La danza del gas intorno a Calypso

Gabriele Moccia

Dopo i maldipancia di Erdogan Eni scopre un giacimento nei mari ciprioti. Ecco quali schieramenti si contendono il gas nel mediterraneo

Eni ha annunciato di avere scoperto un giacimento di gas nel Blocco 6, nelle acque offshore di Cipro, attraverso il pozzo Calypso 1, secondo i tecnici del Cane a sei zampe sul pozzo è stata eseguita una intensa e dettagliata campagna di campionamento sui fluidi e sulle rocce. Calypso 1 è una promettente scoperta a gas e conferma l'estensione del tema di ricerca di Zohr nelle acque economiche esclusive di Cipro. Per una valutazione accurata delle dimensioni della scoperta sono richiesti nuovi studi e un programma di delineazione. Si tratta di una scoperta rilevante che però rischia di gettare ulteriore benzina sul fuoco sullo scacchiere. Il Mediterraneo orientale è sull’orlo di una crisi regionale per il gas? Difficile dirlo, ma le parole pronunciate a Roma dal presidente turco Erdogan sulle attività esplorative avviate da Eni e Total nel blocco sei della zona economica esclusiva cipriota sono certamente la manifestazione di un maldipancia sempre più forte da parte di Ankara nei confronti dell’asse energetico che in questi mesi i governi di Nicosia e del Cairo – con qualche possibile sponda anche da parte di Israele e Grecia – hanno rafforzato. Una partita a scacchi che, al momento, vede tre schieramenti.

Da un lato, infatti, c’è l’alleanza forgiata tra Erdogan e il presidente russo Putin sul progetto del gasdotto Turkish Stream che alimenta le speranze di Mosca di ricostituire il quel corridoio energetico meridionale naufragato con la crisi ucraina e quelle di Ankara di ritornare ad essere il vero punto di snodo dei flussi energetici tra Asia ed Europa, un ruolo negli ultimi anni fortemente insidiato dal crescente attivismo, non solo produttivo, dell’Azerbaigian. Dall’altro ci sono le convergenze d’interessi sempre maggiori tra il presidente egiziano Al Sisi, quello cipriota, Nicos Anastasiades e il primo ministro greco Tsipras, sancite in occasione del vertice trilaterale tenutosi nella capitale cipriota lo scorso novembre, un vertice che il ministro degli affari esteri turco Cavusoglu “nullo e vuoto”. In realtà un po' di sostanza esiste. Gli entusiasmi del Cairo legati al super giacimento di Zohr sono aumentati con l’avvio della produzione che, iniziata a dicembre con 350 milioni di piedi cubi al giorno, raggiungerà entro la prima metà del 2018 un miliardo di piedi cubi e salirà verso fine anno a 1,7 miliardi. Dopo il completamento di tutte le fasi, la produzione raggiungerà i 2,7 miliardi di piedi cubi al giorno entro la fine del 2019, una cifra pari al 50 per cento dell'intera produzione di gas in Egitto. Questa la road map stabilita dal ministro del petrolio egiziano, Tarek el Molla. Ma le ambizioni egiziane non si fermano a Zohr, il paese intende diventare il principale produttore di idrocarburi del bacino e per questo motivo, l'Egyptian Natural gas Holding Company (Egas) indirà a breve due gare d'appalto internazionali per la ricerca di petrolio e gas: il primo bando riguarda il delta del Nilo e il Mediterraneo orientale, mentre l'altra gara ha come oggetto i giacimenti egiziani nel Mediterraneo occidentale.

  

Appetiti produttivi che ci sono anche a Cipro. Il ministro dell'energia cipriota Yiorgos Lakkotrypis, ha confermato che le scoperte ottenute dalle perforazioni esplorative a Calypso, nel blocco 6 della zona economica esclusiva sono positive. Secondo il ministro, "la scoperta significa due cose le quantità vengono aggiunte alle nostre riserve e inoltre costituiscono una grande notizia rispetto ai depositi per coloro che perforeranno in futuro". Ma un altro elemento di convergenza tra Egitto, Cipro e Atene è legato al trasporto delle fonti prodotte nel bacino. Cipro è, infatti, una piattaforma ideale per il trasporto del gas e non è un caso che su questa prospettiva si basa il progetto di collegamento dell’EastMed, il gasdotto punta a rifornire l’Europa di gas utilizzando le riserve scoperte nelle acque di Egitto, Cipro e Israele. Il 5 dicembre scorso i ministri dell’Energia di Cipro e Israele, rispettivamente Yiorgos Lakkotrypis e Yuval Steinitz, il ministro delle Infrastrutture greco Giorgos Stathkis e l’ambasciatore d’Italia a Nicosia, Andrea Cavallari, e rappresentanti dell'Ue hanno firmato sempre a Cipro un memorandum d’intesa per la cooperazione nel progetto del tubo. La firma di questo memorandum d'intesa e il quadrilaterale “conferma la nostra intenzione a cooperare per consentire e migliorare lo sviluppo e l'attuazione del progetto del gasdotto East-Med”, si legge nella dichiarazione, che poi aggiunge: “Il memorandum per lo sviluppo del gasdotto costituisce un'opzione praticabile e strategica e un'infrastruttura di interesse speciale per gli Stati produttori di gas e l'Unione Europea”. Parole che non sono piaciute ad Ankara e che hanno ulteriormente innalzato la tensione.

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