerà a marzo, sono ancora previsti tra 1,4 e 1,45 miliardi. Nell'ultimo trimestre la compagnia ha registrato un aumento dei profitti al netto delle imposte del 12 per cento sull'anno, pari a 106 milioni di euro, leggermente superiori a quanto si attendevano gli analisti. Intanto le tariffe medie sono state ridotte del 4 per cento, a 32 euro circa per passeggero, mentre crescono del 6 per cento i clienti trasportati, arrivando a 30,4 milioni nel mese di dicembre 2017.

  

La vera sfida è rimandata all'anno prossimo. Il solo aumento del costo del carburante, che scatterà con la scadenza dei contratti attuali capaci di garantire ancora prezzi vantaggiosi, potrebbe costare circa 300 milioni in più nel nuovo anno finanziario. Ma secondo quanto illustrato oggi le spese da sostenere non interferiranno sui prezzi dei biglietti, in diminuzione del 3 per cento per il 2018. “Non condividiamo l'ottimismo di concorrenti e commentatori per l'aumento delle tariffe per l'estate 2018. Il nostro traffico crescerà del 6 per cento, ma dalle prime indicazioni le tariffe rimarranno ancora sotto pressione”. Per questo, conclude la nota, la compagnia “sollecita estrema cautela sulle ipotesi degli investitori e degli analisti”.

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