Luigi Di Maio davanti alla foto di Giovanni Tria (LaPresse)

Tria smonta i sogni di Di Maio sul reddito di cittadinanza

Enrico Cicchetti

Per il ministro del Lavoro, la misura simbolo del M5s dovrebbe partire entro il 2018, con fondi europei. Ma il titolare dell'Economia frena: "Solo se a costo zero"

“Ho detto entro il 2018” per il reddito di cittadinanza, e “spero di lavorare notte e giorno per questo obiettivo”. Si attendeva il rilancio del vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio: in questi giorni, fra migranti in ammollo e censimenti, la scena era stata monopolizzata dalle sparate del suo omologo leghista, il secondo vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini. E allora che c'è di meglio che battere la grancassa del reddito di cittadinanza, la misura più popolare del programma grillino? "Da un lato occorre far funzionare i centri" per l'impiego, rilancia il leader M5s al termine del Consiglio dei ministri degli Affari sociali in Lussemburgo, dove si è dichiarato in sintonia con il responsabile dell’Economia, Giovanni Tria. "Poi abbiamo il reddito di cittadinanza che passa dall'intervento della programmazione europea".

  

Finanziare il reddito di cittadinanza con i fondi Ue, superando l'approccio della "burocrazia europea". Perché Bruxelles dovrebbe considerare "un paese onesto fino a prova contraria". E siccome la base già mormora, Di Maio decide di giocare l'all-in e fissare una scadenza: "sulla data di avvio dell'operazione lavoro", dice in riferimento all'intera questione dei Cpi e del reddito di cittadinanza, "io voglio partire subito: l'unica cosa che voglio fare è mettere in sesto i centri per l'impiego in modo tale che se si eroghi il reddito di cittadinanza, e ho detto entro il 2018. Spero di lavorare notte e giorno per arrivare a questo obiettivo".

    

Ma il ministro dell'Economia pone subito dei paletti e smorza l'entusiasmo: il reddito di cittadinanza nel 2018 si farà solo se a costo zero. "Non si è mai entrati in questo dettaglio non mi è stata mai espressa questa idea da parte del ministro Di Maio quindi non posso esprimermi né a favore né contro", ha ribattuto Tria in conferenza stampa dopo la riunione dlel'Ecofin. E aggiunge che "per il 2018 i giochi sono quasi fatti, dobbiamo concentrarci su quegli interventi di riforme strutturali che non hanno costi, ma che sono importantissimi, come far ripartire gli investimenti pubblici". Il ministro dell'Economia assicura che è intenzione del governo cercare di rispettare l'impegno preso dall'Italia di garantire un taglio del deficit strutturale dello 0,3 per cento del Pil: "L'impegno sullo 0,3 per cento è stato preso sulla base di un quadro macro abbastanza favorevole, ora c’è un rallentamento che riguarda non solo l’Italia ma l’Europa. In genere quando si prendono impegni, questi interagiscono con il quadro macroecomonico".

  

"Spero di non essere preoccupante, ma di essere il contrario", scherzava poche ore prima Tria entrando all’Eurogruppo, dove i colleghi europei attendevano la sua esposizione generale delle politiche economiche e di bilancio del nuovo esecutivo gialloverde. Si direbbe che di sì.