Anche il Fmi è preoccupato per le politiche gialloverdi
Debito pubblico a rischio e riforme prioritarie ignorate. Cosa dice l'ultimo rapporto del Fondo monetario internazionale sull'economia dell'Eurozona e su quella italiana
Dopo aver abbassato le stime di crescita per questo e per il prossimo anno, più basse della media europea, il Fondo monetario internazionale (Fmi) torna a occuparsi dell'Italia descrivendo l'impatto del programma dell'esecutivo in carica. In un rapporto sull'Eurozona pubblicato oggi l'istituto di Washington evidenzia come le politiche previste dal contratto gialloverde, se applicate nella loro interezza, andrebbero ad aggravare la situazione del debito italiano e propone alcune riforme prioritarie per il paese, dalla spinta alla concorrenza nei servizi pubblici fino all'introduzione di un salario minimo e alla promozione di politiche attive per il lavoro.
Cosa dice il Fmi su Italia, governo e debito
Gli sviluppi politici nazionali, ricorda il Fmi, hanno dimostrato di poter turbare i mercati finanziari. Uno scenario che riguarda da vicino il nostro paese, come si legge poco più avanti nel documento: "Le recenti difficoltà con la formazione del governo in Italia hanno innescato un netto ampliamento dello spread accompagnato da un calo della liquidità sui mercati secondari". Poi il monito sul debito pubblico: "In Italia il nuovo governo favorisce misure fiscali e di spesa che, se applicate in pieno, provocherebbero una significativa espansione fiscale, in contrasto con la sostenibilità del debito".
Guardando ai programmi degli esecutivi che guidano paesi con un alto livello di debito, tra cui Italia, Portogallo e Spagna, il rapporto evidenzia che i governi "continueranno a fare aggiustamenti solo marginali quest'anno o non ne faranno per nulla, nonostante la ripresa economica in corso". Per l'Italia è prioritario varare riforme per "l'incremento della concorrenza sui mercati di prodotti e servizi, l'aumento dell'efficienza del settore pubblico, la riforma del mercato del lavoro e della giustizia civile". Sul lavoro l'istituto consiglia di introdurre un salario minimo, rafforzare il ruolo delle politiche attive e di estendere i nuovi contratti del Jobs Act a tutti i contratti a tempo indeterminato nel settore privato.
Nelle raccomandazioni formulate dall'istituto guidato da Christine Lagarde trova spazio anche il tema della giustizia, quando si legge che per l'Italia sarebbe opportuno lavorare per "migliorare l'efficienza della giustizia civile, così da ridurre la lunghezza dei processi e il numero dei casi ancora in sospeso".
Cosa dice il Fmi sull'economia dell'Eurozona
In generale per l'economia dell'area Euro, il Fondo monetario internazionale prevede una crescita solida ma in rallentamento, per motivi legati a fattori sia globali, come i dazi su acciaio e alluminio, sia interni, come la Brexit e alcuni scenari politici incerti a livello nazionale. Per questo, raccomanda il rapporto, "i paesi devono portare avanti riforme strutturali per sostenere produttività e occupazione", soprattutto quelli con alti livelli di debito e deficit.
Per il 2018 e 2019 è confermata una crescita generale "sopra il potenziale", del 2,2 per cento quest'anno e dell'1,9 il prossimo. Dati resi noti già nei giorni scorsi nell'aggiornamento del World Economic Outlook, lo stesso in cui venivano tagliate le stime per l'Italia (di 0,3 punti percentuali per quest'anno e di 0,1 per il prossimo, con il Pil all'+1,2 per cento nel 2018 e all'1,0 per cento nel 2019).
Nel medio termine, sostiene il rapporto, "i cambiamenti demografici, la bassa crescita della produttività e l'eredità della crisi continuano a pesare", mentre l'inflazione impiegherà alcuni anni a raggiungere l'obiettivo del 2 per cento fissato dalla Banca centrale europea. A riguardo, l'istituto ha "accolto con favore" l'intenzione della Banca centrale europea di tenere i tassi di interesse bassi anche oltre la fine del Quantitative easing attesa quest'anno: "Alzare i tassi troppo presto sarebbe un errore che Eurozona e resto del mondo pagherebbero a caro prezzo". Secondo il Fmi, poiché "potrebbero emergere vulnerabilità in alcune aree", è auspicabile che "la strategia di reinvestimento resti ancorata alla sottoscrizione del capitale, ma possa essere calibrata in modo flessibile".