L'auto di Uber e le ossessioni liberal
Perché Hollywood e la Silicon Valley sfornano sciocchezze simili, scrive Asia Times (22/3)
Il video dell’uccisione di Elaine Herzberg da parte dell’auto che si guida da sola di Uber è disponibile su YouTube. Dovrebbe produrre ondate di choc intellettuale. Il culto della Silicon Valley per l’Intelligenza Artificiale e il relativo culto della scienza del cervello è una delle principali fonti della moderna disperazione culturale”. Lo scrive “Spengler”, alias David Goldman, intellettuale conservatore e fondatore di Asia Times.
“Se il cervello è semplicemente una macchina che i tecnici di laboratorio rivestiti di bianco possono misurare e manipolare come qualsiasi altra macchina, e se le macchine possono essere programmate per emulare il cervello umano, l’esistenza umana non ha alcuno scopo. Il nostro destino è fissato nello stesso modo in cui i percorsi dei pianeti e le orbite degli elettroni sono fissi, e il nostro libero arbitrio, la responsabilità morale, la devozione al passato e il rispetto per il futuro, sono l’effluvio casuale di un processo deterministico. Se questo è il caso, allora non importa quello che facciamo. Possiamo perseguire qualsiasi piacere o perversione per colpire la nostra fantasia in questo momento, perché niente conta davvero. La più alta virtù è definire la propria identità, perché solo l’asserzione volontaria della particolarità individuale risponde alla vacuità dell’universo, e la virtù successiva più alta è rafforzare l’arbitraria autoaffermazione altrui (ad esempio eliminando l’offesa dei pronomi maschili e femminili per proteggere la sensibilità delle persone transgender). Ecco perché Hollywood macina film dopo film su computer che prendono vita, programmatori che si innamorano dei loro avatar, e così via, a partire dall’orrenda ‘AI’ di Steven Spielberg (2001). I tecno-utopisti liberali della Silicon Valley credono di essere un benefico dottor Frankenstein, creando il New Man. Il danno culturale della visione utopica del cervello come macchina è enorme, e lo scetticismo con cui il pubblico ora deve vedere l’Intelligenza Artificiale è un correttivo sano.
Il grande matematico britannico Roger Penrose (frequente collaboratore di Stephen Hawking) scrisse un brillante libro quasi trent’anni fa sostenendo da fondamenti matematici che i computer non avrebbero mai potuto pensare come gli umani. Il volgare determinismo degli utopisti cerebrali è entrato a far parte della vasta cultura e delle istituzioni corrotte che ci si dovrebbe aspettare che offrano resistenza. Gli esperti del settore sanno che le auto senza conducente sono più una montatura che realtà. Le pretese tecno-utopistiche che investono l’Intelligenza Artificiale non sono solo moralmente ripugnanti, ma scientificamente incompetenti (come hanno capito alcuni dei grandi pensatori religiosi del nostro tempo). L’ossessione liberal per l’auto-definizione arbitraria si basa sulla premessa pseudo-scientifica che l’uomo sia il risultato determinato, macchinoso, di processi fisici. Distruggi questa premessa e l’intero artificio del pensiero liberal crollerà”.